Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Nel 2025 la ricchezza dei miliardari ha raggiunto i 15.800 miliardi di dollari, secondo l’Ubs Billionaire Ambitions Report, segnando un nuovo massimo storico. Il numero di miliardari è cresciuto dell’8,8%, passando da 2.682 a quasi 3.000, con 196 self-made che hanno aggiunto 386,5 miliardi grazie alla creazione di nuove imprese in settori come software, marketing, genetica, gas naturale liquefatto e infrastrutture. «Il nostro report mostra come l’ascesa di una nuova generazione di creatori ed eredi stia rimodellando il panorama globale», ha dichiarato Benjamin Cavalli, head of Strategic Clients di Ubs Global Wealth Management. «L’attenzione si sta spostando dal semplice preservare la ricchezza al dare potere alla prossima generazione, affinché abbia successo in modo indipendente e responsabile». Il report segnala anche l’accelerazione del trasferimento di ricchezza. Nel corso dell’anno 91 eredi (di cui 64 uomini e 27 donne) hanno ricevuto la cifra record di 297,8 miliardi di dollari, un incremento del 36% rispetto all’anno precedente, nonostante il numero complessivo di eredi sia diminuito. A livello globale, questo fenomeno ha portato a circa 860 miliardari multigenerazionali che ora gestiscono un patrimonio totale di 4,7 trilioni, in aumento rispetto ai 4,2 trilioni del 2024.

Il 10 dicembre è in agenda un summit europeo dove l’Ue dovrebbe approvare il metodo della neutralità tecnologica per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, sostituendo quello dell’abbandono forzato entro il 2035 dei motori termici alimentati da combustibili fossili. Il tema è vitale per l’industria automobilistica e suoi dintorni. Germania e Italia hanno trovato forte convergenza per salvare i motori termici con nuovi combustibili a minore impatto carbonizzante. Berlino (con grande esperienza storica nella tecnologia dei carburanti sintetici) spinge gli e-fuel (idrogeno combinato con composti carbonici) e Roma i biocarburanti, settore in cui è avanguardia tecnologica. Il peso politico della Germania nell’Ue e l’intensità dello sforzo diplomatico italiano rendono elevata la probabilità che la neutralità tecnologica venga approvata, abolendo una norma distruttiva per un settore industriale portante per l’economia continentale.
Nel primo semestre del 2025 le imprese assicurative con stabile organizzazione in Italia hanno registrato una raccolta premi complessiva pari a 88,9 miliardi di euro. Lo comunica l’Ivass.In particolare, nel settore Danni la raccolta premi risulta in aumento del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, proseguendo la dinamica di crescita osservata dal 2021, in concomitanza con la fase post-pandemica. Nel settore Vita, l’incremento su base annua è pari al 9%. Nel primo semestre le imprese di assicurazione con sede legale in Italia continuano a detenere quasi integralmente la raccolta del settore Vita; la quota riconducibile agli stabilimenti di imprese estere registra un’ulteriore contrazione, attestandosi al 2,5%. Nelle coperture Danni, al contrario, nel primo semestre del 2025 si conferma la dinamica di crescita dei volumi raccolti dagli stabilimenti di imprese estere, che raggiungono il 18% della raccolta Danni complessiva.
Per l’Agenzia delle entrate non costituisce reddito imponibile in capo agli aventi causa (coniuge, figli minori o altri) l’indennità erogata dal datore di lavoro in caso di morte del proprio dipendente, a prescindere dalla modalità di erogazione (in forma di capitale o di rendita). Con la risposta n. 301/2025, l’Agenzia delle entrate è intervenuta, infatti, sul corretto trattamento tributario, in caso di morte del dipendente, delle somme corrisposte agli aventi causa a titolo di assegno integrativo, previsto da apposito regolamento aziendale della società erogante. Nell’istanza di interpello è stato evidenziato che una società, al fine di garantire una protezione temporanea ai familiari o ai beneficiari designati, in caso di morte di un proprio dipendente, ha previsto di corrispondere determinati indennizzi nelle ipotesi di morte o di invalidità permanente conseguenti a infortuni o malattie contratte sia in abito professionale sia in ambito extra professionale
Marcia indietro del fisco sull’esenzione Irpef. L’agevolazione riconosciuta alle vittime del dovere, agli equiparati e ai loro familiari superstiti si estende ora a tutte le prestazioni pensionistiche derivanti da forme di assicurazione obbligatoria, e non si limita ai soli trattamenti direttamente collegati all’evento lesivo. È quanto tiene a specificare l’Agenzia delle Entrate tramite la risoluzione n. 68 del 4 dicembre 2025. A rientrare nella definizione di “vittime del dovere” sono coloro che, durante attività legate al servizio, riportano gravi lesioni o perdono la vita, dando luogo a specifici trattamenti pensionistici o indennitari. La normativa riguarda quindi il personale della pubblica amministrazione, dalle forze dell’ordine ai militari, dai vigili del fuoco ai soccorritori, che subisce un danno diretto mentre è impegnato nello svolgimento delle proprie funzioni.
Violare la privacy è concorrenza sleale. Chi, infrangendo il Gdpr (regolamento Ue sulla privacy n. 2016/679), conquista fette di mercato ai danni delle imprese concorrenti deve risarcire le aziende rispettose delle regole. È questo il principio applicato da un tribunale spagnolo, specializzato nelle materie commerciali, che ha condannato Meta a risarcire oltre 481 milioni di euro (più interessi) a 87 società del settore “media”, per avere svolto attività di pubblicità personalizzata, usando senza consenso e in maniera scorretta i dati degli utenti presenti sulle piattaforme social riconducibili alla stessa Meta. La sentenza (n. 98 del 19/11/2025 del Juzgado de lo Mercantil n.15 di Madrid), che ha calcolato i danni causati da Meta a partire dal 25/5/2018 (data di inizio di applicabilità del Gdpr), mette a fuoco un profilo della normativa sulla privacy di grandissimo interesse per imprese ed operatori economici di tutti i settori merceologici: il Gdpr non tutela solo le persone fisiche da abusi commessi dalle imprese; il Gdpr può essere utilizzato anche nei rapporti B2B e cioè tra imprese. Al riguardo si rifletta sul fatto che essere conformi alle norme sulla privacy è costoso: ad esempio, occorre ricorrere a consulenze e riorganizzare le funzioni e i processi aziendali oppure bisogna spendere soldi per sistemi di sicurezza informatica e così via. Allo stesso modo rispettare la privacy significa anche non usare dati in contrasto con il Gdpr e ciò significa non svolgere attività potenzialmente fonti di profitto. Chi non rispetta il Gdpr ha, al contrario, meno costi e più spazio (illecito) di manovra. A ben vedere, è la stessa cosa che capita con le norme sulla sicurezza dei lavoratori o a tutela dell’ambiente
La Corte UE chiamata a pronunciarsi sulla compatibilità tra FATCA e GDPR. La Corte d’appello del Belgio ha deciso di rivolgersi alla Corte di giustizia dell’Unione europea per chiarire la compatibilità del regime FATCA, che obbliga gli istituti finanziari a comunicare le informazioni sui cittadini statunitensi all’Agenzia delle entrate USA, con il diritto europeo e, in particolare, con il GDPR. La richiesta di pronuncia pregiudiziale riguarda l’interpretazione dell’articolo 96 del regolamento e il quadro giuridico che disciplina il trasferimento di dati fiscali verso Paesi terzi. La questione coinvolge i cosiddetti “americani accidentali”, persone nate negli Stati Uniti ma residenti stabilmente in Europa, che si ritrovano soggette agli obblighi fiscali statunitensi e inserite nelle procedure di scambio di informazioni previste da FATCA. Dal 2017, numerosi ricorsi contestano la trasmissione sistematica dei loro dati personali alle autorità USA.
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