Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
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Diventa più facile vendere immobili frutto di donazioni e le successioni si fanno più smart. Via libera all’avviso di ricevimento digitale e alle perizie stragiudiziali online, compreso il giuramento. Si riduce da 12 a sei mesi il termine per esercitare l’annullamento in autotutela da parte della pubblica amministrazione. Arriva il silenzio-assenso per i permessi di costruire su immobili sottoposti a vincoli relativi all’assetto idrogeologico, ambientali, paesaggistici o culturali, per i quali sono ottenuti e validi i relativi provvedimenti di autorizzazione (norma che ha fatto molto discutere in Parlamento). È quanto emerge dalla legge semplificazioni n. 182/25, in Gu del 3/12, in vigore dal 18 dicembre prossimo. Antiriciclaggio e furti d’auto. Nell’ambito della normativa anti-riciclaggio è esteso alle pubbliche amministrazioni l’accesso alle informazioni contenute nel registro della titolarità effettiva delle imprese e delle persone giuridiche private. Addio tempi morti nelle pratiche in caso di furto di auto e altri veicoli: quando il proprietario denuncia il reato, le forze dell’ordine inviano la denuncia digitale al ministero delle Infrastrutture che inserisce nell’archivio nazionale dei veicoli (Anv) un blocco informatico per impedire operazioni sul mezzo
Consultare referti e ricette (87%), prenotare visite o altre prestazioni (44%) e accedere a servizi amministrativi come il cambio del medico di medicina generale (28%). Sono questi gli usi principali del Fascicolo sanitario nazionale (Fsn) da parte degli italiani. Uno strumento che, ormai, è entrato nella quotidianità, con punte del 90% nelle regioni del Nord Italia. Infatti, pazienti e medici stanno prendendo confidenza con la digitalizzazione e le nuove tecnologie, come emerso dall’Outlook Salute Italia di Deloitte, che ha coinvolto 3.800 cittadini. Non solo. Nel 2025 la sanità si conferma uno dei motori del cashless italiano, ossia dei pagamenti in digitale, senza contanti, come rilevato dall’Osservatorio Salute Cashless di SumUp. Anche il medico, il dentista e i farmaci si pagano sempre più con carta: +10% di pagamenti con carta rispetto al 2024. È Genova (+50,5%), insieme a Venezia (+39,6%) e Ancona (+37,5%) a far segnare la crescita più elevata delle transazioni senza contanti. Mentre sono le Marche la regione che più paga con carta farmaci e trattamenti. Digitalizzazione e IA in ambito sanitario. Tra le priorità rilevate dalla quinta edizione dell’Outlook di Deloitte, c’è quella di garantire l’equità di accesso alle cure e modernizzare le infrastrutture sanitarie grazie alle nuove tecnologie digitali. «Nel contesto attuale la digitalizzazione costituisce una leva fondamentale per il futuro del sistema sanitario, ma comporta sfide organizzative e tecnologiche complesse», spiega Guido Borsani, partner di Deloitte Italia e Government & Public Services Industry Leader
La delega delle funzioni in materia di sicurezza del lavoro, seppur corretta, da sola non basta a schermare l’azienda. Infatti, anche in presenza di una delega formalmente valida, efficace e corretta, resta il dovere, in capo al datore di lavoro, di vigilanza proattiva sull’operato del delegato (ex art. 16 dlgs 81/08) riguardo alle sue funzioni e sul suo puntuale rispetto di quanto stabilito nella delega. La Corte di cassazione, con la sentenza n. 37405 del 17 novembre 2025, facendo seguito alla più recenti pronunce in materia, è intervenuta sulla delega di funzioni in materia di sicurezza sul lavoro, chiarendo anche i margini di responsabilità. La Suprema Corte ha poi precisato che la delega di funzioni, soprattutto nelle organizzazioni complesse, è strumento fondamentale, ma va inserita in un sistema di gestione strutturato
La Corte costituzionale conferma la cornice edittale del furto con strappo. Con la sentenza n. 171 del 2025, la Consulta ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità relative all’art. 624-bis, commi 2 e 3, c.p., sollevate dai Tribunali di Firenze e Milano in ordine alla mancata previsione di una circostanza attenuante per i fatti di lieve entità nel furto con strappo. Le due ordinanze, pur accomunate dal medesimo petitum, muovevano da impostazioni distinte: Firenze censurava l’irragionevolezza del minimo edittale – quattro anni di reclusione, elevato a cinque in presenza di aggravanti – ritenuto sproporzionato rispetto a condotte di ridotta offensività; Milano individuava invece un tertium comparationis nel furto in abitazione, fattispecie che, pur avendo ad oggetto la tutela dell’inviolabilità del domicilio, condivide con lo scippo la medesima cornice sanzionatoria.
Si gonfia il dossier del whistleblowing: imprese ed enti pubblici devono compilare atti organizzativi, adottare idonee misure di sicurezza, redigere la valutazione di impatto privacy, formare gli addetti ai relativi procedimenti, stilare informative esatte nell’individuazione delle base giuridica, concludere contratti di responsabilità esterna con i fornitori esterni di piattaforme online per la gestione degli adempimenti e, nei gruppi societari, con la capogruppo incaricata della gestione delle segnalazioni nonché stipulare accordi di contitolarità con altri enti, con cui si condivide il canale di segnalazione degli illeciti. È quanto risulta dal provvedimento n. 581 del 9/10/2025 del Garante della privacy, con il quale è stato dato parere favorevole a due proposte di delibere dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) relative al whistleblowing e rispettivamente dedicate alle linee guida dell’Anac sui canali interni di segnalazione e alla modifica e all’integrazione della delibera Anac n. 311 del 12 /7/2023, recante le linee guida sul canale esterno di segnalazione. E, in effetti, gli enti pubblici e privati, cui si applica la normativa in materia di whistleblowing, devono attivare al proprio interno appositi canali protetti per ricevere le segnalazioni di eventuali illeciti commessi nell’ente, garantendo condizioni di riservatezza ai segnalatori, i quali devono essere protetti da eventuali condotte ritorsive.

Aggiornamento continuo, benessere psicofisico, parità retributiva e ambienti inclusivi stanno diventando pilastri della competitività. In un mercato del lavoro attraversato da trasformazioni sempre più rapide, la capacità di mantenere competenze solide e garantire stabilità emotiva ai lavoratori è ormai una leva strategica per la crescita delle aziende e dei Paesi. A confermarlo sono anche gli studi internazionali. L’Employment Outlook 2024 dell’Ocse indica che la produttività dei Paesi non dipende solo da tecnologia e capitale, ma dalla qualità delle condizioni di lavoro e dall’accesso alla formazione continua. Dove i lavoratori sono più preparati e supportati, cresce la capacità di integrare nuove tecnologie, innovare e assorbire shock economici. Il rapporto Future of Jobs 2025 del World Economic Forum aggiunge che entro cinque anni il 44% delle competenze richieste cambierà, trasformando il welfare aziendale in uno strumento necessario per sostenere formazione e processi di upskilling (miglioramento competenze) e reskilling (cambio competenze). Una direzione confermata dalle rilevazioni 2024-2025 di Eurofound, secondo cui la “qualità del lavoro” — intesa come sicurezza, autonomia, crescita professionale, relazione con i manager — è oggi uno dei principali motori della produttività nelle economie avanzate.
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Gli effetti dell’inchiesta della Procura di Milano sui possibili reati di natura finanziaria connessi alla acquisizione di Mediobanca da parte del Monte dei Paschi di Siena non sono al momento definibili né immaginabili. Per ora si sono manifestati immediati riflessi in Borsa: il titolo Mps ha perso oltre il 12 per cento in meno di una settimana, passando da 8,7 a 7,5 euro, prima di tentare una timida risalita. Il faro acceso dalla Procura sugli indagati, i grandi azionisti Francesco Gaetano Caltagirone e Francesco Milleri e l’amministratore delegato del gruppo Montepaschi, Luigi Lovaglio, hanno portato in evidenza fatti ben noti ai lettori delle cronache finanziarie: l’anomalo collocamento di una tranche di azioni Mps da parte del Tesoro il 13 novembre 2024; il palese interesse dell’esecutivo nell’indirizzare il ridisegno della geografia finanziaria nazionale, che ha avuto concretezza anche in un altro episodio clamoroso, l’utilizzo del Golden power per inibire l’acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit, due banche italiane.
In una analisi elaborata da Marsh & McLennan in collaborazione con la controllata Oliver Wyman, che considera 80 grandi imprese e oltre un milione di aziende loro fornitrici, il 74 per cento dei gruppi considerati non conosce i rispettivi fornitori di secondo e terzo livello. Inoltre, il 95 per cento delle aziende osservate ha almeno un fornitore critico nell’area del Medio Oriente. In un mondo sempre più polarizzato il rischio legato alle catene di fornitura che si sono create al tempo della globalizzazione imperante aumenta quotidianamente. E la tendenza non sembra destinata a diminuire a breve. Le imprese sono a rischio e la conoscenza, talvolta, vale più della forza economica. Tanto che i grandi colossi del brokeraggio assicurativo, come tra le altre Marsh & McLennan, spostano il focus del loro operare dalla mera mediazione tra proposte di polizze più convenienti, all’attività di consulenza: il risk consulting. Giampaolo Scarso è il Global leader risk consulting di Marsh, unico italiano a capo di un business globale del colosso mondiale del brokeraggio assicurativo. Scarso è a capo di una struttura presente in 40 paesi e formata da oltre 1.600 professionisti. Un punto di osservazione privilegiato sul mondo delle aziende. Romano di nascita, classe 1968, Scarso nella capitale è rimasto solo tre anni, seguendo poi i trasferimenti della famiglia. Il padre, Paolo, è stato prima alpino e poi diplomatico: console d’Italia in Germania negli anni Settanta, a Stoccarda e ad Hannover, quindi a Kabul prima dell’invasione e al Cairo. Poi, ambasciatore in Ghana e in Togo
Più che una forma di previdenza sembra uno strumento di educazione finanziaria. Ma l’ipotesi del nuovo Fondo previdenza giovani — proposta da Fratelli d’Italia tramite un emendamento alla Legge di Bilancio —, che permetterebbe a genitori e nonni di iniziare a investire per il futuro dei propri eredi, con un contributo (simbolico) dello Stato, ha forse un merito: riportare l’attenzione delle famiglie sulla necessità di costruire una pensione integrativa, da affiancare a quella pubblica, iniziando il prima possibile. Fin dalla culla, perché no? Il Natale in avvicinamento stimola una suggestione: scegliere un regalo finanziario da mettere sotto l’albero, posando il primo mattoncino di un tesoretto cui figli e nipoti potranno attingere quando saranno giovani adulti o, ancora più in là, neopensionati. Le soluzioni sul mercato non mancano, dal piano di accumulo al fondo pensione intestato a un figlio a carico, fino ai Buoni fruttiferi per minori. Ogni strumento ha pregi e difetti. L’Economia li ha messi a confronto
Oggi è già possibile intestare un fondo pensione ai minori, ottenendo anche un beneficio fiscale: i contributi versati a favore di un figlio a carico sono deducibili fino a un tetto massimo di 5.164 euro. Significa che se il genitore, con il proprio piano previdenziale, non raggiunge il limite massimo di deducibilità, può sfruttare a pieno il vantaggio. «Bisognerebbe però ampliare il plafond fiscale, rendendolo almeno individuale: per la prima volta nella storia, nei medesimi gruppi familiari, abbiamo nello stesso momento tre generazioni bisognose di costruire una previdenza complementare», dice Nadia Vavassori, Amundi sgr. Ma quanto vale lo sconto sulle tasse? Ipotizzando un versamento di 150 euro al mese, calcola Andrea Carbone di Smileconmy, se si reinveste ogni anno il beneficio fiscale del fondo pensione, si ottiene un capitale che varia da 43.670 euro a oltre 143 mila euro, incrociando tre variabili: la durata del piano (18 o 30 anni), la composizione del fondo (linea bilanciata o 100% azionaria), l’aliquota Irpef di riferimento (23% o 43%). «I risultati sarebbero superiori rispetto a un piano di accumulo su un fondo comune. La differenza si riduce su orizzonti temporali inferiori». La previdenza complementare prevede un prelievo fiscale annuo del 20% sulla rendita, gli altri strumenti finanziari applicano un prelievo del 26% sulle plusvalenze, ma solo al momento del disinvestimento
Per chi volesse investire pensando al futuro dei figli, il piano di accumulo offre la massima flessibilità: secondo le elaborazioni di Smileconomy, 150 euro al mese investiti in un fondo bilanciato per 18 anni possono generare un capitale di circa 39 mila euro. Diventano oltre 50mila euro se il piano prosegue per altri 12 anni. Il risultato migliora ulteriormente se si sceglie un fondo azionario: in base ai rendimenti storici realizzati dalle borse globali, si può ipotizzare un capitale di, rispettivamente, 56 mila e 120 mila euro, se i versamenti si protraggono per 18 o 30 anni. Anche il fondo pensione si presta a essere utilizzato come serbatoio di risparmi, da alimentare negli anni, facendovi confluire «paghette» e «mance» di genitori, zii e nonni, a cui attingere un domani per i progetti più importanti: ma prima di potervi accedere, devono passare otto anni dall’iscrizione al fondo. E in ogni caso, poi si può riscattare solo il 30% del montante (capitale versato più rendimenti), per qualsiasi necessità. Si arriva al 75% per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa o per spese sanitarie importanti. Non solo. Con la previdenza integrativa, arrivati al momento della pensione, in genere si può ottenere subito solo il 50% di quanto accumulato, il resto viene erogato sotto forma di rendita vitalizia. Un semplice piano di accumulo non ha nessuno di questi vincoli