Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Rilancio dei Pepp, strumenti per sapere quanto si incasserà di pensione e iscrizione automatica alla previdenza complementare. L’Ue si rimbocca le maniche per rilanciare il sistema pensionistico europeo, altro tassello della Savings and Investments Union. Ieri la Commissione ha adottato un pacchetto di misure incentrato sulla previdenza integrativa, sempre più centrale perché ormai l’assegno pubblico non garantisce lo stesso tenore di vita dello stipendio. Senza contare i vantaggi per la competitività dell’Ue visto che i risparmi europei verrebbero dirottati verso le imprese e ne incrementerebbero gli investimenti.
Il Paese è fermo. L’Ocse certifica che l’Italia ha registrato una crescita pari a zero nel terzo trimestre, dopo una contrazione dello 0,1% nel secondo trimestre del 2025. Anche la Germania, ormai ex locomotiva dell’Europa, non è cresciuta, dopo un -0,2% nel secondo trimestre. Su base annua il pil dell’Italia ha mostrato un incremento dello 0,4%, in rallentamento dopo il +0,5% del secondo trimestre. La crescita del pil ha mostrato un quadro eterogeneo nei 25 Paesi Ocse per i quali sono disponibili dati nel terzo trimestre: 12 Paesi hanno registrato tassi di crescita più elevati rispetto al secondo trimestre, in tre Paesi il pil è rimasto invariato, mentre cinque hanno registrato una crescita inferiore rispetto al secondo trimestre e cinque hanno registrato una contrazione del pil. Di conseguenza la crescita del il nell’Ocse è rallentata a +0,2% nel terzo trimestre dal +0,4% del trimestre precedente.
Generali stringe su GamaLife, la compagnia assicurativa da quasi 9 miliardi di euro di polizze vita, divise tra Italia e Portogallo e controllata dal fondo britannico di private equity Apax Partners. Dopo essersi affacciato al dossier, così come aveva anticipato MF-Milano Finanza, il Leone sarebbe ora stato ammesso alla seconda fase della gara, assieme al gruppo francese Bpce (a capo di Natixis) e a Bff Bank.

Agricole attento alle sinergie

«Ci sono molti scenari e molti non dipendono da noi. Se Banco Bpm dovesse proporci uno scenario di fusione, dovremmo valutare le sinergie e analizzare come potremmo continuare a rimanere un partner di lungo periodo in Crédit Agricole Italia»: in un’intervista all’emittente Cnbc la direttrice finanziaria della banca francese, Clotilde L’Angevin, ha parlato dei possibili scenari con l’istituto italiano. La Banque Verte punta a consolidarsi a lungo termine in Crédit Agricole Italia, «con il retail e con le partnership che abbiamo con Banco Bpm, in particolare nel settore assicurativo e nel credito al consumo». Per Agricole, ha aggiunto L’Angevin, «è importante mantenere queste partnership e la possibilità di far crescere la nostra base clienti e, naturalmente, il contributo all’utile netto». Il gruppo transalpino ha confermato la strategia di crescita in Italia. «Siamo molto attenti a ciò che Banco Bpm potrebbe offrirci in un piano di fusione e lo valuteremmo molto positivamente se dovesse concretizzarsi», aveva affermato nei giorni scorsi l’amministratore delegato Olivier Gavalda, aggiungendo che attualmente «ci concentriamo sulla nostra crescita organica e sulla capacità di continuare a svilupparci autonomamente in Italia»
L’Inail sempre più tra i banchi di scuola. Da quest’anno scolastico 2025/2026 è formalmente investito della mission educativa, confermando la vocazione ultradecennale di ente promotore della cultura relativa alla salute e sicurezza in ambito scolastico. La legge n. 21/2025, infatti, ha inserito l’igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro all’interno dell’insegnamento obbligatorio dell’educazione civica, al fine di formare studenti consapevoli dei rischi, promuovere la cultura della prevenzione e fornire strumenti per riconoscere le situazioni pericolose. A evidenziarlo, tra l’altro, è il Dossier scuola 2025 pubblicato ieri per celebrare la «Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole» (domani 22 novembre) che compie 10 anni (fu istituita nell’anno 2016, nell’anniversario del crollo avvenuto nel 2008 al liceo Darwin di Rivoli, provincia di Torino, che costò la vita a uno studente di 17 anni). Per quanto riguarda gli infortuni, l’Inail spiega che nell’anno 2024 sono in lieve aumento sia tra gli studenti che tra gli insegnanti
l Documento di Valutazione dei Rischi, che il datore di lavoro deve elaborare con il massimo grado di specificità, richiede la piena consapevolezza di tutti i rischi per la sicurezza dei lavoratori: un’adeguata valutazione del rischio deve prevedere il pericolo insito nella lavorazione o nell’ambiente di lavoro, non solo in modo generico, ma in relazione alla casistica concretamente verificabile. E’ quanto affermato dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 34696 del 24 ottobre 2025. La vicenda traeva origine dalla sentenza che confermava la condanna del legale rappresentante di una società per l’infortunio di un lavoratore avvenuto in violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro, in quanto egli avrebbe omesso di redigere un DVR adeguato a prevenire il rischio che poi si è concretizzato. Avverso la decisione proponeva ricorso per cassazione il difensore del datore di lavoro, lamentando un vizio di correlazione fra la condotta omessa dall’imputato (l’omessa redazione del DVR) e l’evento realizzatosi (l’infortunio del lavoratore). Stando alla difesa, la caduta del dipendente non avrebbe potuto essere evitata, considerate le caratteristiche dei luoghi e all’esperienza dei dipendenti.
Per i consulenti finanziari che hanno aderito al concordato preventivo biennale le provvigioni di ingresso non rientrano tra le variazioni tassative da applicare al reddito patteggiato col fisco. La componente, sebbene “straordinaria”, è tipica dell’attività dei consulenti per cui ha natura giuridica di provvigione e quindi di ricavo e non è considerabile tra le variazioni da applicarsi al reddito per determinare la proposta di concordato o per quantificare il reddito da concordato. È quanto indicato dall’agenzia delle entrate nella risoluzione 67/25 pubblicata ieri ed avente ad oggetto la determinazione del reddito concordato e al trattamento delle provvigioni di ingresso.
  • SMARTPHONE ALLA GUIDA
Mandare un messaggio mentre si è al volante significa procedere per oltre 220 metri senza guardare la strada, una distanza che in città equivale a quasi due isolati percorsi senza alcun controllo sull’ambiente circostante. È il dato, decisamente impressionante, emerso dal nuovo report realizzato da Generali jeniot insieme ad Automotive Safety Center GuidaSicura Quattroruote, presentato al Centro Tecnologico di Pero. L’analisi, condotta tramite un test sperimentale in pista, fotografa con precisione quanto anche le interazioni più comuni con lo smartphone modifichino – e spesso compromettano in modo significativo – la qualità della guida in contesti urbani reali, dove traffico, pedoni e imprevisti richiedono reazioni rapide e livelli di attenzione costanti. Il circuito utilizzato, appositamente allestito per riprodurre
fedelmente traffico, imprevisti e velocità tipiche dei tratti urbani tra i 40 e i 50 km/h, ha per
messo di monitorare in modo scientifico il comportamento dei guidatori durante tre attività tra le più diffuse: la scrittura di messaggi, l’impostazione del navigatore e le telefonate.
I risultati mostrano un quadro particolarmente allarmante. La digitazione di un testo comporta una distrazione visiva del 59% del tempo: ciò significa che, per più della metà dell’intero percorso, lo sguardo del conducente non è rivolto alla strada ma allo schermo del telefono.
  • Mobilità responsabile, ogni scelta al volante fa la differenza
    Verso una guida più sicura grazie a educazione e soluzioni digitali
La mobilità contemporanea è fatta di scelte continue: il percorso da seguire, la velocità, l’attenzione al traffico, l’uso dello smartphone. Ogni decisione, anche la più piccola, incide sulla sicurezza. In un contesto in cui le città sono sempre più dense, le distrazioni aumentano e la tecnologia accompagna ogni momento della giornata, parlare di mobilità
responsabile significa mettere al centro il comportamento del conducente e la sua capacità di gestire in modo consapevole i rischi della strada. Il tema è più attuale che mai. Secondo le principali ricerche europee, la distrazione è oggi tra le prime cause di incidentalità urbana, spesso superiore alla velocità e alla mancata precedenza. L’uso dello smartphone ha amplificato questo fenomeno, creando situazioni in cui pochi secondi di disattenzione
possono diventare critici.

corsera

Il ddl di Bilancio prevede che dal 2027 aumenti l’età pensionabile: un mese dal primo gennaio 2027 e poi due mesi dal primo gennaio 2028. L’aumento è collegato all’aspettativa di vita certificata dall’Istat che fissa l’aumento a 67 anni e 3 mesi a partire dal 2027. La manovra lo diluisce in due anni escludendo i lavori gravosi e usuranti. La Lega chiede di congelare gli aumenti del 2027 e 2028 e anzi, una prima proposta prevedeva di ridurre l’età di un mese dal 2027 fissandola a 66 anni e 11 mesi, ma su questo c’è stato un passo indietro. Per coprire la misura propone di aumentare di altri 2 punti l’Irap su banche e assicurazioni. Confermata l’Ape sociale, al momento Opzione Donna e Quota 103 sono cancellati.

Gli emendamenti segnalati per la legge di Bilancio pescano ancora nel settore assicurativo e bancario per trovare le coperture ad altre disposizioni. Gli interventi introdotti, passibili di modifica e volti a trovare coperture alla manovra, prevedono di arrivare a drenare a favore delle casse dello Stato fino a 1,250 miliardi. Questo potrebbe avvenire con un ulteriore aumento dello 0,5 per cento dell’Irap a carico di compagnie, banche e intermediari finanziari. E attraverso un’interpretazione delle norme sull’imposta relativa alle polizze inerenti l’RcAuto che fa alzare l’aliquota sulle coperture per l’infortunio del conducente (quelle considerate inerenti alla circolazione) dal 2,5% al 12,5% con effetto retroattivo per 10 anni. L’incasso potenziale da questa misura, se le compagnie decideranno di pagare (perché il rischio che si vada a contenzioso è quasi certo) è pari a circa un miliardo per l’effetto retroattivo. Ma la vicenda tocca anche le tasche dei contribuenti, e cioè dei clienti assicurati, perché l’incremento di quell’aliquota nella realtà riguarda un’imposta dovuta dall’assicurato e per la quale le compagnie svolgono il ruolo di sostituto di imposta. L’emendamento a firma di Matteo Gelmetti (Fdi) stabilisce che l’aumento dell’aliquota valga anche per il futuro e, a tale scopo, la nuova norma (costruita su una interpretazione di come vada calcolata l’imposizione fiscale sulle polizze inerenti alla circolazione) viene introdotta anche nel nuovo testo unico dei tributi erariali minori. L’effetto è che a partire dal 2026 l’aliquota sulle polizze infortunio del conducente salirà del 10% (al 12,5%) e questa la pagheranno i cittadini. Il gettito atteso è circa 100 milioni di euro all’anno per il futuro. Per quanto riguarda la parte retroattiva l’introito atteso è di quasi 1 miliardo.
La questione degli anziani non più autosufficienti – cioè impossibilitati a svolgere autonomamente le attività della vita quotidiana – accomuna circa 10 milioni di persone: 4 milioni direttamente coinvolte, i loro familiari e gli operatori professionali. L’assistenza agli anziani, però, non è ancora riuscita a diventare una priorità politica. Le speranze di cambiamento sono riposte nella prima riforma nazionale del settore, la Legge 33 approvata nel marzo 2023. Una riforma con un obiettivo ambizioso: modificare strutturalmente il nostro sistema di welfare, ideato quando gli anziani non autosufficienti erano molti meno di oggi, per metterlo in condizione di rispondere alla loro sempre più diffusa presenza. Purtroppo, però, queste speranze al momento paiono lontane dall’essere soddisfatte. Trascorsi due anni e otto mesi dall’approvazione della riforma, infatti, la sua attuazione incontra difficoltà che toccano tutti i punti chiave.
Abbracciare i principi della sostenibilità premia, anche nei rapporti con le banche. Crescono le imprese sostenibili e i flussi di finanziamento verso le Pmi con uno score Esg elevato (ambientale, sociale e di governance) registrano un tasso di default inferiore di oltre il 20% rispetto alla media. Lo mostra l’Esg Outlook di Crif, l’osservatorio annuale sulla sostenibilità presentato in occasione dei Tomorrow Speaks 2025. Un campione di 600 grandi imprese e oltre 315mila piccole e medie aziende è stato passato ai raggi X per elaborare un punteggio Esg e mettere a fuoco la correlazione tra il livello raggiunto e la performance creditizia. Nel 2024 – sottolinea il report – il 70,5% delle grandi imprese si è collocato nelle due classi più alte di score Esg (“molto alto” e “alto”) con un miglioramento di 24 punti percentuali rispetto al 2023, mentre si è ridotta di sei punti la quota di imprese con punteggi peggiori. Di pari passo circa il 76% dei finanziamenti ha riguardato aziende con un’elevata adeguatezza Esg, con un aumento di circa 23 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Il trend è in miglioramento, seppure in misura più contenuta, anche per le Pmi. Quelle che presentano livelli di adeguatezza elevati sono pari al 43% del totale, in aumento del 17% rispetto all’anno precedente, mentre sono diminuite dell’11% le piccole e medie imprese con punteggi più bassi. Anche la distribuzione del credito riflette questa tendenza: circa il 39% dei finanziamenti sono andati a Pmi con buoni livelli di sostenibilità rispetto al 25% del 2023.
Nel tentativo di fare progressi verso una unione finanziaria, la Commissione europea ha presentato ieri attese modifiche legislative al regolamento entrato in applicazione nel 2022 e che instaura un prodotto pensionistico di stampo europeo (noto con l’acronimo inglese PEPP). Tra le altre cose, Bruxelles propone di eliminare il tetto alle commissioni degli intermediari finanziari, un tetto che avrebbe disincentivato questi ultimi a commercializzare il prodotto europeo. Ha spiegato Maria Luís Albuquerque, la commissaria ai servizi finanziari: «Tutti dovrebbero poter mantenere un buon tenore di vita durante la pensione. Per questo motivo abbiamo adottato un approccio volto a rafforzare le pensioni integrative, che vanno ad affiancarsi, e non a sostituire, le pensioni pubbliche (…) Esorto tutte le parti interessate (…) a unirsi ai nostri sforzi, poiché un’attuazione efficace a livello nazionale sarà fondamentale per raggiungere questi obiettivi condivisi». La revisione del regolamento mira a rendere il prodotto pensionistico personale paneuropeo «un’opzione più attraente, accessibile ed economica per i risparmiatori», spiega la Commissione europea. «L’obiettivo è di eliminare i requisiti esistenti e le caratteristiche di progettazione che hanno ostacolato la diffusione del PEPP, continuando al contempo a garantire un elevato livello di protezione dei consumatori». Un’offerta cosiddetta base potrà essere venduta senza consulenza.
A inizio novembre Assonime ha pubblicato una circolare (la numero 23) che commenta l’attuazione del decreto legislativo 138/2024 di recepimento della direttiva NIS 2, ridefinendo il governo del rischio di cybersicurezza nelle imprese considerate «essenziali» o «importanti». L’analisi evidenzia come la sicurezza informatica diventi parte integrante della strategia d’impresa, con obblighi puntuali per gli organi amministrativi e direttivi, presidi organizzativi minimi da implementare e un sistema sanzionatorio graduato. L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) completa il quadro con determinazioni e Faq che specificano misure, tempistiche e responsabilità. Il decreto impone, infatti, un cambio di paradigma: il rischio cyber non è un tema tecnico delegabile in via esclusiva alle funzioni It, ma un rischio d’impresa da presidiare al vertice.