Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

La linea europea sul bando ai motori termici dal 2035 vacilla come mai prima. Secondo fonti qualificate consultate da MF-Milano Finanza, la Commissione Europea starebbe iniziando a prendere seriamente in considerazione la valutazione di uno slittamento al 2040 della fine della produzione degli endotermici, e l’avvio di una decisione di simile portata verrà analizzata già nel pacchetto di provvedimenti sull’auto che sono attesi per il 10 dicembre.
Sicuramente sarà modificata la batosta ai dividendi inserita nella versione della manovra inviata al Senato in vista dell’inizio dell’iter parlamentare. Tra gli emendamenti di maggioranza e opposizione ci sono infatti diverse proposte per ridimensionare se non eliminare l’articolo 18 che prevede l’aumento al 24%, dall’attuale 1,2%, della tassazione sulle cedole per le società con partecipazioni inferiori al 10%. Lo confermano fonti parlamentari di maggioranza a MF-Milano Finanza. Si spazia dalla richiesta di escludere dalla doppia tassazione gli investimenti di lungo periodo (quindi non speculativi) fino al tentativo di tutelare almeno le società quotate dal rincaro delle imposte sulle cedole infra-gruppo. Ma c’è anche l’ipotesi presentata da forze di maggioranza – e raccontata da questo giornale – di introdurre una tassa a sconto (dal 26% al 12,5%) per gli italiani che decidano di rivalutare i loro lingotti, monete da collezione e placchette detenuti, stimati in un valore compreso tra 133 e 166 miliardi di euro. Così da far emergere il valore reale dell’oro da investimento degli italiani nonché superare gli ostacoli alla sua cessione utilizzando canali ufficiali, e di portare quasi 2 miliardi di gettito all’erario. Quindi circa il doppio rispetto al miliardo necessario a cancellare la norma sui dividendi.
Come anticipato da MF-Milano Finanza, la Consob ha dato il via libera al fondo di Generali Investments che rientra nel progetto Fnsi (Fondo Nazionale Strategico Indiretto) del Mef per aumentare la liquidità, scambi e valutazioni delle piccole e medie imprese di Piazza Affari. Il veicolo Generali Future Leaders Italia è istituito e gestito da Generali Asset Management, avrà un target minimo di raccolta di 70 milioni circa e «punta ad arrivare fino a 200 milioni», spiega Filippo Casagrande, Chief of Investments di Generali Investments. «Per la raccolta dei capitali ci rivolgiamo agli istituzionali, abbiamo già richieste da parte di investitori europei attirati da uno spread stabile a livello di Paese e nel contempo da una valutazione molto contenuta delle nostre società, in presenza di bilanci buoni. L’idea è di creare un fondo che possa far crescere con pazienza, come fosse una partecipazione di private equity, i titoli in portafoglio. Con un’ottica quindi di lungo termine. Guardiamo con attenzione al segmento delle società più piccole di Piazza Affari, l’Egm, che ha particolarmente bisogno di liquidità».
Il consiglio di amministrazione di Generali Assicurazioni è convocato per questa mattina. I membri del board della compagnia triestina non dovranno discutere solo dei conti dei nove mesi (che saranno comunicati al mercato domani mattina). Sul tavolo del cda del Leone ci sarà anche la designazione di Giulio Terzariol, da gennaio 2024 ceo Insurance di Generali, a direttore generale della compagnia da affiancare al group ceo Philippe Donnet. Una figura, quella del direttore generale, che nella compagnia di Trieste manca dal 2017 (per la precisione dall’uscita di Alberto Minali). Più volte in passato gli azionisti privati, da Delfin al gruppo Caltagirone, ne avevano riproposto l’istituzione ma non avevano avuto la forza di imporsi.
Groupe Premium, società di gestione francese controllata da Eurazeo, entra nel capitale di Grifo Group con una quota di maggioranza. L’importo dell’operazione non è stato reso noto. Bernardo Franchi, fondatore del gruppo italiano attivo nel brokeraggio assicurativo e nella mediazione creditizia, e il suo board mantengono una partecipazione nel capitale dell’azienda, di cui continuano a guidare la strategia in Italia. Franchi inoltre farà parte del comitato strategico di Groupe Premium a Parigi. Grifo Group diventa così il partner esclusivo in Italia della società fondata e presieduta da Olivier Farouz mantenendo marchio, autonomia operativa, relazione con clienti e partner. Il fondo d’investimento francese Eurazeo (che a maggio ha aperto una sede a Milano, è stato azionista di Moncler e a febbraio scorso ha rilevato le terme Aquardens di Verona), aveva acquisito il controllo di Groupe Premium nel 2021. E due anni dopo nel 2023, era stata la volta del fondo di private equity Usa Blackstone a fare il suo ingresso in minoranza, al fianco di Eurazeo e Montefiore Investment.
Nei giorni scorsi Ivass ha prorogato l’amministrazione straordinaria in Ara 1857 fino a marzo prossimo. Ma la compagnia specializzata nella grandine, risanata dal commissario Massimo Michaud, potrebbe essere pronta per le nozze con i francesi di Groupama prima di quella data. Il passaggio di proprietà è atteso entro la fine dell’anno perché la proroga è stata determinata dall’attesa delle autorizzazioni necessarie alla vendita. In questa settimana è già arrivato il via libera del governo che non farà ricorso ai poteri speciali del golden power e pure l’Istituto di vigilanza assicurativa avrebbe dato il suo lascia passare alla cessione a Groupama.
Liquidità lasciata nei conti correnti ed erosa dall’inflazione, investimenti immobiliari a basso rendimento, troppi titoli di Stato in portafoglio: negli ultimi 20 anni questo approccio negativo al denaro ha fatto perdere agli italiani, complice l’incedere del carovita, il 7% della ricchezza reale di partenza. E tutto questo in un mondo in cui i mercati azionari correvano a doppia cifra. Da questo costo occulto, «il costo della prudenza», prende il via il quinto Osservatorio Edufin di Pictet Asset Management, realizzato in collaborazione con Finer Finance Explorer
- Scadenza per la catastrofale
La legge di Bilancio 2024 ha introdotto, con una norma specifica del 30 dicembre 2023
n. 213 (art. 1 commi 101-111), un obbligo assicurativo per tra sferire sulle assicurazioni private una parte del rischio che finora è gravato solo sui fondi pubblici, andando a promuovere nelle imprese una cultura della prevenzione. Tutte le aziende con sede legale in
Italia, escluse quelle agricole, sono obbligate a stipulare una polizza assicurativa che copra i potenziali danni causati da terremoti, frane, alluvioni, inondazioni ed esondazioni.
Se le grandi imprese (con oltre 250 dipendenti) sono state coinvolte nella normativa già
da marzo 2025 e per le medie imprese (con 50-250 dipendenti) l’obbligo è scattato col mese di ottobre, per le Pmi e le micro-imprese la scadenza prevista è quella del 31 dicembre 2025. Sarà fatta una proroga per i comparti della pesca e dell’acquacoltura: per queste imprese l’obbligo scatterà sempre il 31 dicembre 2025. «Per l’impresa inadempiente non sono previste sanzioni pecuniarie ma sarà automaticamente esclusa da contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubbliche di qualsiasi natura, oltre a vedersi precluso l’accesso alla garanzia statale sui finanziamenti, vale a dire al Fondo di garanzia per le pmi. Si tratta dunque di una forma di sanzione di tipo interdittivo, che rafforza l’obbligo attraverso il meccanismo del vincolo premiale.» spiega il legale Fabio Speranza di Partner di Impresa
- Le imprese assicuratrici dirette crescono del 10% in 2 anni
Segugio.it: le compagnie tradizionali segnano un incremento del 3,7%
Secondo l’analisi condotta da Segugio.it – il portale nel mercato italiano della comparazione tramite internet di prodotti assicurativi, utilities e prodotti di credito – le imprese assicuratrici dirette continuano a guadagnare terreno sul mercato, registrando una crescita
significativa negli ultimi anni. Tra il 2022 e il 2024, il numero di contratti stipulati in Italia con le compagnie dirette è aumentato del 9,8%, un dato nettamente superiore rispetto all’incremento del mercato complessivo (+3,7%) e alla crescita delle imprese tradizionali (+2,5%).
- ASSICURAZIONI PIÙ FLESSIBILI
BlackRock Global Insurance Survey: l’85% cambia la strategia delle gestioni patrimoniali. Le compagnie assicurative si preparano a un altro anno di incertezza, con l’inflazione ancora una volta indicata come uno dei principali rischi macroeconomici, secondo il 14° Rapporto Globale sulle Assicurazioni di BlackRock. L’indagine, condotta su 463 professionisti senior degli investimenti in 33 mercati – per un totale di 23mila miliardi di dollari di asset in gestione – mostra un settore che si adatta con cautela, ma che al tempo stesso coglie nuove opportunità sia nei mercati pubblici che in quelli privati. Nonostante la bassa propensione al rischio – solo il 12% delle compagnie intende aumentare l’esposizione complessiva al rischio nel 2025 – le allocazioni ai mercati privati continuano a crescere. Quasi un terzo (30%) degli assicuratori prevede di incrementare tali investimenti nel corso
dell’anno, segnalando il proseguimento della transizione strutturale verso il privato, un
trend che si è mantenuto costante attraverso diversi cicli di tasso. Il credito privato, le infra
strutture e le strategie multi-alternative restano le opportunità più frequentemente
citate
- Gruppo Helvetia Italia a supporto della gestione della liquidità
Il Gruppo Helvetia Italia presenta «Helvetia BiPower Impresa», la nuova soluzione di investimento assicurativo di capitalizzazione pensata per le aziende che desiderano ottimizzare la gestione delle proprie risorse finanziarie o valorizzare gli accantonamenti del Trattamento di Fine Rapporto (Tfr) e del Trattamento di Fine Mandato (Tfm). Si tratta di una soluzione di capitalizzazione versatile che risponde a esigenze diverse, sia delle grandi aziende che vogliono gestire la propria liquidità in modo strategico e vantaggioso, sia delle piccole aziende che desiderano gestire efficacemente gli accontamenti del Tfr e Tfm. Helvetia BiPower Impresa prevede un investimento iniziale minimo di 2.500€, integrabile
con versamenti aggiuntivi da effettuare nel corso della durata del contratto

C’è scarsa copertura del rischio da eventi catastrofali in agricoltura. Lo rileva Howden che ha lavorato al rapporto della Banca Europea per gli Investimenti (Bei). Nei prossimi decenni, le perdite previste potrebbero raggiungere i 20 mld di euro solo in Spagna e Italia. E oggi di tutte le perdite legate al clima, solo il 20-30% è coperto da sistemi pubblici, privati o mutualistici, inclusa la Pac, ma in numerosi casi la copertura è del tutto assente. «Dallo studio emerge che la perdita media annua in Europa dovuta a eventi climatici è di circa 28 mld di euro e in proiezione 2050 si può arrivare fino a 40 mld di media annua», spiegano a ItaliaOggi, Jacopo Tacconi, business development director di Howden Agricoltura e Patrizia Barrale, director, head of Agricultural risks reinsurance. «Oggi si assicurano solo i prodotti ad alto valore aggiunto. Probabilmente dovremmo affacciarci con una struttura dei prodotti diversa con un costo minore che però consente di salvaguardare l’attività».
Dal 2026 gli agricoltori colpiti da disastri naturali, eventi climatici avversi, fenomeni di natura catastrofale o che subiranno danni per effetto delle misure adottate dalle autorità competenti per eradicare o circoscrivere una fitopatia o una malattia degli animali, riceveranno pagamenti di crisi finanziati e riconosciuti per assicurare la continuità nella conduzione dell’attività agricola. Lo prevede la proposta di Regolamento della Commissione europea di semplificazione della PAC (pacchetto Omnibus III) che è stata approvata con un accordo provvisorio tra la presidenza di turno danese del Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento. A questo punto manca l’ultimo passaggio formale dell’approvazione e della pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale.

Le Generali si preparano a reintrodurre la figura del direttore generale. La scelta è caduta su Giulio Terzariol, ceo del business insurance, il cui nome verrà proposto oggi al consiglio della compagnia convocato per l’approvazione dei conti dei primi nove mesi. La scelta di proporre la nomina di un direttore generale rappresenta il primo intervento di Donnet dopo il cambio di controllo in Mediobanca. Una mossa che alcuni osservatori invitano a leggere anche in chiave di successione, come un’indicazione di continuità. Il board della compagnia è stato nominato la primavera scorsa e, sebbene con il passaggio di Piazzetta Cuccia sotto le insegne del Montepaschi sia cambiato l’azionista di riferimento di Trieste, l’attuale assetto non sembra in discussione. Almeno non per il momento. Tuttavia qualche ragionamento sulla governance Mps, Caltagirone e Delfin lo faranno. Dovrebbe essere avviato un confronto con il presidente Andrea Sironi, per trovare la soluzione che permetterà a Siena di mettere un suo manager nel board, in modo da poter mantenere le agevolazioni previste dal Danish compromise sulle partecipazioni assicurative detenute dalle banche. Il vecchio consiglio di Mediobanca ha indicato per quel ruolo Clemente Rebecchini.
È arrivato alla seconda tappa il progetto «Meglio Ora. La prevenzione è una sana abitudine» della Fondazione Ania, che si sviluppa come un talk radiofonico nelle scuole di tre diverse città: dopo Torino, c’è stato l’appuntamento di ieri a Milano, all’Istituto Tecnico Galilei-Luxemburg, alla presenza della presidente della Fondazione Maria Bianca Farina e del presidente Ania, Giovanni Liverani e il 20 novembre ci sarà la tappa a Napoli. L’incontro ha consentito di avvicinare i giovani ai concetti di protezione e prevenzione, alla base della cultura assicurativa.
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Il nostro anno peggiore è stato il 2023, ma anche le ondate di calore del 2024. Sono state altamente mortali e in Europa attualmente per impatti siamo dietro soltanto alla Francia (dodicesima). A rivelarlo è il Climate Risk Index, l’indice realizzato dall’organizzazione umanitaria e ambientale Germanwatch che, attraverso i dati storici su 9700 fra gli eventi più impattanti degli ultimi trent’anni, ha definito il rischio di esposizione delle nazioni agli effetti del surriscaldamento globale. Quell’emergenza climatica che — ad esclusione di Stati Uniti, San Marino e Myanmar — tutti i delegati del mondo stanno ora provando ad affrontare, cercando soluzioni concrete, a Belém. Solo a causa degli eventi meteo estremi — quasi 10mila — avvenuti negli ultimi trent’anni sono morte oltre 830mila persone
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