Al 1° gennaio 2025 i centenari residenti in Italia sono 23.548, secondo quanto riporta l’ISTAT, oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente quando se ne contavano 21.211; quasi l’83% è di sesso femminile. Rispetto al 1° gennaio 2009, quando erano 10.158, i centenari sono più che raddoppiati (+130%).  All’inizio di quest’anno, i residenti con almeno 105 anni di età (semi-supercentenari) sono 724, in aumento rispetto ai 654 dell’anno precedente. Il rapporto di genere tra i semi-supercentenari propende ancora di più a favore delle donne: sono infatti 657 (il 90,7% del totale) contro 67 uomini (9,3%).

I cittadini che, alla stessa data, hanno compiuto almeno 110 anni (supercentenari) sono 19, due unità in meno rispetto all’anno precedente. A conferma della maggiore longevità femminile soltanto uno di essi è di sesso maschile.

A dimostrazione che sempre più persone negli anni raggiungono le età estreme della vita, tra il 2009 e il 2025 la quota relativa di individui che ha raggiunto i 105 anni sul totale della generazione di appartenenza è più che raddoppiata. Nello specifico, circa 20 individui ogni 100mila hanno raggiunto i 105 anni nella coorte di nascita del 1903, valore che sale a quasi 50 nella coorte del 1919. Si tratta di un’evoluzione in costante crescita, tranne un leggero calo che riguarda le coorti della Prima Guerra Mondiale, quando una natalità molto più bassa e una mortalità infantile più alta hanno fatto sì che il contingente di persone che potesse raggiungere i 105 anni di età fosse in numero minore.

A livello mondiale il record di superamento dei 110 anni di età è detenuto oggi, tra gli uomini, da João Marinho Neto, residente in Brasile (112 anni di età festeggiati da poco) e, per le donne, da Ethel Caterham, residente nel Regno Unito (116 anni). Si tratta di record del momento, accertati tra le persone che risultano oggi viventi, ma che in passato sono stati già abbondantemente superati: la donna più longeva al mondo, Jeanne Calment, aveva 122 anni alla data di morte nel 1997.

I centenari in vita al 1°gennaio 2025 sono ripartiti sul territorio in maniera eterogenea. In valore assoluto la presenza più alta si registra in Lombardia (quasi 4mila), Lazio ed Emilia-Romagna (oltre 2mila per entrambe).

In termini relativi, il Molise si colloca in cima alla graduatoria, con circa 61 centenari ogni 100mila residenti. Tuttavia, a parte questa regione, tenuto conto del suo numero contenuto di centenari, una posizione preminente in termini di longevità è quella espressa dalla Liguria, la regione storicamente a più forte invecchiamento del Paese, come evidenzia anche la più elevata età media dei suoi residenti, giunta a sfiorare i 50 anni. La sua quota di centenari è pari a 59,4 per 100mila residenti al 1° gennaio 2025, davanti a quella del Friuli-Venezia Giulia (55,4) e della Toscana (49,1). Tra le province, Isernia presenta la più alta concentrazione di centenari (78,7), davanti a quella di Nuoro (65,5), di Siena e Gorizia (63,5 entrambe). Seguono tre province liguri, Imperia (61,2), Genova (61,1) e La Spezia (61,0). In Sardegna, oltre a Nuoro, anche la Provincia di Oristano presenta una concentrazione significativa di centenari (52,7, 18° in graduatoria). Nel loro insieme le due province sarde, che includono zone della Barbagia e dell’Ogliastra (la cosiddetta “Blue Zone”), testimoniano della estrema longevità sarda.

In riferimento alla tipologia di residenza, fra i centenari predomina la quota di coloro che vive in famiglia (89% nella classe 100-104 anni; 88% fra i 105 anni e oltre) rispetto a chi risiede in una convivenza istituzionalizzata (2.598 in totale). Fra i supercentenari la quota di chi vive in famiglia sale al 91%, a suggerire che l’ambiente familiare garantisce un’assistenza più attenta e personalizzata, consentendo maggiore protezione per la salute e migliore qualità della vita.