Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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In Italia il welfare – nelle sue quattro componenti sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione – assorbe 669,2 miliardi di euro, pari al 60,4% del totale della spesa pubblica, con la componente previdenziale che pesa per il 16% del pil, contro una media dell’Eurozona del 12,3%. Numeri emersi durante la presentazione del Rapporto 2025 del Think Tank «Welfare, Italia», iniziativa promossa da Unipol in collaborazione con Teha Group. L’analisi rileva anche la pressione demografica crescente: nel 2024 c’è stato il minimo storico di nascite (370mila) con un saldo negativo per 281mila e, nello scenario mediano Istat, la popolazione scende a 54,8 milioni al 2050, con la quota di over-65 al 34,9%.
Il livello di alfabetizzazione finanziaria e assicurativa degli italiani non raggiunge ancora la sufficienza, con una votazione di 56 su 100. A rilevarlo è la quarta edizione di Edufin Index, l’Osservatorio su consapevolezza e comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani messo a punto da Alleanza Assicurazioni, compagnia del gruppo Generali, insieme a Fondazione Mario Gasbarri e con la collaborazione scientifica di Sda Bocconi. Nel 2025 permane significativo il gap di genere (uomini 59 contro donne 54).
Consob dice sì alle nuove regole sulle liste del cda introdotte dalla Legge Capitali nel Tuf, fornendo una serie di chiarimenti. Ieri la Commissione ha approvato le modifiche al Regolamento Emittenti al termine di due consultazioni con il mercato. Sotto la lente sono finiti soprattutto i punti più controversi della nuova normativa, a partire dalla seconda votazione sui candidati della lista del board. La Legge Capitali prevede che, dopo aver ottenuto la maggioranza dei consensi, la lista del cda sia a una seconda votazione individuale sui singoli nominativi. Consob ha precisato che la procedura è di competenza dell’intera assemblea: il regolamento emittenti è stato quindi riformulato «nel presupposto che la seconda votazione sui singoli candidati presenti nella lista del cda sia di competenza dell’assemblea nel suo plenum, per consentire a tutti i soci di esprimere il proprio parere sui profili dei candidati tratti dalla lista del board che saranno nominati amministratori», spiega Consob nella relazione illustrativa sugli esiti della seconda consultazione.
Le recentissime vicende che hanno coinvolto l’Autorità garante della privacy stanno portando in primo piano la necessità di riflettere sulle condizioni di autonomia e indipendenza delle autorità di regolazione, controllo e garanzia. L’autonomia è istituzionale e, come tale, essa esige che sia anche funzionale e che la governance sia coerente con tale status. Nel momento in cui la governance di tali autorità, nel suo agire, si configurasse inevitabilmente come una emanazione del governi, delle maggioranze parlamentari o delle minoranze, verrebbe meno la ragion d’essere di questi organismi. Per l’esperienza sinora compiuta, si riscontrano luci e ombre. Comunque l’esigenza di una riforma oggi si rafforza per le ulteriori trasformazioni intervenute nel campo dei soggetti controllati, per i rapporti con le istituzioni dell’Unione Europea, per le responsabilità nei confronti del governo e del parlamento, per l’evoluzione delle materie su cui si esercita la competenza, per il modo in cui vengono nominati i componenti degli organi di vertice. A quest’ultimo proposito, disciplina e onore debbono essere prerequisiti. Se si mette mano alla revisione della formazione dei vertici, allora la strada da imboccare non può che essere quella dell’adozione di una procedura simile a quella della nomina dei giudici costituzionali. Poi, occorre ancor più stringere sui requisiti di competenza, esperienza, onorabilità, autonomia intellettuale, anche, e soprattutto, nei confronti delle forze politiche, nonché sulla disponibilità di un coerente curriculum. Si deve, cioè, essere distinti e distanti da tali forze, ma anche, naturalmente, dalle forze economiche.

Amministratori revocabili se non blindano la cybersicurezza delle imprese. E sono anche personalmente responsabili per i danni al patrimonio sociale e ai creditori conseguenti a un attacco informatico non fronteggiato a dovere. È quanto illustrato da Assonime, l’associazione delle imprese, con la circolare n. 23 del 4/11/2025, dedicata alla illustrazione del d.lgs. 138/2024, che ha recepito la direttiva UE 2022/2555 (nota come NIS2). Direttiva e d.lgs. impongono, oltre che a molte pubbliche amministrazioni, anche a un gran numero di imprese di mettersi in sicurezza per contrastare gli attacchi informatici.
n caso di incidente sotto alle telecamere meglio formalizzare subito l’istanza di accesso ai filmati della videosorveglianza comunale. Diversamente trascorso il periodo ordinario di conservazione dei tracciati l’utente stradale resta a mani vuote. Con la sentenza n. 8472 del 31 ottobre 2025, Sez. V, il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità della cancellazione automatica dei filmati dopo pochi giorni, ribadendo che il diritto di accesso non può estendersi oltre i limiti temporali fissati dalle norme in materia di protezione dei dati personali.
Il lavoro nei campi è più sicuro. Scendono, infatti, gli «indici di gravità medi» (Igm) calcolati per il prossimo triennio 2026/2028 dall’Inail, ai fini dell’applicazione del c.d. cuneo, lo sconto dei premi e contributi assicurativi. L’indice relativo ai dipendenti dell’agricoltura, pari attualmente a 7,41 (triennio 2023/2025) e a 8,90 nel triennio 2020/2022, scenderà a 6,67 nel triennio 2026/2028. L’indice relativo ai lavoratori autonomi dell’agricoltura, pari attualmente a 10,45 (triennio 2023/2025) e a 13,02 nel triennio 2020/2022, calerà a 8,68 nel triennio 2026/2028. Lo spiega l’Inail nella circolare n. 53/2025.
L’equo compenso per gli avvocati si applica anche se la convenzione con la banca o con l’assicurazione è anteriore all’entrata in vigore della norma di cui all’articolo 13-bis della legge 31/12/2012, n. 247, avvenuta il 06/12/2017 (disposizione poi assorbita nell’equo compenso di cui alla legge 21/04/2023 n. 49). Vanno disapplicate, dunque, le clausole vessatorie per i legali: conta il momento di conferimento dell’incarico, mentre la disposizione non è retroattiva come tutte quelle che prevedono nullità di clausole negoziali. Così la Corte di cassazione civile, sez. seconda, nella sentenza n. 29039 del 3 novembre 2025
  • Allianz Direct festeggia i risultati della 2ª edizione del Clean up day a Milano
Lo scorso 30 ottobre la compagnia di assicurazione online Allianz Direct ha coinvolto, nel capoluogo meneghino, i propri dipendenti nell’ambito dell’iniziativa Clean up. Dopo il successo della precedente edizione, quest’anno, in oltre 240 ore di lavoro sono stati raccolti 640 kg di plastica, mozziconi e altri rifiuti, poi opportunamente differenziati e conferiti nelle corrette sedi di raccolta grazie al supporto dell’associazione Plasticfree Odv onlus. «Non offriamo solo protezione per i rischi connessi all’auto, alla moto o alla casa dei nostri clienti», ha dichiarato Alessandra Valentini, ceo di Allianz Direct Italia. «Vogliamo essere testimoni attivi dei valori che contribuiscono a un futuro più sostenibile per tutti».

Si amplia il divario regionale per le prestazioni di welfare, con una polarizzazione sempre più accentuata. La distanza tra la regione migliore e quella peggiore raggiunge 23,6 punti, in aumento del 9% rispetto alla precedente rilevazione. Il Welfare Italia Index 2025 – un indicatore sintetico su politiche sociali, sanità, previdenza e formazione -, assegna il punteggio più elevato alla provincia autonoma di Trento (83,8 punti), seguita dalla provincia autonoma di Bolzano (80,4 punti) e dal Friuli-Venezia Giulia (78,3). In fondo classifica Campania (62 punti), Basilicata (60,7 punti) e Calabria (60,2 punti). È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dal Rapporto 2025 del Think Tank “Welfare, Italia” promosso da Unipol in collaborazione con Teha Group, presentato ieri a Roma nel Forum “Welfare, Italia” dal titolo “Capitale Umano: la nuova leva della competitività nazionale”. Gli squilibri si confermano allargando lo sguardo a livello nazionale nella composizione della spesa, orientata alla protezione della popolazione più anziana: nel 2024 il welfare – nelle sue quattro componenti sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione – ha assorbito 669,2 miliardi di euro, pari al 60,4% della spesa pubblica. Guardando al peso specifico di ciascuna voce, la previdenza pesa il 16% del Pil contro una media dell’Eurozona del 12,3%, mentre restiamo sotto la media europea per istruzione (3,9% del Pil contro una media del 4,6%) e politiche sociali (4,9% del Pil contro il 7,3%). Questo scenario, appesantito dal fattore demografico – con l’invecchiamento progressivo della popolazione e la riduzione della fascia in età lavorativa – impone di «riequilibrare la spesa verso i fattori abilitanti di crescita»: scuola e competenze, politiche sociali attive, salute e prevenzione. «Siamo un piccolo Paese comparato ai grandi mondiali – ha sottolineato Carlo Cimbri, presidente di Unipol Assicurazioni -, non possiamo competere sulla quantità ma sulla qualità. Bisogna qualificare le nostre persone premiando e valorizzando il merito».
Dopo la fusione di Axa I.M.  l’asset management mondiale del Gruppo Bnp Paribas in termini di masse raggiunge 1.600 miliardi, di cui solo in Italia 100 miliardi, considerando le diverse aree e i mandati. Ma soprattutto aumentano le expertise e i campi di attività. A quelle note (dai fondi agli Etf, dalle polizze alle soluzioni personalizzate, dalla banca commerciale alla banca depositaria, dal credito al consumo al leasing) il gruppo diventa leader nei private market. Questo consente di studiare soluzioni adeguate per la clientela con alta disponibilità. Nel wealth management l’Italia è considerata uno dei quattro mercati domestici, quindi mercato chiave.
Due sentenze — del Tribunale di Lecce ( 616/2025) e del Tribunale di Ragusa ( 1618/2024) — hanno riacceso il dibattito su un tema che tocca da vicino la vita di milioni di italiani: la copertura assicurativa dei danni in condominio. Entrambe hanno negato il risarcimento dei danni provocati da infiltrazioni d’acqua che aveva fatto crollare un controsoffitto, ritenendo che non si trattasse di «eventi accidentali» ma di conseguenze della mancata manutenzione. Il punto è : se l’evento non è accidentale, la compagnia può rifiutare il pagamento dei danni? La Corte di cassazione da tempo la pensa diversamente. Secondo la Suprema corte (Cassazione 4799/2013), l’assicurazione per la responsabilità civile non copre solo gli incidenti imprevedibili, ma anche i fatti colposi, cioè quelli dovuti a negligenza o disattenzione, purché non ci sia dolo. In caso contrario, la polizza diventerebbe inutile: nessuno assicurerebbe un rischio che, per definizione, non esiste.