MERCATI

Autore: Fausto Panzeri
ASSINEWS 378 – Ottobre 2025

Buona crescita della raccolta premi. Brillante il Vita, positivi i Danni. Migliora il RoE. Resta elevato il Solvency ratio. L’Italia esce bene dal confronto.

Nell’ambito dell’Unione Europea, dal 2011, opera l’EIOPA (European Insurance and Occupational Pensions Authority).

Questo organismo, creato dall’Unione Europea, ha il compito di sorvegliare il mercato assicurativo dell’Europa Unita. L’ANIA nella sua pubblicazione “L’Assicurazione Italiana 2024- 2025” ha rielaborato i dati, raccolti da EIOPA, evidenziando il posizionamento dell’Italia nei confronti dei maggiori paesi della Comunità, fornendo così una sintesi puntuale e accurata dell’andamento dell’assicurazione europea nel 2024.

Segnaliamo che questi dati sono relativi ai mercati assicurativi di nove paesi (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Spagna e Svezia), che rappresentano quasi il 90% della raccolta totale dei premi in Europa.

Indichiamo, altresì, che i dati EIOPA sono desunti dalle informazioni relative all’informativa di vigilanza Solvency II e di conseguenza alcuni indicatori possono differire rispetto a quelli rilevabili dai bilanci di esercizio e che seguono i principi di contabilità nazionali.

I premi raccolti e lincidenza sul PIL
Nel 2024 la raccolta premi complessiva dei principali paesi dell’Unione Europea, inclusi in questa analisi, ha superato i 1.143 miliardi di euro, evidenziando una crescita dell’8,8% rispetto all’anno precedente.

Giova altresì ricordare che nel 2023 questo incremento si era limitato allo 0,5%. Tutti i paesi presi in esame hanno mostrato un aumento dei premi, ad eccezione della Spagna. Molto positivi i risultati di Svezia (+17,6%), Italia (+17,3%), Francia (+13,4%).

Analizzando il settore vita possiamo rilevare che i premi hanno raggiunto i 668 miliardi, con un incremento dell’11,4% rispetto al 2023. In questo ramo i maggiori incrementi sono stati registrati in Svezia e in Italia, con percentuali superiori al 20% seguiti da Francia e Irlanda. Nel 2024 la raccolta del comparto danni, pari a 475 miliardi, è risultata in crescita del 5,3% rispetto all’anno precedente.

Solo l’Irlanda ha evidenziato un calo nella raccolta premi, mentre tutti gli altri paesi sono risultati in crescita.
I paesi con il maggior incremento sono stati Germania, Olanda, Spagna, Italia e Francia con una crescita superiore al 7%.

Se osserviamo l’evoluzione del triennio 2022- 2024 possiamo rilevare che il rapporto tra il volume dei premi e il PIL ha mostrato andamenti diversi tra il settore vita e quello danni.

Nella media del campione europeo questo rapporto, che può essere definito come l’indice di penetrazione assicurativa, è rimasto stabile nei primi due anni, registrando poi una crescita nel 2024.

In Irlanda l’indice ha mostrato una crescita costante, passando dal 9,4% nel 2022 al 10,7% nel 2024; così come in Danimarca e in Svezia, la cui crescita è risultata positiva. Analogo l’andamento per l’indice francese e quello italiano, che, dopo un calo nel 2023 rispetto al 2022, hanno registrano un aumento decisamente positivo nel 2024.

Il rapporto tra le riserve matematiche e il PIL, ovvero l’indicatore che rappresenta il grado di maturazione del mercato vita, ha registrato nel 2024 un valore in lieve aumento rispetto al biennio 2022-2023, passando dal 41,6% al 42%.

Nel 2024, con riferimento al comparto danni, l’Italia si conferma il paese con il rapporto premi/ PIL più basso tra tutti quelli analizzati, con un valore pari all’1,9%.

Questo dato risulta, comunque, in lieve aumento rispetto al biennio precedente, ma resta inferiore di circa 1,4 punti percentuali rispetto alla media del campione europeo.

Se dal totale dei premi delle assicurazioni danni venissero esclusi quelli del settore auto il divario dell’Italia rispetto agli altri paesi europei risulterebbe ancora più evidente.

Nel 2024 il rapporto tra questi premi e il PIL, in Italia, si è attestato all’1,1%, evidenziando un lieve incremento rispetto ai due anni precedenti. Da anni sottolineiamo il rilevante gap che l’Italia presenta nei confronti degli altri paesi e formuliamo sempre il doveroso auspicio per la riduzione, nei prossimi anni, di questa differenza.

I principali indicatori tecnici Vita
Un rapporto tecnico indubbiamente significativo per determinare la redditività di un comparto deriva dall’incidenza delle spese di gestione rispetto ai premi contabilizzati (expense ratio). Nel 2024 questo rapporto, in Italia, è stato pari al 5,3% ed è rimasto stabile rispetto all’anno precedente.

Questo rapporto risulta in diminuzione per tutti i paesi esaminati, nei quali, tuttavia, l’incidenza media risulta molto superiore a quella italiana, attestandosi intorno all’11%. Segnaliamo, peraltro, che questo vistoso divario deriva essenzialmente dalla presenza, nel portafoglio assicurativo degli altri paesi europei, di polizze che presentano tipologie differenti rispetto a quelle del mercato italiano, nel quale assumono particolare rilevanza i prodotti vita con contenuti essenzialmente finanziari, che prevedono costi di acquisizione necessariamente ridotti.

Per quanto riguarda, invece, i rami danni, il rapporto complessivo dei sinistri e il volume dei premi di competenza (loss ratio) nel nostro Paese risulta pari al 57,4% nel 2024, contro i 61,1% del 2023. Questo valore è inferiore di oltre dieci punti percentuali alla media del campione europeo, che nel 2024 si è attestata al 69,2%.

L’expense ratio del settore danni, ovvero il rapporto tra le spese sostenute per la gestione dei contratti e il volume dei premi contabilizzati, risulta in Italia pari al 36,9%, mentre risultano inferiori, seppur sopra la media del campione, gli indicatori di Germania (32,7%), Francia (29%) e Spagna (28,8%). Ricordiamo che, per quanto riguarda il loss ratio, la percentuale per l’Italia appariva assai più remunerativa, per le imprese, rispetto a quanto registrato negli altri paesi.

Per quanto riguarda, invece, l’expense ratio l’incidenza sui premi appare decisamente più elevata in Italia, a causa soprattutto degli oneri provvigionali, che riflettono tipologie di portafoglio assai diverse nei singoli paesi. Sommando il valore del loss ratio al valore dell’expense ratio si ottiene il combined ratio che, come evidenziato nel grafico, per l’Italia risulta pari al 94,2%, in calo rispetto al 97,9% nel 2023 e inferiore alla media del campione europeo (96,6%).

In lieve aumento appare solo l’indicatore svedese, mentre risultano in miglioramento i ratio di tutti gli altri paesi, in particolare quello di Danimarca, Irlanda, Francia e Germania (98,5%). Come evidenziato dal grafico, si può rilevare che l’Italia si colloca in una fascia certamente positiva, poiché sottolineiamo che la soglia di pareggio dei saldi tecnici si attesta al 100% e, pertanto, ogni punto percentuale inferiore rappresenta un utile tecnico.

La redditività
Uno dei modi di calcolare la redditività di una impresa è il cosiddetto Return on Equity (RoE), ottenuto rapportando il risultato dell’esercizio al patrimonio netto. Questo rapporto è un indice sintetico che consente di esprimere un giudizio complessivo sull’andamento di un intero settore o di un’impresa.

Il RoE può, altresì, essere definito come la capacità che ha il patrimonio gestito per una determinata attività nella generazione dei profitti o delle perdite.
Si dimostra, di conseguenza, un utile strumento per verificare il tasso di remunerazione del capitale conferito a titolo di rischio, esprimendo quanto ha reso in un anno il capitale investito. Una comparazione a livello europeo consente, quindi, di identificare i paesi che meglio remunerano il capitale degli investitori.

Per effettuare questa comparazione sono stati utilizzati i dati OCSE dei principali paesi europei per il totale assicurativo, vita e danni, per gli anni dal 2021 al 2023 (ultimo anno disponibile).

I dati alla base di questa comparazione, pur essendo riferiti a un perimetro leggermente diverso da quello utilizzato per l’analisi riportata per l’Italia nella pubblicazione dell’ANIA, producono per il nostro Paese valori del RoE pressoché sovrapponibili.

Nel 2023 il RoE dell’Italia è stato pari all’11,5% ed è risultato appena superiore alla media dei paesi europei (10,2%), con un aumento deciso rispetto all’anno precedente. Solo la Germania registra un RoE molto al di sotto della media (3%), mentre l’indicatore francese è risultato pari al 9,2% e quello svizzero al 17,8%.

La solvibilità
Per quanto riguarda il grado di solvibilità delle compagnie analizzate, che rappresentano oltre il 90% di quelle facenti parte dell’Area Economica Europea, rileviamo che al 31 dicembre 2024 era pari a 2,45, in calo rispetto alla fine del 2023.

Per quanto riguarda le compagnie italiane il Solvency ratio è risultato pari a 2,60, superando così la media dei paesi analizzati (2,45) e molte delle principali economie europee, quali la Francia (2,38), Spagna (2,40) e Olanda (1,86).

L’unico paese con un valore significativamente superiore è la Germania con 2,87. Si tratta di percentuali indubbiamente rilevanti che testimoniano la solidità del settore.

Giova, altresì, sottolineare che in diversi paesi europei molte compagnie hanno ritenuto di acquistare azioni proprie, facendo così diminuire lievemente il grado di solvibilità e aumentando, di converso, il RoE delle singole imprese.

Riteniamo, per concludere, che l’Italia delle assicurazioni, in base ai dati del 2024, mantenga un ruolo di sicuro rilievo nell’ambito europeo, inteso nella sua interezza e non limitato all’ambito comunitario. Questo ruolo è certamente rilevante nel ramo vita e nella costante crescita registrata nell’ultimo triennio.

Da un punto di vista tecnico appare assai positivo il rapporto sinistri a premi nei rami danni, mentre paiono sussistere margini di miglioramento per quanto riguarda l’expense ratio. Se si considera anche la buona redditività e l’elevato grado di solvibilità il nostro Paese si posiziona decisamente bene nel confronto con gli altri paesi europei, a eccezione del persistere di una assai modesta penetrazione delle polizze assicurative nei rami danni non auto.


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