Il gap di competenze digitali e tecnologiche è stato uno dei temi affrontati durante l’evento: “Le nuove competenze nell’ecosistema insurtech e fintech italiano: un nuovo paradigma da indirizzare”, promosso e organizzato da Italian Insurtech Association (IIA), Assofintech, Italian Proptech Network e I.C.E. SDA Bocconi nell’ambito di CTA – Call Tech Action, in partnership con SHARE, a Roma.
In particolare, nel corso dell’evento è stata presentata la ricerca di EY, realizzata con il supporto di Liferay “Elementi trasformativi nel settore assicurativo: Tecnologie emergenti, ESG, nuove competenze”, che ha confermato come, a due anni dal report IIA del 2023, il 70% delle compagnie continui a segnalare difficoltà nell’acquisizione di skill strategiche, che rischiano di rallentare l’adozione di strumenti innovativi e processi di trasformazione.
Per far fronte a questa situazione IIA propone l’introduzione di un’ora strutturale di educazione finanziaria e assicurativa nelle scuole superiori, così da dotare tutti gli studenti delle conoscenze di base per scelte economiche consapevoli. IIA suggerisce la creazione di percorsi di approfondimento dedicati con moduli su innovazione e assicurazioni digitali, resi accessibili anche a chi proviene da contesti meno favoriti attraverso incentivi pubblici. Per i giovani e i talenti in formazione, l’associazione punta su un roadshow universitario esteso non solo alle facoltà economiche, ma anche a quelle scientifiche e umanistiche, per avvicinare competenze diverse al settore, affiancando l’attivazione di stage e tirocini qualificati in compagnie, broker e startup, capaci di creare un ponte reale tra formazione e lavoro.
Al convegno è intervenuto per IVASS Pietro Franchini, che ha sottolineato come l’innovazione tecnologica nel settore assicurativo comporti un profondo cambiamento, legato all’uso di dati e integrazione con tecnologie come IoT, AI e blockchain. L’emergere di modelli “open” permette l’interoperabilità dei sistemi e apre a una nuova economia dell’informazione, basata su collaborazione e trasparenza. La cooperazione tra compagnie tradizionali e fornitori tecnologici – continua Franchini – consente maggiore efficienza di mercato, sviluppo di prodotti personalizzati e riduzione dell’insurance gap.
Tuttavia, alla base dell’ecosistema digitale vi sono i dati, la cui qualità, sicurezza e trasparenza sono determinanti per la fiducia dei consumatori. La qualità e l’accuratezza dei dati, la trasparenza nel loro utilizzo, la sicurezza dei flussi informativi devono essere garantite a ogni passaggio della catena del valore, spiega Franchini: scambio di documenti, raccolta dei consensi, proposte contrattuali, flussi finanziari.
L’IVASS ha già emanato regole sul governo dei dati e dei sistemi informatici (Reg.
38/2018), a cui ora si affianca un quadro normativo europeo articolato:
DORA (UE 2022/2554): mira alla resilienza operativa digitale, obblighi di mappatura, gestione del rischio, continuità operativa e test ICT.
Data Act (UE 2022/868): garantisce accesso equo e portabilità dei dati connessi, tutela da accessi indebiti e interoperabilità tra piattaforme.
AI Act (UE 2024/1689): regola i sistemi AI ad alto rischio imponendo requisiti di qualità dei dataset, controllo bias, tracciabilità delle fonti, gestione sicura dei dati sensibili e trasparenza.
L’attuazione di queste norme è al contempo un onere e un’opportunità: occorre chiarezza giuridica, protezione dei dati e inclusione digitale, vigilanza proporzionata al rischio e tutela effettiva del consumatore, passando dalla semplice trasparenza alla spiegabilità dei sistemi intelligenti. Per accompagnare l’innovazione, conclude, è essenziale un dialogo continuo tra regolatori, imprese, consumatori e terze parti tecnologiche, con strumenti come innovation hub, sandbox e sperimentazione controllata, al fine di creare un ecosistema assicurativo sostenibile e futuro-oriented.
Nella mattinata, presso la Camera dei Deputat, nel panel “Il futuro assicurativo: nuove competenze, offerta e integrazione tecnologica” è intervenuto il Presidente SHARE, Giuseppe Gulino, che ha posto l’accento sull’importanza delle competenze, oggi più che mai decisive per accompagnare la trasformazione digitale.
“Oggi non è solo difficile trovare nuove competenze tecniche – ha dichiarato Gulino – ma soprattutto quelle trasversali che sappiano unire tecnologia, assicurazioni e capacità relazionali. Per colmare questo gap dobbiamo attrarre i giovani: il settore assicurativo muove miliardi di euro e può offrire percorsi professionali appassionanti se raccontato con un linguaggio vicino alle nuove generazioni. L’interoperabilità e l’intelligenza artificiale aprono scenari straordinari, ma servono persone capaci di gestirle in modo etico, sicuro e vicino al cittadino. Ecco perché le aziende associate a SHARE investono in formazione, ricercano nuovi talenti e credono che l’innovazione debba essere condivisa”.
Nel corso della giornata, SHARE ha ribadito il proprio ruolo di attore protagonista nella costruzione di un sistema in cui Compagnie, intermediari, istituzioni e cittadini possano dialogare attraverso linguaggi e standard comuni.
La sessione pomeridiana, a Palazzo Ripetta, ha visto la partecipazione di SHARE anche con l’intervento del consigliere Matteo Tagliabracci, che ha preso parte al dibattito “L’offerta assicurativa nell’era digitale: nuovi prodotti e modelli tecnologici”, soffermandosi sul modo in cui dati e intelligenza artificiale stanno ridefinendo il pricing, la personalizzazione dei prodotti e lo sviluppo di soluzioni “on-demand” e “usage-based”.