Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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C’è stato un periodo, con Ignazio Marino sindaco, in cui Adir, l’Assicurazione controllata da comune di Roma, sembrava destinata a finire in liquidazione. Ora a prevalere intorno alla storica compagnia nata nel 1971 per volontà del comune di Roma e delle grandi aziende municipalizzate (Acea, Ama, Atac e Stefer) per gestire le attività assicurative relative al patrimonio e ai compiti istituzionali dei soci (ma anche di altri enti pubblici), sono solo progetti di sviluppo con gli azionisti che – viste le buone performance – si preparano a incassare un’extra cedola. Grazie anche al calo degli incidenti per il miglioramento dello strade ascrivibile ai lavori legati al Pnrr e del Giubileo, con Roberto Gualtieri sindaco della capitale, Adir sta andando meglio del previsto con altri comuni della cerchia che starebbero chiedendo sempre di più di avvalersi dei suoi servizi. La riflessione è aperta ed è spuntata l’ipotesi di creare un consorzio con altri enti per gestire inseme le coperture assicurative di più città. Per ora è solo un’ipotesi, ma intanto il bilancio 2024 di Adir si è chiuso con un utile di 20,6 milioni, che si aggiunge ai 25,6 milioni già raggiunti nel 2023, con 61 milioni di premi.
Se tutti i contratti collettivi nazionali, compresi quelli del pubblico impiego, destinassero ai fondi sanitari integrativi le stesse quote già applicate oggi in alcuni settori (dal comparto bancario ai chimici) l’ammontare dei contributi a disposizione dei fondi sarebbe pari a 40-45 miliardi, esattamente quanto oggi le famiglie italiane spendono di tasca propria per curarsi privatamente con il servizio sanitario pubblico che arranca (il cosiddetto out of pocket). La proposta è emersa dall’ultimo think tank organizzato da Valore Club a cui hanno preso parte rappresentanti delle parti sociali, dei fondi e della politica. Oggi i fondi sanitari gestiscono risorse di circa 5-6 miliardi mentre la spesa sanitaria nel 2024 ha raggiunto 185 miliardi, di cui 137 miliardi a carico del servizio sanitario nazionale, con 5,6 milioni di italiani che hanno rinunciato a cure specialistiche. Una crescita dei fondi sanitari, ai quali nei contratti degli impiegati vengono oggi destinati in media versamenti annui di 120-180 euro, 500 euro per i quadri e 3.400 euro per i dirigenti, potrebbe contribuire a rendere sostenibile il sistema sanitario nazionale, hanno concordato i partecipanti.
Niente da fare. Secondo il board di Mediobanca anche con il rilancio in contanti di 90 centesimi l’opas di Montepaschi «risulta priva di razionale industriale e di convenienza per gli azionisti» di Piazzetta Cuccia e il nuovo corrispettivo «non è di per sé sufficiente, anche alla luce dei rischi di dissinergie e di distruzione di valore che caratterizzano l’offerta a mutare la precedente valutazione di non congruità e inadeguatezza». I consiglieri della merchant bank sono tornati a riunirsi ieri alla luce delle modifiche messe sul tavolo da Rocca Salimbeni, che nel frattempo ha registrato un’ulteriore crescita delle adesioni al 40,4% (dal 38,5% di mercoledì). Il superamento della soglia minima del 35% le ha permesso di portare a casa l’operazione in anticipo sulla chiusura dei termini e consegnano di fatto il controllo futuro della governance di Mediobanca. Per il gruppo guidato da Luigi Lovaglio diventa importante ora acciuffare la soglia del 50% più un’azione per poter beneficiare di 2,9 miliardi di dta e mantenere così gli obiettivi di payout.
La battaglia per Mediobanca e a cascata per Generali sembra oggi giungere a un epilogo con la conquista da parte di Mps della soglia minima nell’offerta lanciata lo scorso gennaio. Un’operazione strenuamente avversata da Mediobanca e dall’ad Alberto Nagel che, per uscire dalla stretta di Mps, il 28 aprile annunciarono un’ops su Banca Generali che mirava a offrire agli azionisti un’alternativa di maggior valore industriale e finanziario. Mediobanca, sotto passivity rule, aveva inizialmente fissato per il 16 giugno l’assemblea per deliberare sull’ops su Banca Generali ma la richiesta di alcuni soci e investitori di avere un quadro informativo più completo e l’incertezza sull’esito dell’assemblea spinsero il cda a rinviare l’assise al 25 settembre e poi ad anticiparla al 21 agosto in vista dell’ok Bce in arrivo a ferragosto. Quel giorno tuttavia, l’assemblea di Mediobanca ha bocciato l’operazione con un fronte contrario capitanato da Delfin e da Caltagirone, titolari rispettivamente del 20% e del 10% di Mediobanca e soci rilevanti anche di Mps e Generali, di cui Piazzetta Cuccia ha il 13%: anomalia e conflitto di interessi sottolineati a più riprese da Mediobanca nei comunicati del cda sull’ops.
Fatsweb+Vodafone prova a sfruttare la forza dei due brand nel mercato, a partire da quella di Fastweb sul mercato del fisso e quella di Vodafone sul mercato del mobile (ma non solo), con un’offerta congiunta che propone un risparmio fino a 180 euro all’anno alle famiglie. La nuova proposta Fastweb+Vodafone si compone di tre livelli di offerta e prevede che a fronte di un’offerta, nuova o preesistente, si possano eventualmente aggiungere e integrare un’offerta mobile, fissa e/o di energia elettrica. A queste possono essere aggiunti anche altri servizi, come assicurazioni e cybersicurezza.

I camion a guida autonoma sono quasi pronti e il 2027 potrebbe essere il loro anno di commercializzazione ed entrata in servizio: nella corsa all’automazione del settore del trasporto pesante è arrivato il tempo di iniziare i primi test. È di qualche giorno fa l’annuncio della Plus Automation, azienda dell’Ai (Intelligenza artificiale) americana con sede in quel di Santa Clara, California, che dall’anno prossimo inizierà a testare il suo SuperDrive, il programma di guida autonoma Sae livello 4, su autoarticolati in servizio tra Dallas e San Antonio, Texas.
Punibilità dei medici solo per colpa grave tenendo conto anche del contesto operativo e della scarsità delle risorse umane e materiali disponibili, riforma della formazione dei medici di famiglia, nuove regole per gli Ordini professionali, governance dell’intelligenza artificiale in sanità. Sono questi i principi contenuti nella bozza dello schema di Ddl che delega il Governo a riformare le professioni sanitarie e le disposizioni sulla responsabilità professionale dei sanitari approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento autorizza il Governo ad adottare entro il 31 dicembre 2026 i decreti legislativi al fine di attuare la riforma. La bozza del disegno di legge prevede la limitazione della responsabilità professionale dei medici ai soli casi di colpa grave andando, in tal modo, a modificare l’articolo 590 sexies del codice penale. Nello specifico, nei casi di omicidio colposo o di lesioni personali colpose, la proposta del Ministero della salute consentirà la punibilità del medico solo in caso di colpa grave; inoltre, al momento dell’indagine sulla colpa, al fine di rafforzare lo scudo penale a favore dei medici, si dovrà tener conto anche della scarsità delle risorse umane e materiali disponibili, nonché delle possibili carenze organizzative quando quest’ultime non saranno evitabili da parte dell’esercente l’attività sanitaria.
Definire le attività riservate, o attribuite («anche in via non esclusiva») ai professionisti iscritti a 14 Ordini e Collegi, prevedendo che sia loro riconosciuta una «competenza specifica» e stabilendo, sentiti i Consigli nazionali, una disciplina delle specializzazioni pure in convenzione con le università, che avranno un ruolo rilevante nella formazione continua, «irrobustita» con «un minimo di ore obbligatorie dedicate alla conoscenza dei nuovi strumenti digitali e di intelligenza artificiale». E predisporre, o aggiornare, con un provvedimento del ministero vigilante, su proposta dei Consigli nazionali, i parametri per la determinazione dei compensi per le prestazioni (in osservanza della legge 49 del 2023 sulla giusta remunerazione degli occupati indipendenti), pure svolte in forma associata, o societaria, affinché siano adottati entro 120 giorni dall’entrata in vigore del relativo decreto legislativo. È quanto stabilisce il disegno di legge delega al governo per la riforma degli ordinamenti approvato ieri pomeriggio dal Consiglio dei ministri. Nel provvedimento, inoltre, viene precisato che sarà riservata «in via esclusiva» ai Consigli nazionali la competenza sul codice deontologico, che dovrà essere attualizzato con «l’esplicita previsione, a tutela del consumatore, di norme che garantiscano che la prestazione, seppur svolta con l’ausilio di tecnologie digitali, sia frutto della professionalità e della competenza specifica dell’iscritto»; quanto all’obbligo di dotarsi di una polizza assicurativa a copertura della responsabilità civile derivante dall’esercizio dell’attività lavorativa, si dà la chance ai Consigli nazionali e alle Casse di previdenza private di stipulare convenzioni e contratti collettivi a favore dei propri associati, definendo le condizioni essenziali ed i valori minimi dei massimali, da aggiornarsi ogni cinque anni con un decreto ministeriale.
Il 2024 è stato un anno critico per le imprese a livello globale, segnando un nuovo record negativo in termini di fallimenti e liquidazioni. Il 65% dei Paesi monitorati ha registrato un aumento delle bancarotte aziendali, toccando il livello più alto degli ultimi dodici anni e superando il 53% del 2019. Questi sono i dati riportati nel Global Bankruptcy Report 2025 di Dun & Bradstreet. Tra il 2020 e il 2022 i fallimenti erano calati del 16% rispetto al biennio 2018-2019, grazie a misure straordinarie di sostegno e maggiore flessibilità da parte dei creditori. Tuttavia, con la rimozione degli aiuti pubblici e l’inasprimento delle politiche monetarie, la situazione è rapidamente peggiorata. Tra il 2021 e il 2024 il tasso di crescita annuo composto (CAGR) delle bancarotte è raddoppiato, passando dal 5% al 10%. Tra i principali fattori scatenanti si annoverano l’inflazione, l’aumento dei tassi d’interesse, le tensioni geopolitiche, problemi nelle catene di approvvigionamento e la debolezza della domanda globale
Dopo l’infortunio mortale sul lavoro scatta lo stop alla condanna “231” a carico dell’azienda perché il modello di organizzazione e gestione risulta certificato: l’adesione del Mog a standard internazionali, infatti, determina una presunzione di conformità in tema di sicurezza lavoro in base all’articolo 30, comma quinto, del decreto legislativo 09/04/2008, n. 81. E dunque la responsabilità amministrativa dell’ente di cui al decreto legislativo 08/06/2001 n. 231 scatta soltanto se ne dimostra l’inadeguatezza. Né basta motivare la sanzione sul rilievo che il modello sarebbe generico perché il Mog non può e non deve scendere nel dettaglio operativo: la specificità risulta demandata al documento di valutazione rischi e a strumenti complementari. Così la Corte di cassazione penale, sez. quarta, nella sentenza n. 30039 del 01/09/2025.

L’Antitrust ha ufficializzato il via libera all’operazione di acquisizione del 24,8% del capitale di Tim da parte di Poste Italiane. Una luce che verde che è arrivata, come anticipato martedì scorso da Il Sole 24 Ore, senza l’apertura di un’istruttoria e senza la previsione di condizioni da porre a carico delle società coinvolte.