Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

Mediobanca spiazza Montepaschi sull’operazione Banca Generali. Con una mossa a sorpresa ieri Piazzetta Cuccia ha annunciato la volontà di anticipare di un mese l’assemblea per l’ops, dal 25 settembre al 21 agosto. La scelta sarà confermata il 6 agosto, quando il cda del Leone si esprimerà sugli accordi distributivi relativi al deal. Una risposta è stata espressamente sollecitata dal vertice di Mediobanca con una lettera al cda Generali. «In caso di feedback positivo ci muoveremo in questo senso», ha spiegato ieri in conference call il ceo Alberto Nagel, secondo il quale l’ops «può essere sul mercato prima della fine dell’offerta di Mps. Quando l’offerta è pubblicata e la maggior parte delle condizioni sono soddisfatte, è legalmente vincolante e non può essere ritirata secondo la volontà dell’offerente»
La campanaBanca di Credito Popolare (Bcp) volta pagina. Ieri l’assemblea straordinaria dei soci ha approvato il piano di rafforzamento patrimoniale da 17 milioni di euro dell’istituto di Torre del Greco (Napoli). Il rilancio della banca avviene grazie a una doppia operazione: un aumento di capitale riservato da 9 milioni e l’emissione di un bond At1 da 8 milioni. Alla ricapitalizzazione hanno partecipato due assicurazioni, Athora Italia e Net Insurance – la prima con 6 milioni e la seconda con 2 milioni – mentre il milione restante è stato versato dalle popolari del Cassinate e di Lajatico, che hanno garantito 500 mila euro a testa. Lo schema si ripeterà per il bond At1, con la differenza che il contributo delle popolari supererà quello delle assicurazioni.
L’assemblea di Ara 1857 ha votato all’unanimità la cessione della compagnia ai francesi di Groupama che l’ha spuntata su altre tre pretendenti in gara (tra cui Assicuratrice Milanese). Si avvicina quindi il ritorno in bonis dell’assicurazione che a novembre scorso era finita in amministrazione straordinaria ed era stata affidata alle cure del commissario Massimo Michaud. L’intervento dell’autorità è arrivato dopo che, nel 2023, a causa dei danni dovuti al maltempo e alle pesanti grandinate che si sono abbattute sulla Penisola, Ara1857, specializzata nel settore agricolo e nel rischio grandine, ha chiuso con un indice di solvibilità, Solvency II, del 109%, a ridosso del minimo del 100% richiesto dalla normativa di settore. Mentre il risultato del conto tecnico era stato negativo per 15 milioni, con un utile di esercizio in rosso per 9,3 milioni, dopo il risultato positivo di 8,4 milioni del 2022. Nelle sue rilevazioni Ivass aveva però eccepito soprattutto le carenze nella governance e in particolare «nell’attività di indirizzo e supervisione degli organi aziendali» e «nel sistema di gestione e controllo dei rischi aziendali».
Banca Mediolanum ha chiuso il primo semestre con un utile netto in salita del 6% a 477 milioni. Le commissioni nette del gruppo sono risultate pari a 644,4 milioni, in aumento del 10%, anche grazie alla consistente raccolta netta in prodotti di risparmio gestito che ha consentito un’ingente crescita delle masse medie. Il margine da interessi di 366,8 milioni, in calo del 12%, ha risentito da un lato del diverso contesto dei tassi di interesse rispetto alla prima parte del 2024 e dall’altro degli effetti sul costo della raccolta dovuti al successo delle iniziative commerciali.
Azimut Holding chiude il primo semestre dell’anno con un utile netto di 240 milioni di euro e un utile netto ricorrente in crescita del 18,2% a 234 milioni. I ricavi totali si attestano a 646 milioni, sostenuti da un aumento del 7% dei ricavi ricorrenti in tutti i mercati chiave, con contributi particolarmente solidi da Italia, Stati Uniti, Brasile, Singapore e Turchia.
Nei primi sei mesi dell’anno FinecoBank ha registrato ricavi (644,4 milioni di euro, -2,1%) e utile (317,8 milioni,-0,8%) in leggera flessione ma la banca ha tutte le caratteristiche per continuare a cavalcando i mega trend che caratterizzano l’industria del risparmio italiana. Parola di Alessandro Foti, amministratore delegato e direttore generale di FinecoBank, che presentando i conti del semestre ha sottolineato il fatto che gli asset complessivi in gestione (total financial asset) al 30 giugno 2025 hanno raggiunto147,8 miliardi, in rialzo del 5% rispetto a dicembre 2024 e la raccolta netta di 6,6 miliardi è stata la più alta nella storia della banca.
Bbva ha registrato ricavi per 11,25 miliardi di euro nel primo semestre del 2025, in aumento del 26% su base annua. Gli utili della banca spagnola hanno invece toccato il livello record di 5,45 miliardi, in crescita del 31% rispetto allo stesso periodo del 2024 (+9%). Solo nel secondo trimestre, i profitti si sono attestati a 2,75 miliardi (+18%). Il Cet1 ratio, si legge in un comunicato, è salito di 25 punti base nel trimestre, portandosi al 13,34%, ben al di sopra del requisito normativo del 9,12% e della forchetta obiettivo dell’11,5-12%. La redditività si è mantenuta su livelli superiori alla media europea, con un rote del 20,4% e un roe del 19,5%. Il valore contabile tangibile per azione, inclusi i dividendi, è salito del 14,6% su base annua, raggiungendo 10,13 euro.
Dopo il passo indietro di Unicredit nell’ops su Banco Bpm, Crédit Agricole è determinata a restare il primo azionista dell’istituto di Piazza Meda di cui sta per superare la soglia del 20%. Questo è il messaggio che ieri ha lanciato Clotilde L’Angevin, vice ceo della banque verte, durante la presentazione dei risultati semestrali. «Ci stiamo organizzando per essere primi azionisti di un Banco Bpm autonomo, che aiuteremo a sviluppare», ha spiegato la manager che ha ribadito l’intenzione di non superare la soglia d’opa della banca italiana. Vogliamo «andare appena sopra il 20% per consolidare la nostra posizione di partner a lungo termine di un Banco Bpm indipendente. Abbiamo annunciato di non voler andare oltre», ha precisato
Nasce un fondo di assistenza sanitaria da 33 mila iscritti nel gruppo Banco Bpm. Grazie a un accordo firmato dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, con l’azienda, sul percorso per l’armonizzazione welfare delle forme di assistenza sanitaria. L’accordo sottoscritto stabilisce l’accorpamento di due delle quattro forme assistenziali attualmente in essere nel gruppo. Pertanto, gli iscritti alla Cassa di assistenza del gruppo Banco Popolare (Caspop) confluiranno nel Fondo assistenza sanitaria BP (Fas) che dal 1 gennaio 2026 conterà, dunque, oltre 33 mila iscritti. Il contributo minimo aziendale annuale per ogni dipendente iscritto viene elevato a 610 euro. La Caspop è una cassa sanitaria integrativa creata all’interno del Gruppo Banco Popolare, mentre il Fas nasce come fondo di assistenza sanitaria più ampio e strutturato che ha l’obiettivo di unificare e semplificare la gestione della sanità integrativa
Tutti i soci presenti in assemblea sono legittimati a scegliere i singoli candidati indicati nella lista presentata dal consiglio di amministrazione uscente. A sostenerlo è il Consiglio di Stato chiamato da Consob a esprime un parere su due aspetti centrali delle novità introdotte dalla legge Capitali sulla lista del board uscente. Secondo i giudici amministrativi, «la legittimazione dei soci a partecipare alla votazione individuale avente a oggetto l’individuazione, tra i candidati spettanti alla lista del cda, di quelli che entreranno effettivamente a far parte del consiglio di amministrazione» spetta in modo assolutamente inequivoco «all’organo assembleare nel suo complesso, esclusi ovviamente i soci privi di diritto di voto» si legge nel parere della Sezione Prima del Consiglio di Stato, presidente Carlo Saltelli, di cui MF-Milano Finanza è venuta in possesso.

Per poter accedere ai finanziamenti agevolati della Nuova Marcora le cooperative di media dimensione dovranno aver sottoscritto la polizza contro i danni catastrofali dal 2 ottobre 2025, mentre per le cooperative di micro e piccola dimensione l’obbligo scatta dal 1° gennaio 2026. Le esigenze di liquidità e di capitale circolante dovranno essere documentate attraverso un dettagliato piano economico finanziario mentre anche le cooperative costituite in misura prevalente da lavoratori provenienti da aziende in crisi adesso potranno beneficiare delle agevolazioni Marcora una sola volta nell’arco di 36 mesi. Sono queste le principali novità contenute nel decreto direttoriale 30 luglio 2025 che il Ministero delle imprese e del made in Italy ha pubblicato sul proprio sito. Il provvedimento, che sostituisce integralmente il decreto direttoriale del ministero delle imprese e dello sviluppo economico (Mise) 31 marzo 2021, ha introdotto una revisione delle condizioni per l’accesso ai finanziamenti della Nuova Marcora e stabilito che l’acquisto del suolo aziendale e i lavori preparatori per la costruzione del fabbricato (richiesta di permessi, studi di fattibilità, ecc.) non sono considerati come avvio del programma (e quindi non rilevano ai fini della tempistica per la realizzazione del piano di investimenti).
La Corte di Cassazione rimescola le carte sul fronte dei danni da fumo e lo fa con un’ordinanza destinata ad avere ripercussioni ben oltre il singolo caso. I giudici della III sezione civile hanno accolto il ricorso dei figli di un uomo morto nel 2013 per una neoplasia polmonare, dopo aver fumato per 45 anni due pacchetti di sigarette al giorno. Il procedimento, che chiama in causa British American Tobacco e i Monopoli di Stato, dovrà ora essere riesaminato dalla Corte d’Appello di Torino che nel 2021 aveva rigettato le richieste dei familiari.
Gli amministratori della srl risarciscono la cattiva gestione anche se il danno viene fuori soltanto dopo le loro dimissioni e l’insufficienza del patrimonio è rilevata quando risulta in carica il nuovo consiglio d’amministrazione. Ciò che conta, infatti, è che i predecessori non abbiano pagato le imposte, facendo maturare le sanzioni più gli interessi e danneggiando così i creditori con la corrispondente diminuzione del patrimonio; l’insufficienza patrimoniale, d’altronde, non deve essere contemporanea alla “mala gestio” affinché si configuri la responsabilità degli amministratori: costituisce soltanto una condizione della relativa azione giudiziale, cioè un mero requisito processuale. Così la Corte di cassazione civile, sez. prima, nell’ordinanza n. 22002 del 30/07/2025.

La spesa sanitaria cresce, ma non il livello dei servizi. Lo attesta la nuova relazione sulla gestione finanziaria delle regioni, diffusa ieri dalla sezione Autonomie della Corte dei conti con la delibera 15/2025. L’esame dei magistrati contabili non si basa su sensazioni, ma su cifre ufficiali di cui propone una chiave di lettura sostanziale. La spesa complessiva per la sanità è cresciuta negli ultimi due anni monitorati del 9,3%, arrivando nel 2023 a 152,9 miliardi di euro. A spingerla però sono stati soprattutto i costi ordinari, aumentati anche grazie al rinnovo contrattuale che ha fatto crescere le spese di personale: senza però tamponare i deficit degli organici, come mostra l’allarme che precede in queste ore lo stop ai medici gettonisti.
Se Mediobanca ha dovuto imprimere un colpo d’acceleratore per stringenti questioni normative, pena la possibile messa in discussione dell’offerta su Banca Generali, diversa è la posizione di Generali. La compagnia ora si trova in qualche modo costretta a dare, in occasione del prossimo cda del 6 agosto, un segnale concreto rispetto alla proposta messa recentemente sul piatto da Piazzetta Cuccia relativamente ai futuri accordi commerciali.
Circa 6,5 miliardi di euro di tagli alla manutenzione del territorio per il periodo 2025-2034. Una buona parte dei quali (673 milioni di euro, per la precisione), concentrati nel triennio 2025-2027. Ruota attorno a questi numeri, ricavati dall’ultima legge di Bilancio, il contributo che la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio ha portato in audizione alla Commissione sul rischio idrogeologico e sismico della Camera. Sul dissesto idrogeologico del nostro territorio pesano l’incertezza per gli investimenti futuri e l’assetto della governance che dovrebbe programmare le attività di contrasto.