Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Sono arrivati alle battute finali i lavori per l’avvio del nuovo fondo di garanzia per le polizze Vita e tra i nomi per la presidenza dello strumento voluto dal governo che proteggerà i clienti fino a 100 mila euro spunta il nome di Maria Bianca Farina. Sulla candidatura della ex presidente dell’Ania, oggi presidente emerito dell’associazione che rappresenta le compagnie, ci sarebbe la convergenza delle imprese, ma non sarebbe l’unico in corsa. Intanto, in questi giorni di lavoro prima della pausa estiva, le assicurazioni si stanno confrontando per la messa a punto degli ultimi dettagli dello statuto che definirà le regole di funzionamento del fondo. L’intenzione è di presentare il documento definitivo all’Ivass a fine agosto, o al più tardi nei primi giorni di settembre, con l’autorità di vigilanza che dovrà dare il suo parere, mentre si stanno sistemando i tasselli della governance del fondo che avrà natura privatistica. Lo strumento, che sarà costruito in percentuale del giro d’affari delle imprese, partendo dallo 0,4 per mille per arrivare, a regime in 10 anni, allo 0,4% delle riserve Vita, mira a rendere automatico l’intervento in caso di liquidazione coatta di una compagnia, per un importo fino a 100 mila euro per ciascun avente diritto. Una rete protettiva che parte da 300 milioni, destinata potenzialmente ad arrivare a 3 miliardi, che ricalca quanto esiste già per i conti correnti bancari
Nel primo semestre del 2025 il mercato dei cat bond ha raggiunto la soglia dei 56 miliardi di dollari, con una crescita percentuale annua dal 2020 del 13,4%. A segnarlo è Swiss Re che registra anche un aumento delle nuove emissioni delle obbligazioni utilizzate da compagnie assicurative e riassicuratevi (e dai governi) per collocare sul mercato i rischi legati alle catastrofi naturali: se non succede niente, alla scadenza del bond, l’investitore recupera il capitale e ottiene un rendimento
A giugno torna positiva la raccolta del mercato italiano del risparmio gestito: gli afflussi sono stati pari a 2,55 miliardi euro contro una raccolta negativa di maggio pari a -2,36 miliardi. Il primo semestre si chiude con una raccolta di oltre 12,5 miliardi. Il patrimonio a giugno si attesta invece a 2.526 miliardi. È quanto emerge dai dati preliminari della mappa mensile di Assogestioni, elaborata dall’Ufficio Studi, che ha anche stimato un effetto mercato pari a +0,12% complessivo.
Il conto dei dazi americani comincia a farsi salato per le case automobilistiche. Dopo Stellantis, che martedì ha confermato un impatto stimato da 1,5 miliardi per l’intero 2025, ieri anche Porsche e Mercedes-Benz hanno quantificato nei conti semestrali un effetto diretto e significativo delle nuove tariffe statunitensi.
Intesa Sanpaolo chiude il primo semestre con un utile netto di 5,2 miliardi di euro, in aumento del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel solo secondo trimestre la banca – che quest’anno concluderà il piano industriale 2022-25 – ha battuto le stime del mercato con profitti per 2,6 miliardi e un ritorno del capitale (roe) ormai stabile al 20%. Il risultato ha reso più ottimista il vertice che ha alzato la guidance sull’utile netto dell’intero esercizio a oltre 9 miliardi di euro, anche grazie alle ulteriori azioni gestionali previste nel quarto trimestre. I numeri sono stati apprezzati dalla borsa, dove il titolo è cresciuto del 4,33% a 5,42 euro.
  • Valore ai clienti e prodotti per la longevità: così cresciamo
Credemvita, la compagnia assicurativa del Gruppo Credem attiva nei rami vita e previdenza, ha saputo distinguersi nel corso del 2024 grazie ad un’offerta rinnovata e orientata a creare valore concreto per i clienti. L’introduzione di nuove soluzioni ha permesso di rafforzare la
componente assicurativa, incrementare le performance riconosciute agli assicurati e ridurre
i costi. «Il nostro obiettivo è sviluppare prodotti capaci di generare un beneficio reale per le
persone. Abbiamo lavorato per potenziare la protezione assicurativa, ampliando le maggio
razioni caso morte e migliorando la redditività per i clienti, mantenendo al tempo stesso un’attenta gestione dei costi» sottolinea il Direttore Generale della compagnia, Rossella Manfredi.

La Cassazione civile apre alla tabella unica nazionale per le macrolesioni come «parametro di riferimento» per il risarcimento del danno biologico. E ciò anche per il pregresso, benché il dpr 13.01.2025, n. 12 ne abbia disposto l’applicazione «ai sinistri verificatisi successivamente» al 5 marzo 2025, data di entrata in vigore: il riferimento ai soli danni da incidenti stradali e il crinale temporale fissato non escludono che la Tun possa essere utilizzata in modo «indiretto» per assicurare «l’uniformità di giudizio». Così la Suprema corte, sez. terza civile, in un inciso della sentenza n. 11319 del 29/04/2025, che si pronuncia sul danno alla persona di un detenuto derivato dalla violazione delle norme sull’ordinamento penitenziario. Il tutto mentre la Suprema corte dovrà pronunciarsi sul rinvio pregiudiziale sollevato nei giorni scorsi dal tribunale di Milano, che chiede di chiarire se sugli incidenti ante 5 marzo 2025 devono continuare a essere applicate le tabelle ambrosiane.
Non dare in pasto all’Intelligenza Artificiale (IA) referti medici per avere spiegazioni e diagnosi, dribblando i professionisti sanitari. Il monito arriva dal Garante della privacy, che lancia l’allarme contro una prassi diffusa, fonte di due gravi rischi. Il primo che l’IA dia risposte sbagliate e fuorvianti, con esiti pericolosissimi, visto che è in gioco la salute delle persone. Il secondo rischio è che i dati siano usati dalle piattaforme di IA per proprie esclusive necessità e cioè addestrare i propri algoritmi e senza chiedere il consenso a nessuno. Gli interessati, quindi, devono aiutarsi da sé e lo devono fare in due modi. Per prima cosa, il Garante richiama gli utenti a rivolgersi a medici/esseri umani per interpretare referti, analisi cliniche, radiografie e a non fidarsi delle risposte dei robot. Peraltro, la supervisione, deve essere assicurata già a monte dai fornitori di sistemi di IA e da chi li usa (deployer) nei rapporti con gli utenti.
Per mettere KO gli inquinatori, grandi e piccoli, il governo lancia contromisure urgenti, sia amministrative sia penali. Lo fa con il decreto-legge “terra dei fuochi”, approvato dal consiglio dei ministri del 30/7/2025, che sdogana l’uso delle telecamere per stanare i colpevoli, ammette l’uso di infiltrati nelle organizzazioni criminali, aumenta le sanzioni per discariche abusive, abbandoni, spedizioni illegali e roghi di immondizie, e mette sotto pressione i responsabili di sversamenti abusivi, sospendendo la patente agli autisti e l’iscrizione delle imprese all’albo degli autotrasportatori. Il provvedimento prende di mira anche chi butta per strada carte o mozziconi, che potrà essere beccato pure dalla videosorveglianza comunale.

Generali prosegue l’esame dell’offerta di Mediobanca. Ieri il cda del Leone ha continuato ad approfondire il progetto proposto da Mediobanca di accordo nella distribuzione di prodotti assicurativi e finanziari con la prospettiva di stabilizzarli nella possibile entità combinata che nascerebbe post Ops di Mediobanca sui Banca Generali. Il prossimo cda della compagnia è fissato per il 6 agosto quando Generali approverà i conti semestrali. In quell’occasione la compagnia potrebbe esprimere un orientamento positivo per procedere alla definizione degli accordi. Con l’obiettivo di arrivare con un passaggio successivo a una formalizzazione delle intese attraverso la firma di un memorandum of understanding. L’eventuale via libera del cda il 6 agosto potrebbe accelerare la convocazione da parte di Mediobanca dell’assemblea straordinaria per approvare l’Ops su Banca Generali.

Era l’una e 24 di notte in Italia quando una potentissima scossa ha fatto tremare la terra. E soprattutto l’Oceano. Un terremoto di magnitudo 8,8, con epicentro 136 chilometri a est di Petropavlovsk, capoluogo della penisola della Kamchatka, estremo Oriente russo, a una profondità di 19 chilometri sotto le acque del Pacifico: una faglia estesa per almeno 200 chilometri in direzione Sud-ovest, il cui movimento ha innescato onde di tsunami alte fino a 4 metri. L’allarme è scattato immediatamente in tutti i Paesi bagnati dal Pacifico, dal Giappone alla costa ovest del continente americano, passando per le Hawaii.

Nella risposta a interpello 195/E di ieri le Entrate tornano a esprimersi sulla possibilità di esentare da imposizione benefit ricevuti da dipendenti in sostituzione di erogazioni monetarie. Nel caso di specie, la Società istante rappresenta che, in esecuzione di una specifica previsione del nuovo Ccnl applicato, ha sottoscritto un accordo sindacale che dal 2025 concede ai dipendenti la possibilità di conferire a welfare aziendale gli importi corrispondenti a «indennità obsolete». Secondo il datore di lavoro tale previsione, essendo destinata ai soli percettori delle predette erogazioni soppresse, è in grado di individuare una categoria omogenea di lavoratori, utile a integrare uno dei requisiti richiesti dalle norme che disciplinano il regime di esclusione o di parziale concorrenza alla formazione del reddito di lavoro dipendente di alcuni benefit; in aggiunta, i corrispondenti benefit ricevuti dai dipendenti optanti non assumerebbero «una connotazione strettamente reddituale in quanto si tratta di utilità ulteriori accordate […] a seguito della soppressione di precedenti indennità aventi, quelle sì, finalità retributive ma che per la loro obsolescenza sono state con accordo sindacale eliminate dalla ordinaria retribuzione».
Sappiamo ormai dall’Istat che, con 42,4 miliardi di euro, l’agricoltura italiana è la prima nella Ue per valore aggiunto. E ora l’ufficio studi di Bper ci dice anche che l’industria del food – l’altra gamba dell’agroalimentare nazionale – sempre stando al valore aggiunto, in Europa è la terza. Secondo i calcoli degli analisti della banca, in Italia oggi ci sono circa 58mila imprese attive nel comparto della trasformazione alimentare e danno lavoro a 496mila addetti. Il loro contributo all’economia del Paese, l’anno scorso, è stato di circa 37 miliardi di euro: una cifra di poco inferiore a quella messa a segno dall’agricoltura e, in ogni caso, in crescita del 3,5% rispetto al dato del 2023. Considerato che la manifattura made in Italy nel suo complesso l’anno scorso ha chiuso con un valore aggiunto negativo dell’1,9%, l’industria del food può dirsi soddisfatta.