Nel 2024 le denunce di infortunio sul lavoro sono state 593 mila, in aumento dello 0,4%
rispetto alle 590 mila del 2023 (oltre 2.500 casi in più), crescita influenzata dall’aumento degli infortuni relativi agli studenti. Sono infatti in calo dell’1% a 515 mila gli infortuni che riguardano i lavoratori, mentre salgono a 78 mila le denunce per studenti, in aumento del 10,5% rispetto alle 71 mila dell’anno precedente, di cui 2.100 nei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto).
1.202 gli infortuni con esito mortale, in aumento di un caso rispetto alle 1.201 del 2023, così ripartite:
– 1.189 denunce per lavoratori, 4 in meno rispetto alle 1.193 dell’anno precedente;
– 13 denunce per studenti, 5 in più rispetto alle 8 dell’anno precedente, di cui una nei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto).
Conferma i dati anticipati a febbraio il presidente INAIL Fabrizio D’Ascenzo, che ha presentato la Relazione annuale 2024 ieri a Roma.
Aumentano per contro gli infortuni in itinere: +3,1% (da 97.939 a 101.000).
Il 22,8% degli infortuni denunciati nel 2024 (117 mila) si è verificato “fuori dall’azienda”
ossia “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o in itinere: il valore più alto del quinquennio sia in termini assoluti che di incidenza sul totale.
Per i casi mortali nel 2024 si registra, rispetto al 2023, un calo delle denunce in occasione di lavoro (-3,5%, da 918 a 886) mentre quelle in itinere aumentano (+10,2%, da 275 a 303). Il 42,3% (503) dei casi si è verificato “fuori dall’azienda”, incidenza inferiore solo a quella registrata nel 2022 (45,7%).
L’89,5% del totale delle denunce di infortuni in occasione di lavoro riguarda la gestione assicurativa Industria e servizi, il 5,9% l’Agricoltura e il 4,6% il conto Stato. La riduzione tra il 2023 e il 2024 (-1,9%) è sintesi del calo delle denunce nell’Industria e servizi (-2%) e in Agricoltura (-2,5%) e di un lieve aumento nel conto Stato (+0,4%).
Per i casi mortali, è sempre l’Industria e servizi la gestione che fa registrare il maggior numero di infortuni (86,1%), seguita dall’Agricoltura con il 12,8% e dal conto Stato con l’1,1%. I 32 decessi in meno rispetto al 2023 (-3,5%) riguardano la gestione Industria e servizi (-11), l’Agricoltura (-15) e il conto Stato (-6).
L’analisi per settore di attività economica dell’Industria e servizi evidenzia che quasi un quarto (24%) degli infortuni in occasione di lavoro del 2024 è concentrato nel Comparto manifatturiero, seguito dalle Costruzioni (13%), Sanità e assistenza
sociale (oltre il 12%), Trasporti (12%) e Commercio (11%). Tuttavia, Manifatturiero, Costruzioni e Trasporti risultano in calo rispetto al 2023 (rispettivamente: -6,1%, -3,4% e -1,6%), mentre il Commercio registra un aumento (+2,6%).
I settori in cui nel 2024 si registra il maggior numero di decessi in occasione di lavoro sono: le Costruzioni (182 casi, 13 in meno rispetto al 2023), il Trasporto e magazzinaggio (132, un caso in più) e il Comparto manifatturiero (118, come nel 2023). Nella Sanità e assistenza sociale, i 20 decessi del 2024 si confrontano con i 18 del 2023 (nel 2020, nella fase più acuta della pandemia, furono quasi 200 le vittime denunciate).
Nel 2024 poco meno di un terzo (31,6%) degli infortuni denunciati ha riguardato donne. Se per gli uomini il calo delle denunce rispetto al 2023 è del 2,3%, la riduzione per le lavoratrici è dell’1,1%.
Per i casi mortali il calo ha riguardato entrambi i generi: 3 denunce in meno per le lavoratrici (da 59 a 56, -5,1%) e 29 in meno per i lavoratori (da 859 a 830, -3,4%).
Nel 2024, un decesso ogni quindici denunciati in occasione di lavoro ha interessato
le donne.
Relativamente all’età degli infortunati, la riduzione delle denunce tra il 2023 e il 2024 ha riguardato solo le fasce di età centrali: 35-49 anni (-4,8%, circa 6 mila casi in meno) e 50-64 anni (-1,8%, quasi 3 mila in meno) con, viceversa, aumenti di oltre 700 denunce per i giovani fino a 34 anni (+0,6%) e di circa 500 per gli over 64 (+4,4%).
Per i casi mortali, il segno meno ha invece caratterizzato, con diverse intensità, tutte le fasce di età facendo registrare 3 denunce in meno per gli under 35, 17 in meno per i 35-49enni, 6 in meno per i 50-64enni e 8 in meno per gli over 64.
Il calo delle denunce di infortuni in occasione di lavoro registrato a livello nazionale tra il 2023 e il 2024 (-1,9%) ha interessato tutte le aree del Paese, più consistente al Nord (Nord-Ovest -2,9% e Nord-Est -2%) che al Mezzogiorno (Sud -1,7% e nessuna variazione nelle Isole) e al Centro (-1,1%).
Le denunce di malattie professionali invece hanno raggiunto quota 88mila, il dato più elevato dal triennio 1976-1978, in crescita del 21,8% rispetto alle quasi 73mila del 2023.
Tuttavia, gli incrementi registrati quasi ininterrottamente dal 2000 sono da attribuire ad una maggiore informazione in merito alle coperture assicurative e all’ampliamento delle patologie riconoscibili.
L’83,3% delle malattie professionali denunciate nel 2024 si concentra nella gestione
assicurativa dell’Industria e servizi, il 15,8% in Agricoltura e lo 0,9% nel conto Stato. Tutte le gestioni assicurative evidenziano nel 2024 un aumento delle malattie denunciate rispetto all’anno 2023: Industria e servizi +21,8% (73.640 denunce, 13.194 casi in più); Agricoltura +21,9% (13.999 denunce, 2.515 in più); conto Stato +13,9% (745 denunce, 91 in più).
Nell’ambito dell’Industria e servizi oltre la metà delle denunce del 2024 si concentra
in due settori: nelle Costruzioni (quasi 17 mila) con il 29% e nel Comparto
manifatturiero (15 mila) con il 26%, ai primi posti la fabbricazione di prodotti in
metallo e le industrie alimentari. Seguono il Commercio (6 mila), la Sanità e assistenza
sociale e il Trasporto e magazzinaggio (4 mila ciascuno).
Il Sud registra il maggior numero di denunce di malattie professionali nel 2024 (32.674), seguito dal Centro (31.794) e dal Nord (23.916). La Toscana con 13.698 denunce (15,5% del totale nazionale) rappresenta la regione con il maggior numero di malattie, seguita da Puglia e Marche, rispettivamente con 9.094 e 7.716 casi. Gli incrementi percentuali maggiori rispetto all’anno precedente si registrano in Molise (+70,7%, da 663 a 1.132 casi), in Abruzzo (+40,4%, da 5.222 a 7.331) e in Liguria (+40,2%, da 1.426 a 1.999).
Le malattie più denunciate continuano a essere quelle muscolo-scheletriche: 3 casi
su 4 codificati (63 mila denunce), principalmente “disturbi dei tessuti molli” (epicondiliti,
sindrome della cuffia dei rotatori e lesioni della spalla) e “dorsopatie” (disturbi, degenerazioni ed ernie dei dischi intervertebrali). Seguono con 10 mila casi (11,9% del totale) le “malattie del sistema nervoso” (sindrome del tunnel carpale in particolare) e quelle “dell’orecchio” (ipoacusie e sordità) con oltre 5 mila denunce (6,4%). I “tumori” superano i 2 mila casi (in particolare, mesoteliomi della pleura per asbesto e tumori maligni agli organi intratoracici), così come le “malattie respiratorie”.