di Francesco Sottile.
Sono stati pubblicati nei giorni scorsi i risultati dell’XI edizione dell’indagine INAPP – Plus (Participation, Labour, Unemployment, Survey), realizzata su un campione di 45.000 individui fra 18 e 74 anni, avente l’obiettivo di indagare il fenomeno del posticipo delle cure e del ricorso alle assicurazioni sanitarie. L’indagine ha messo in luce tutte le lacune del Sistema Sanitario Nazionale: dalle criticità in termini di equità e accessibilità, dalle lunghe liste d’attesa alla rinuncia alle cure, ai persistenti divari territoriali di accesso alle cure.
In particolare, l’indagine evidenzia come nel 2024 il 5% (pari a oltre 2 milioni) delle persone tra i 18 e i 74 anni ha dovuto posticipare delle cure mediche per motivi economici; tale percentuale cresce all’aumentare dell’età degli individui, passando dal 4,5% per individui di età compresa fra 30 e 39 anni, al 7,3% per individui di età compresa fra 65 e 74 anni.
Il report evidenzia i già noti problemi di accessibilità alle cure, con i meno abbienti – aventi fascia di reddito mensile fino a 1.000 euro – che registrano la percentuale più alta (9,3%) fra i soggetti che hanno rinunciato alle cure. Tale percentuale decresce al crescere del reddito familiare degli indagati.
Cresce anche il numero di soggetti che ha sottoscritto una polizza sanitaria, per sé o per i propri cari, anche se la percentuale rimane comunque bassa. Infatti, solo il 13,7% degli intervistati ha dichiarato di aver sottoscritto un’assicurazione sanitaria (singolarmente, o per alcuni/tutti i componenti del proprio nucleo familiare), mentre il 75,7% dichiara non solo di non averla sottoscritta, ma anche di non avere intenzione di sottoscriverla in futuro.
Sul punto emerge inoltre come giocano un ruolo cruciale all’interno della scelta di acquisire un’assicurazione:
- il conseguimento di un titolo di studio. In particolare, fra chi l’ha acquistata:
- l’8,2% ha fino una licenza media;
- il 12,1% ha un diploma;
- il 25,8% possiede una laurea o un titolo post lauream.
- la condizione occupazionale. In particolare, fra chi l’ha acquistata il 17,9% risulta occupato (e il 12,9% pensionato); tale percentuale cala drasticamente per le persone in cerca di lavoro (4%).
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