Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Le polizze Vita in Italia sono pronte a beneficiare dell’attuale fase di incertezza dei mercati e dell’andamento dei tassi d’interesse, diventando più attraenti agli occhi dei risparmiatori con la raccolta che è destinata a crescere. Ne sono convinti all’agenzia di rating S&P dove, in un report appena pubblicato, vedono rosa per il settore assicurativo sia per quest’anno che per il 2026. Bene andrà il ramo vita quindi che secondo i dati diffusi da Ania ha chiuso il 2024 con una raccolta premi di oltre 110 miliardi, in aumento del 19,5% rispetto al 2023 quando invece i premi erano diminuiti del 3,5%. Ma anche nel comparto Danni si prevede un nuovo sviluppo, sorretto dalle polizze catastrofali che per le imprese diventeranno gradualmente obbligatorie. «Non crediamo che le attuali incertezze di mercato ridurranno l’attrattiva delle assicurazioni vita», scrivono gli analisti guidati da Taos Fudji aggiungendo che «le polizze vita unit-linked continuano a superare le tradizionali polizze di risparmio vita, con una crescita annua prevista rispettivamente del 10% e del 5%». Già nel 2024 i premi delle polizze unit linked erano saliti del 60%, rispetto all’11% delle polizze vita tradizionali e il divario sembra destinato ad accentuarsi in un mercato che è comunque destinato a crescere per entrambe le tipologie di prodotto, con i premi Vita che nel 2026, secondo le attese di S&P, supereranno i 125 miliardi
Prosegue la strategia di sviluppo del broker assicurativo Edge con l’ingresso di Steffano Assicuratori, storica realtà milanese con un’offerta generalista rivolta principalmente al mondo delle imprese.
Il 14 maggio è entrato il vigore il decreto legge (numero 25 del 14 marzo, articolo 17-ter) che istituisce una cabina di regia all’interno del Mef dedicata allo sviluppo del mercato dei capitali. Ovvero una cabina in grado di effettuare studi e analisi su come sviluppare il mercato finanziario italiano coinvolgendo, se necessario, diversi enti pubblici, le autorità di vigilanza e che promuova un piano nazionale delle politiche e degli interventi strategici. Questa cabina di regia sarà composta da un esponente del Mef, da un rappresentante del ministero del Made in Italy, dal ministero per gli Affari europei (per le materie riguardanti il Pnrr e le politiche di coesione), dalla Presidenza del consiglio dei ministri, dalla Banca d’Italia, dall’Ivass (Authority sulle assicurazioni), dalla Consob e dalla Guardia di finanza.
A quasi dieci anni dallo scoppio del Dieselgate un tribunale tedesco ha condannato quattro ex manager di Volkswagen per frode in relazione allo scandalo sulla manipolazione dei test sulle emissioni delle auto diesel. Dopo quasi quattro anni di processo il tribunale regionale di Braunschweig ha inflitto all’ex dirigente della casa automobilistica tedesca Heinz-Jakob Neusser una pena con sospensione condizionale di un anno e tre mesi per il suo ruolo nella vicenda. Altri due manager dovranno scontare invece una pena compresa tra 2 e 4 anni e mezzo di carcere. Il quarto è stato condannato a un anno e 10 mesi con sospensione condizionale della pena.
Carlo Messina difende l’impiego del golden power fatto dal governo italiano nel risiko bancario. Per il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo «l’uso del golden power fa parte del nuovo mondo in cui siamo entrati», ha commentato intervenendo ieri al consiglio nazionale della Fabi, il primo sindacato dei bancari. I poteri speciali hanno trovato una draconiana applicazione nell’ops lanciata da Unicredit per Banco Bpm e Palazzo Chigi potrebbe farvi nuovamente ricorso sul dossier Generali-Natixis. «La gestione del risparmio oggi è una questione di sicurezza nazionale. Mi stupisce che ci si sia arrivati solo adesso». Nel suo intervento Messina si è focalizzato anche sulle grandi manovre in corso tra le banche e, in particolare, sul futuro di Generali. Dopo un avvio scherzoso («Se Unicredit decidesse davvero di scalare la compagnia chiamerei Andrea Orcel per dirgli di fermarsi» visti i numerosi fronti aperti) il banchiere ha confermato il suo approccio molto cauto al tema m&a.

La necessità di stimolare la crescita e sostenere lo sviluppo del paese spinge in primo piano il ruolo della consulenza finanziaria, che diventa sempre più centrale per valorizzare il risparmio delle famiglie e delle imprese in Italia su conti correnti e depositi, il cui valore supera i 2 mila miliardi di euro: è quanto emerge da uno studio realizzato da Teha in collaborazione con Assoreti. I tre quarti di questa somma sono in mano alle famiglie. Negli ultimi dieci anni chi non ha investito i propri risparmi ha visto ridursi del 15% il potere di acquisto del patrimonio a causa dell’inflazione. Se la liquidità e i depositi delle famiglie italiane al 2013, pari a 1.200 miliardi, fossero stati tutti investiti, si sarebbero generati altri 190 miliardi, proteggendo il capitale dall’inflazione. Dallo studio emerge che l’Italia è prima in Europa per numero di consulenti finanziari rispetto alla popolazione maggiorenne, con un rapporto di uno a 1.360. La raccolta media netta annua della consulenza finanziaria ha raggiunto negli ultimi cinque anni 50 miliardi di euro, il triplo del 2013, e l’Italia è stato il primo paese Ue per raccolta netta delle reti di consulenza finanziaria, con un valore cumulato di 452 miliardi (440 mld in Germania), superando anche gli Stati Uniti per volumi di raccolta rispetto al patrimonio gestito di inizio periodo
È la centralità dei consulenti finanziari il paletto che l’a.d. di Banca Generali, Gian Maria Mossa, considera fondamentale nel valutare l’ops di Mediobanca. «Quindi, se mettiamo al centro i nostri consulenti finanziari e le persone, sicuramente faremo un buon lavoro», ha affermato Mossa. «Mi sono già espresso sul deal. La cosa importante per me non è solo il cosa, ma anche il come, perché questo è un business di persone, consulenti finanziari. Il cda mi ha dato la delega per capire in qualche modo quali sono i razionali e le conseguenze industriali. Il cosa, cioè creare un polo di wealth management, sicuramente può avere senso, il come definirà se la cosa verrà accolta con favore o meno
Devono essere risarciti gli eredi del fumatore morto per carcinoma polmonare. Non si può ritenere la vittima in concorso di colpa senza accertare se, quando ha iniziato, fosse consapevole che il fumo è cancerogeno. Né si può escludere il nesso di causalità con l’attività del produttore, che non ha adottato tutte le misure in grado di evitare il danno né ha informato in modo adeguato i consumatori sui rischi connessi al vizio della sigaretta. Così la Corte di cassazione civile, sez. terza, nell’ordinanza n. 13844 del 23/05/2025. Prova rigorosa. Accolto il ricorso proposto dagli eredi della signora morta di cancro dopo aver fumato un pacchetto al giorno per trent’anni. Sbaglia la Corte d’appello a riformare la decisione del Tribunale, che aveva riconosciuto l’azienda produttrice responsabile al 50 per cento con la danneggiata, sul rilievo che il consumo di sigarette fosse «un atto un atto di volizione libero, consapevole e autonomo» della vittima, dotata della «capacità di agire»: il concorso di colpa del consumatore, infatti, si può configurare soltanto se si prova la conoscenza o l’effettiva conoscibilità dei rischi specifici connaturati al tabagismo
La giurisdizione del giudice italiano può essere dichiarata in materia di protezione del consumatore, anche quando il contratto è stato stipulato in un Paese terzo, qualora si dimostri che l’attività del professionista convenuto sia diretta verso lo Stato di residenza del consumatore, come stabilito dall’art. 15, co. 1, lett. c) della Convenzione di Lugano del 30/10/2007. Lo ha stabilito la Cassazione a s.u., ordinanza 18/2/2025, n. 4124. Un investitore conveniva innanzi il giudice italiano due società affinché fosse dichiarata la nullità, l’inefficacia o la risoluzione di un contratto di assicurazione sulla vita. Ambedue si costituivano in giudizio eccependo il difetto di giurisdizione del giudice italiano. In particolare, la prima società deduceva di avere residenza in Svizzera, nonché che il contratto fosse stato ivi stipulato; la seconda società attribuiva la giurisdizione al giudice mannese. In pendenza del giudizio di primo grado, quest’ultimo proponeva regolamento preventivo di giurisdizione, chiedendo che venisse dichiarata la giurisdizione italiana.

Viaggio tra i piccoli sconosciuti soci delle Generali, per conoscerli meglio e scoprire che alcuni di loro tanto piccoli non sono. Come Federica Pelizza che ha un formidabile patrimonio in azioni del Leone: 36 milioni di euro. E il fratello Lorenzo ne ha per 28 milioni. Chi sono? Cosa fanno?

«Siccome sono un convinto capitalista, mi chiedo: un azionista di Mediobanca, che vota per il progetto Banca Generali, come può consegnare le azioni a Mps? Se lo fa, è irrazionale». Così si è espresso lo scorso 22 maggio Lorenzo Pellicioli, presidente di De Agostini e membro del cda di Generali, a margine di un evento del Festival dell’Economia di Trento. Proprio ieri, però, a riguardo è arrivata la risposta di uno dei soci chiave di Piazzetta Cuccia, ossia di Massimo Doris, che tramite Mediolanum ha una quota del 3,49% dell’istituto. «Tutte hanno senso sulla carta, anche per l’operazione di Mps su Mediobanca, tra i proxy advisor c’è chi ha detto di votare a favore e chi ha detto di votare contro. Questo significa che sono giuste tutte e due le cose», ha sottolineato a margine del Forum Assoreti.
Nuovo passo avanti nell’annosa vicenda dell’Arbitro Assicurativo (Aas), un sistema di risoluzione alternativa delle controversie tra assicurati, compagnie e intermediari creato sul modello dell’Abf, l’arbitro già da tempo operativo per le liti nel settore bancario. Da ieri è online il sito dell’Organismo a cui i cittadini e le imprese potranno rivolgersi per risolvere le liti sulle polizze, visualizzabile all’indirizzo https://www.arbitroassicurativo.org. Tuttavia non è ancora possibile per consumatori e imprese presentare i ricorsi. L’Aas infatti non è ancora operativo e lo diventerà con apposito provvedimento dell’Ivass, l’Authority del settore assicurativo che funge da segreteria tecnica dell’Aas.
La Centrale dei rischi (Cr) è un archivio gestito dalla Banca d’Italia per finalità di interesse pubblico accogliente informazioni sui debiti di famiglie e imprese verso il sistema bancario e finanziario. Sono registrati in Cr i finanziamenti (mutui, prestiti personali, aperture di credito ecc.) e le garanzie quando l’importo che il cliente deve restituire supera i 30mila euro, la cosiddetta soglia di censimento; soglia che si abbassa a 250 euro se il cliente ha gravi difficoltà nel pagare il suo debito, ossia è in sofferenza. La banca dati viene alimentata dall’invio delle informazioni cui sono tenuti per legge banche, società finanziarie e altri intermediari.

Joachim Wenning, CEO del più grande riassicuratore del mondo Munich Re, in un’intervista a Handelsblatt chiede ai tedeschi maggiori prestazioni. La Germania soddisfa tutti i requisiti per tornare alla sua antica forza economica, ma questo percorso è associato a imposizioni e tagli. Ogni buona politica economica crea anche svantaggi distributivi. “Il fattore decisivo è ciò che è vantaggioso per l’economia nel suo complesso”, afferma Wenning. Per raggiungere questo obiettivo, il nuovo governo deve trasformare i disincentivi in buoni incentivi, ad esempio in termini di retribuzione o di servizi per l’infanzia. Wenning giudica promettente lo slancio iniziale del nuovo governo. Si aspetta che affronti la burocrazia, anche se con cautela e attenzione: “È un errore credere che la burocrazia possa essere abolita con un colpo di mano”. Secondo Wenning, il settore della riassicurazione è solo indirettamente colpito dai dazi statunitensi. La fuga dei capitali dagli USA è “un’opportunità per l’Europa e la Germania che dovremmo cogliere ora”. La Germania deve diventare più attraente per gli investitori stranieri e potrebbe quindi trarne vantaggio a lungo termine
Gli esperti vedono un ulteriore potenziale di fusioni nel settore assicurativo tedesco, soprattutto tra i fornitori più piccoli. Chi potrebbe essere il prossimo?
Il mercato asiatico è strategicamente importante per gli assicuratori globali. Il responsabile dell’Asia-Pacifico Thavarajah spiega ad Handelsblatt quali sono gli obiettivi che Allianz si è posta nella regione.