Secondo un recente studio dell’Istituto ifo, in Germania l’accettazione da parte dell’opinione pubblica dell’assicurazione obbligatoria contro i rischi naturali è molto più alta di quanto si pensasse in precedenza. Circa il 40% degli intervistati è direttamente favorevole all’assicurazione obbligatoria, mentre un altro 34% è neutrale nei suoi confronti.
“Soprattutto per ragioni di equità, molte famiglie sono disposte a sostenere un sistema basato sulla solidarietà, anche se non ne beneficerebbero affatto”, afferma Marie-Theres von Schickfus, dell’Istituto ifo. In particolare, le famiglie di aree precedentemente a basso rischio hanno segnalato una maggiore disponibilità a partecipare all’assicurazione obbligatoria dopo aver ricevuto informazioni mirate sugli aiuti statali, che hanno coperto fino all’80% dei danni dopo il disastro dell’alluvione del 2021.
Il modello di assicurazione obbligatoria, organizzata privatamente, è sempre più percepito come più equo ed efficiente rispetto ai pagamenti statali ad hoc. Von Schickfus vede il potenziale per un riallineamento politico: “La popolazione riconosce sempre più che un tale meccanismo non solo ha senso dal punto di vista economico, ma è anche più equo per la società”.
La devastante alluvione del 2021 ha causato danni per oltre 40 miliardi di euro. All’epoca solo circa la metà degli edifici residenziali era assicurata: un gap che ora sta diventando più evidente. Lo studio ifo si basa sulle risposte di oltre 8.000 famiglie e più di 600 aziende in Germania.
Tali risultati potrebbero essere rilevanti anche in Europa, dato che in media in Europa solo il 15% dei danni legati al clima è assicurato. In Germania, il tasso è del 25%.
Karen Pittel, direttore del Centro ifo per l’energia, il clima e le risorse, sottolinea: “Un sistema assicurativo obbligatorio può contribuire a mitigare le conseguenze del cambiamento climatico e ad alleggerire il peso sui bilanci statali”. Tuttavia, il prerequisito è che i rischi locali siano adeguatamente riflessi nei premi assicurativi. Pittel è anche favorevole a una discussione più aperta sulle misure statali e private per l’adattamento al clima.