Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

logo_mf

Banca Generali è il tassello giusto per Mediobanca e l’idea di creare un campione nazionale italiano nel wealth management dovrebbe essere stata accolta positivamente dall’esecutivo. E’ quanto ha sottolineato Alberto Nagel, ad di Mediobanca, in una lunga intervista nel programma di Cnbc Squawk Box. «Banca Generali», ha spiegato il ceo, «è il tassello giusto, perché nel nostro ultimo piano strategico abbiamo fissato come priorità diventare un attore primario nella gestione del risparmio/wealth management in Italia. Questo è possibile grazie al nostro brand, l nostro posizionamento già consolidato nel wealth management e nell’investment banking, tenendo conto del panorama imprenditoriale italiano, caratterizzato da un solido tessuto di medie imprese e da imprenditori brillanti. Combinare il nostro forte posizionamento a servizio del mondo imprenditoriale con le nostre competenze nel wealth management rappresenta una combinazione estremamente potente. Siamo cresciuti molto, abbiamo raggiunto una buona dimensione, ma il wealth management è un business di scala e quindi dobbiamo crescere ancora. Banca Generali è un’ottima opportunità per noi: avevamo già analizzato questa possibilità alcuni anni fa, abbiamo continuato a monitorarla e ora il momento è giusto, sia per ragioni industriali che finanziarie».
Colpo di scena nella scalata di Unicredit a Banco Bpm. Ieri sera a mercati chiusi la Consob ha sospeso l’ops per 30 giorni dalla data della delibera, chiedendo un supplemento al prospetto informativo. La richiesta di Piazza Gae Aulenti all’authority era stata inviata tra il 5 e il 9 maggio con l’obiettivo di guadagnare tempo prezioso per la trattativa con il governo sui paletti del golden power. Quando questo giornale andava in stampa, il Banco non aveva ancora risposto ufficialmente al provvedimento ma già si profilava l’ipotesi di un’impugnazione al Tar.

Polizze catastrofali, rinvio a misura d’impresa: ok alla proroga del termine dell’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura di danni a terreni, fabbricati e aziende industriali e commerciali causati da calamità naturali, dal 31 marzo scorso al primo ottobre 2025 per le imprese di medie dimensioni e al 31 dicembre 2025 per piccole e microimprese. Per le grandi imprese è invece confermato il termine del 31 marzo scorso, ma con un periodo transitorio di 90 giorni in cui queste imprese non sono esposte a nessuna sanzione in caso di inadempimento dell’obbligo, il che le mette al riparo dai rischi fino al 30 giugno prossimo. L’Aula del Senato ha approvato ieri con 78 voti favorevoli, nessun contrario e 53 astenuti (opposizioni) il decreto legge 39/2025 con le “Misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali”. Il testo, già approvato dalla Camera, andava convertito in legge entro il 30 maggio.
Arriva GenerAzione Risparmio, la nuova soluzione assicurativa di Generali che ha l’obiettivo di rispondere con efficacia alle esigenze di chi vuole costruire un capitale nel lungo periodo, combinando protezione, flessibilità e rendimento. «GenerAzione Risparmio risponde a un con testo che, da un lato vede oltre 1.300 miliardi di liquidità sui conti correnti, dall’altro regi
stra una maggior propensione all’investimento rispetto al passato» spiega Marco Oddo
ne, Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia.
Torna a salire la liquidità sui conti correnti degli italiani: quasi 20 miliardi di euro in più in un anno. Dopo due anni consecutivi di contrazione, nel 2024 il saldo complessivo dei salvadanai di famiglie e imprese ha registrato un incremento, attestandosi a 1.363,6 miliardi, in aumento di 19,8 miliardi rispetto ai 1.343,8 miliardi del 2023, pari a una crescita dell’1,5%. Lo rivela un’indagine di Analisi&Ricerche della Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani,
che ha rielaborato le statistiche della Banca d’Italia.

Per trovare informazioni positive nel rapporto Istat di quest’anno bisogna andarsele a cercare, con impegno. Il Pil? In frenata. Il potere d’acquisto dei salari reali? Dal 2019 al 2024 è calato del 10,5%. Un italiano su quattro è a rischio povertà o esclusione. La produzione industriale è calata del 4% rispetto al 2023, quando era già calata di due punti. Una cosa positiva da sottolineare c’è «il netto miglioramento» dei conti pubblici con la discesa dell’indebitamento netto dal 7,2% al 3,4% del Pil. Anche quest’anno il bollettino demografico dell’Istat fotografa un inverno con un freddo da record. Come quella cifra emblematica: per la prima volta nel nostro Paese il numero degli ultraottantenni ha superato quello dei bimbi sotto i dieci anni. Di poco (4,6 milioni contro 4,3), ma è un dato che si somma al record negativo delle nascite (nel 2024 solo 370 mila a fronte di 651 mila decessi) e anche quello dell’indice di natalità, 1,18 figli per donna
Saranno presentati oggi i conti del primo trimestre di Generali approvati ieri dal consiglio di amministrazione. L’attesa degli analisti è di utili attorno a un miliardo e una raccolta sopra i 27 miliardi. Selezionata anche la squadra di consulenti che assisterà il cda nella compagnia che così potrà avviare il processo dei lavori per approfondire i termini dell’offerta pubblica di scambio lanciata da Mediobanca su Banca Generali di cui il Leone ha il 51%. La compagnia aveva già arruolato Zaoui & co, Morgan Stanley e BofA. Gli azionisti di Generali aspettano infatti indicazioni. Per esempio la destinazione di quel 13% della compagnia che per metà andrà agli azionisti di Banca Generali, che avranno titoli di un’altra società e attendono tra settembre e ottobre l’opinione del cda. L’altro 6,5% si trasformerà in azioni proprie del Leone. Poi, da definire è la quantificazione degli accordi industriali tra Mediobanca e Generali sulle masse di risparmio coinvolte negli accordi, la loro durata e i ritorni.
Per monitorare lo «stato di salute» e la solidità di un Paese un indicatore importante è il numero di aziende che paga con puntualità i propri fornitori. Un dato rispetto al quale l’Italia registra una crescita: il 45% delle imprese della Penisola effettua i pagamenti alla scadenza, contro il 41% dell’anno scorso. È quanto emerge dalla ricerca annuale realizzata da Cribis, la società del gruppo Crif che raccoglie dati sui pagamenti commerciali sia in Italia che al livello globale, tramite Dun & Bradstreet Worldwide Network di cui è partner.

Repubblica_logo

Gli italiani vivono più a lungo, ma peggio, e quando devono fare una visita o un accertamento specialistico il 10% di loro rinuncia, perché ci sono liste d’attesa infinite, costi troppo alti nelle strutture private, oppure tutte e due le cose insieme. L’aspettativa di vita che aumenta, inoltre, sposta in avanti di almeno dieci anni l’inizio della vecchiaia, che parte a 74 anni per gli uomini e 75 per le donne, ma anche l’inizio dell’età adulta per i giovani. I dati sono del Rapporto Annuale Istat e assestano prima di tutto un duro colpo al servizio sanitario nazionale, che evidentemente non risponde nel modo migliore alle richieste dei cittadini. Nel 2024 il 9,9% di loro, circa 6 milioni di persone, ha rinunciato a visite ed esami. L’aumento rispetto all’anno precedente, quando il dato era del 7,5%, è significativo. Nel 6,8% dei casi gli italiani hanno rinunciato per le liste d’attesa, nel 5,3% hanno pesato le difficoltà a pagare le prestazioni sanitarie (la somma dei due dati è superiore al 9,9% perché in certi casi i problemi si sovrappongono).

Un conto salito a 91,8 miliardi, ma anche un significativo calo dei trattamenti erogati durante lo scorso anno. Nel pubblico impiego si registra una frenata nella corsa al pensionamento. Il numero degli assegni pensionistici complessivamente versati dall’Inps agli ex dipendenti pubblici è arrivato, al 1° gennaio 2025, a 3,15 milioni: lo 0,6% in più rispetto a 12 mesi prima, quando la crescita era stata più alta (+0,9%). E nel solo 2024 le nuove prestazioni liquidate sono diminuite dello 0,01% nel confronto con quelle del 2023. A scattare questa fotografia è l’ultima rilevazione dell’Osservatorio dell’Istituto presieduto da Gabriele Fava, dalla quale emerge che per il totale delle pensioni “pubbliche” vigenti all’inizio di quest’anno, il costo è salito dell’1,9% sul 2024, nel quale l’incremento era stato dell’8,2%. L’importo medio dei trattamenti agli ex lavoratori della Pa è stato di 2.123,51 euro: +1,9% sul 2023.
Le dimensioni etiche, politiche e normative dell’assicurazione contro i rischi climatici, in particolare in Europa, come strumento per un’azione giusta per il clima, saranno il focus delle attività di ricerca dell’Axa Research Lab on Climate change, risk and justice, diretto dal professor Gianfranco Pellegrino, del dipartimento di scienze politiche della Luiss Guido Carli e istituito grazie al sostegno dell’Axa Research Fund (l’iniziativa di filantropia scientifica globale del gruppo Axa), di Axa Investment Managers e del gruppo assicurativo Axa Italia.
Con 78 voti favorevoli, 53 astensioni e nessun voto contrario, l’Aula del Senato ha approvato la conversione in legge del Dl 39/2025, il decreto legge sulle polizze assicurative contro i rischi da catastrofi naturali per gli immobili produttivi utilizzati dalle imprese. Il decreto aveva avuto il via libera della Camera l’8 maggio scorso e quindi ora è legge. Formato da due articoli, fa riferimento agli obblighi assicurativi delle imprese. Ne proroga i termini per adempiere (rispetto alla scadenza precedente, 31 dicembre 2024), definisce le modalità attuative e introduce eccezioni e chiarimenti interpretativi all’attuale norma. Così ad esempio le imprese di medie dimensioni avranno tempo fino al primo ottobre 2025, per stipulare assicurazioni a copertura dei danni causati da calamità naturali; quelle piccole e micro fino al 31 dicembre, mentre per le grandi il termine è rimasto al 31 marzo scorso.