Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Sebbene l’Italia sia uno dei Paesi europei più esposti ai rischi naturali, ha uno dei livelli di protezione contro le catastrofi naturali più bassi del continente. Secondo lo Swiss Re Institute, negli ultimi dieci anni il divario tra le perdite economiche totali e quelle assicurate è stato del 78% in Italia rispetto al 46% in Francia e al 57% in Germania. Con le perdite causate dalle catastrofi naturali destinate ad aumentare, il settore assicurativo si presenta come parte integrante della soluzione per colmare le lacune di protezione e rendere la società più resiliente. Tuttavia per affrontare questi rischi in modo efficace e sostenibile è necessaria un’azione collettiva, un impegno a lungo termine e un approccio multistakeholder che coinvolga i proprietari immobiliari, i governi, le autorità di regolamentazione, le autorità di vigilanza e il settore riassicurativo. Sebbene il miglioramento della penetrazione assicurativa sia un fattore chiave per garantire la resilienza della società, è fondamentale ridurre il potenziale di perdita fin dall’inizio con misure di prevenzione e adattamento efficaci.
Piacciono agli analisti i conti trimestrali di Unipol, con Equita Sim e Mediobanca Research che alzano i target price, mentre Intesa Sanpaolo ribadisce il buy. L’azione a Piazza Affari ieri ha guardagnato lo 0,67% a 16,52 euro. Nel dettaglio, Unipol ha incassato la conferma della raccomandazione buy da parte sia di Intesa Sanpaolo (con target price a 16,4 euro), sia di Equita Sim, che ha alzato del 9% a 18,5 euro il prezzo obiettivo sul titolo. «A seguito della forte partenza d’anno e delle indicazioni positive dalla call, abbiamo rivisto le nostre stime di utile 2025 del +3%, principalmente per incorporare la sorpresa positiva del primo trimestre sul risultato finanziario.

Il Tutor 3.0 non può multare chi non mantiene la destra in autostrada: la violazione dell’obbligo di occupare la corsia più libera a destra è sanzionata dall’articolo 143 Cds e può essere accertata solo direttamente dagli agenti nell’immediatezza del fatto: lo chiarisce la stessa Polizia di Stato, rispondendo a un nostro interpello; da remoto si può invece rilevare soltanto la violazione del divieto di sorpasso dei mezzi pesanti. Ipotesi non prevista. Sono infondati, dunque, i video e gli altri contenuti divenuti virali in rete e sui social secondo i quali sarebbe invece sarebbe stata invece «sicura» la multa del Tutor 3.0 per chi occupa la corsia centrale in autostrada: il codice della strada, infatti, non prevede la possibilità di accertare a distanza la violazione per mezzo di dispositivi automatici. «L’accertamento a distanza in questa ipotesi – osserva del resto l’ufficio relazioni esterne della Ps – risulterebbe di difficile esecuzione: richiederebbe la visione di un campo immagine abbastanza esteso per verificare che effettivamente vi sia la possibilità/obbligo di spostarsi sulla corsia a margine della carreggiata»
Ilavoratori italiani possono contare su un sistema retributivo garantista che prevede un livello di protezione economica tra i più completi e articolati nel panorama europeo. Il modello italiano è, infatti, fondato su una solida architettura di contrattazione collettiva e su istituti normativi consolidati, come la tredicesima e la quattordicesima mensilità e il Trattamento di fine rapporto, non previsti per legge negli altri sistemi retributivi europei. È il caso, ad esempio, di quelli vigenti in Francia, Germania, Romania, Spagna e Svezia. È quanto emerge dall’approfondimento della Fondazione studi consulenti del lavoro dal titolo “Struttura della retribuzione e salario minimo: disciplina italiana e confronto con altri Stati comunitari” che mette a confronto la disciplina retributiva italiana con quella dei cinque Paesi europei citati. Oggetto dello studio sono stati i sei Ccnl più applicati in Italia, cioè, utilizzati per la gestione di svariati milioni di lavoratori. Così come va sottolineata la copertura universale che ha la contrattazione collettiva nel nostro Paese. La comparazione non si limita al solo valore del salario minimo legale – spesso usato come unico indicatore – ma si estende all’intera struttura della retribuzione, includendo elementi indiretti e differiti, come indennità contrattuali, mensilità aggiuntive e Tfr. Il quadro che emerge dall’analisi della Fondazione studi è chiaro: le “retribuzioni ultra-mensili e differite” (13^ e 14^ mensilità e Trattamento di fine rapporto) in Italia sono istituti contrattuali previsti per legge, o per Ccnl, a differenza di quanto accade nei cinque Paesi messi a confronto
Regime fiscale della contribuzione a forme di sanità integrativa: quadro più definito con l’intervento dell’Agenzia delle entrate. È quanto emerge dalla Circ. 4/2025 di venerdì scorso che ha fornito importanti precisazioni sul trattamento fiscale dei contributi in favore dei fondi sanitari integrativi, alla luce delle modifiche normative introdotte dal d.lgs. 192/2024, attuativo della l. 111/2023 (legge delega per la riforma fiscale). Quest’ultima, all’art. 5, comma 1, lett. e), ha affidato al Governo il compito di procedere alla revisione a alla semplificazione delle disposizioni riguardanti le somme e i valori esclusi dalla formazione del reddito di lavoro dipendente, con particolare riguardo ai limiti di non concorrenza al reddito previsti per l’assegnazione dei compensi in natura, salvaguardando le finalità tra gli altri dell’incremento dell’assistenza sanitaria, con l’obiettivo di razionalizzare il sistema, semplificarlo e rafforzare la funzione sociale degli strumenti di welfare aziendale. Nello specifico, la delega ha richiamato espressamente la necessità di rivedere la disciplina dei contributi in favore dell’assistenza sanitaria, in modo da valorizzarne l’effettiva finalità mutualistica ed evitare usi distorti del beneficio fiscale. La Circolare 4/E rappresenta, quindi, il primo intervento interpretativo che concretizza questi obiettivi, offrendo indicazioni operative sull’applicazione degli articoli 10 e 51 del Tuir. Nel nuovo assetto normativo, resta confermata la possibilità per i contribuenti di beneficiare delle agevolazioni fiscali in relazione ai contributi versati a fondi sanitari integrativi, ma a condizione che questi soddisfino requisiti sostanziali.
Intelligenza artificiale (IA) nel limbo della privacy. Sono ancora irrisolti due problemi: se i sistemi di IA possono trattare dati senza il consenso degli interessati; 2) come fare a controllare l’età di chi vuole entrare nei siti web riservati ai maggiorenni. È quanto emerge dal provvedimento del Garante della privacy n. 232 del 10/4/2025, che sviluppa tre profili di interesse. Un primo profilo riguarda l’irrogazione della sanzione di 5 milioni di euro alla società USA Luka Inc. fornitrice del chatbot “Replika”, per numerose violazioni del Gdpr (regolamento UE n. 2016/679) commesse alla data del 2/2/2023. Il secondo profilo rimanda a future indagini la questione relativa alla liceità dei trattamenti con riferimento alle basi giuridiche utilizzabili durante l’intero ciclo di vita del sistema di IA (consenso o altro?). Il terzo profilo mette in luce che è ancora in alto mare la soluzione al problema di come controllare quanti anni ha chi apre un account
Germania. Le casse degli enti pensionistici sono in rosso, si è costretti a lavorare sempre più a lungo, fino a 67 anni, e si propone di portare il limite ai 70 anni. Si può andare in pensione prima, ma si perde il due per cento per ogni anno d’anticipo. Si riceve il 60 per cento dell’ultimo stipendio ma dopo 40 anni di lavoro, difficile o impossibile per i professionisti, e per i laureati.  La ministra del lavoro, Bärbel Bas dell’Spd, annuncia una Rente Revolution, una rivoluzione delle pensioni. Alcune sue proposte non sono sbagliate, ma finirebbero per cancellare antichi privilegi, alcuni ingiusti, ma su altri si basa lo Stato da oltre un secolo e mezzo, dai tempi di Bismarck. La Cdu/Csu, il partito di Merz, già si dichiara contraria. Il primo litigio nella coalizione.
Dieci anni fa era un nome sconosciuto nel panorama delle assicurazioni online. Oggi Prima è una realtà da oltre 4 milioni di clienti, cresciuta su tre pilastri: tecnologia, prezzi su misura e un’esperienza utente senza attriti. «A differenza di molte nuove realtà che partono da una nicchia, noi abbiamo sempre avuto un’impostazione trasversale», racconta George Ottathycal, ceo di Prima Assicurazioni, a margine della presentazione del decennale, tenutasi alla Triennale di Milano. Il core business della compagnia resta quello delle assicurazioni per auto, moto e piccoli furgoni fino a tre tonnellate, inclusi i clienti con partita Iva. Fondata nel 2015, Prima ha scommesso fin dall’inizio su un modello digitale e scalabile.

La misura, promossa dal ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), ha l’obiettivo di modernizzare un passaggio cruciale della gestione degli incidenti. La nuova Constatazione amichevole d’incidente digitale sarà accessibile tramite una piattaforma unica o attraverso le app ufficiali delle principali compagnie assicurative. Gli utenti, in caso di sinistro, potranno compilare la dichiarazione direttamente dallo smartphone inserendo luogo, data, targa dei veicoli coinvolti, dinamica dell’incidente e fotografie, con un sistema guidato che assiste passo dopo passo. La firma digitale, tramite Spid o Carta di identità elettronica, sarà sufficiente per validare la dichiarazione.

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Il sistema delle pensioni in Italia è «sostenibile, il sistema regge», assicura il presidente dell’Inps Gabriele Fava, intervenuto ieri all’evento diAffari&Finanza dedicato alla previdenza. Anche se le prospettive demografiche per l’Italia non sono splendide come osserva Linda Laura Sabbadini, statistica e chair di Women20, nel panel “Mappe previdenziali”, con l’editorialista di Repubblica, Maurizio Molinari: «L’Italia invecchia e si impoverisce. E questo è un problema sociale, oltre che di welfare». Proprio perché il sistema regge perché non usare il «tesoretto dei Tfr» custodito dall’Inps nel suo conto di Tesoreria per «rafforzare le pensioni future» di giovani e meno giovani? È la proposta del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. «C’è un ragionamento da fare e stiamo cominciando a farlo», annuncia il vicesegretario leghista.
Più opzioni in fase di erogazione, bonus di ingresso per i giovani, rimodulazione del silenzio- assenso e portabilità del contributo del datore di lavoro: sono alcune delle proposte avanzate per rilanciare la previdenza complementare in Italia nel corso dell’evento “Previdenza tra pubblico e privato” diAffari&Finanza . Se aumentano le posizioni aperte presso i fondi pensione, che a fine 2024 hanno raggiunto quota 11,1 milioni (più 4,2% su base annua), la partecipazione resta però ancora bassa tra le donne, i giovani e i lavoratori del Centro e del Sud.

La sanità digitale sta dando i primi segnali di un cambiamento in corso. Lo dimostra il report dell’Osservatorio Sanità digitale del Politecnico di Milano, che fotografa uno scenario in trasformazione: nel 2024 la spesa per la digital health è aumentata ancora, trainata dagli investimenti del Pnrr, soprattutto nella digitalizzazione dei dipartimenti di Emergenza e accettazione (Dea) e nell’adozione della Cartella clinica elettronica (Cce). Si consolidano anche il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e i sistemi abilitanti per la telemedicina. Ma sono i dati e l’Intelligenza artificiale (Ai) i veri protagonisti delle nuove frontiere. Oltre due terzi delle aziende sanitarie aumenteranno nel 2025 gli investimenti in cybersecurity, quasi la metà anche in Cce, telemedicina e sistemi di integrazione, mentre cresce l’attenzione verso data warehouse, repository clinici e strumenti per alimentare l’ecosistema dei dati sanitari (Eds).
A un anno di distanza dalle promesse del Pnrr, l’adozione della telemedicina in Italia resta pressoché ferma. Le piattaforme regionali, seppur in fase di completamento, non hanno ancora prodotto un cambiamento percepibile nella pratica clinica quotidiana. La piena operatività delle infrastrutture, infatti, è ancora lontana, e ciò rallenta l’integrazione concreta della Telemedicina nel sistema sanitario. Sul fronte della comunicazione medico-paziente, l’uso degli strumenti digitali è ampiamente diffuso, ma non strutturato. Il 59% dei cittadini si affida a WhatsApp per contattare il proprio medico, spesso per inviare referti (40%) o aggiornamenti sullo stato di salute (29%). Una modalità comoda ma disorganizzata, che obbliga i medici – specialisti e di medicina generale – a dedicare circa un’ora al giorno alla gestione di messaggi, spesso fuori orario e in modalità non sicura. Secondo l’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, un utilizzo più efficiente di piattaforme dedicate potrebbe far risparmiare oltre una settimana lavorativa l’anno per medico.
Per domani è in agenda il consiglio di amministrazione delle Generali per l’approvazione dei conti del primo trimestre 2025. Numeri che, stando alle attese del mercato, dovrebbero confermare la solidità del gruppo già manifestata nei risultati di bilancio. In agenda, però, stando a quanto appreso, ci sarebbe anche la potenziale nomina degli advisor per la valutazione della proposta di Mediobanca per Banca Generali. I profili da considerare, a tal proposito, sarebbero due: consulenza legale da un lato e finanziaria dall’altra. Riguardo a questo secondo aspetto, centrale è la coerenza della valutazione di quanto offerto da Piazzetta Cuccia rispetto al valore dell’asset attualmente controllato da Trieste. Il fronte legale, invece, potrebbe dover prendere in esame diversi elementi. In particolare, è già stata sollevata la questione se debba essere necessaria o meno un’assemblea dei soci Generali a cui sottoporre l’Ops, stante la merce messa sul piatto da Mediobanca per salire al 100% di Banca Generali: ossia il 13% stesso del Leone posseduto dalla banca. Motivo sufficiente, secondo una parte dei preventivi pareri legali fin qui raccolti, per sollecitare il parere degli azionisti.
La lettura dei dati Inail evidenzia in Italia un sistema lavorativo in fase di transizione. Da un lato si consolidano alcune tendenze virtuose, come mostra il calo degli infortuni tradizionali, dall’altro emergono delle fragilità strutturali del sistema produttivo, come l’aumento dei decessi e la crescita delle malattie professionali. Si impone, quindi, un’accelerazione nelle politiche di prevenzione e sorveglianza sanitaria, che possano rafforzare gli strumenti di controllo, investire nella cultura della sicurezza, potenziare la formazione e garantire che i progressi normativi siano accompagnati da un effettivo miglioramento delle condizioni di lavoro.
Il tema del welfare aziendale sta ricevendo sempre più attenzione da parte dagli attori delle relazioni industriali, come dimostra l’evoluzione della contrattazione collettiva sulla materia tanto a livello nazionale quanto aziendale. Un ruolo centrale, in questo campo, è rivestito, in particolare, dalle soluzioni di previdenza complementare e assistenza sanitaria integrativa, sviluppate attraverso enti e fondi bilaterali istituiti e regolati dalle parti sociali attraverso i contratti collettivi. Nel primo ambito, operano i fondi negoziali di previdenza complementare, che promuovono prestazioni pensionistiche integrative per i lavoratori di un determinato settore, territorio o azienda. Nel secondo caso, si fa riferimento ai fondi sanitari contrattuali, che attraverso articolati piani sanitari consentono ai lavoratori di usufruire di servizi sanitari e rimborsi per determinate prestazioni mediche integrative (o, in alcuni casi, sostitutive) rispetto a quelle garantite dal Servizio Sanitario Nazionale (Ssn).