I rischi politici sono tra i primi cinque rischi nel registro dei rischi dell’Enterprise Risk Management (ERM) per il 75% delle aziende globali, con l’11% che li identifica come il rischio numero uno. Secondo l’ottavo sondaggio e rapporto annuale sui rischi politici di WTW, i settori altamente esposti, come quello degli appalti, dei trasporti e delle miniere, sono colpiti in modo sproporzionato.

L’indagine ha rivelato che il 58% degli intervistati prevede un impatto finanziario negativo sulla propria organizzazione a causa dell’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti. Questa cifra è quasi pari al 60% che ha riportato contraccolpi finanziari dal conflitto tra Russia e Ucraina nel 2023 e supera notevolmente il 28% che ha citato effetti negativi dalle tensioni occidentali con la Cina e dal conflitto in Medio Oriente.

Negli ultimi otto anni dall’inizio dell’indagine, nel 2023 si sono registrate le perdite più elevate per il rischio politico, dovute a espropri, violenza politica e problemi di convertibilità della valuta. In particolare, il 18% degli intervistati ha subito perdite abbastanza significative da richiedere la rideterminazione degli utili aziendali.
Per recuperare queste perdite pregresse, le aziende hanno fatto affidamento soprattutto sulle trattative dirette con i governi ospitanti e sulle assicurazioni contro il rischio politico.

Nel 2025, le strategie di mitigazione del rischio più comuni contro le potenziali perdite future sono la diversificazione e un approccio a “tre linee di difesa”.

Tra i principali rischi politici per il 2025 figurano l’incertezza politica degli Stati Uniti (in particolare i dazi) e le tensioni tra gli Stati Uniti e i loro alleati.

Tra gli altri rischi principali, l’accesso limitato ai mercati chiave a causa delle tensioni geopolitiche e la minaccia di attacchi informatici e di disinformazione sostenuti dallo Stato.