Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Dopo essere entrate nelle tabaccherie, nei bar e nelle edicole ora le Poste Italiane si preparano a farsi spazio pure nei centri di telefonia rafforzando una maxi rete distributiva che non ha pari nel Paese. Nel comunicato in cui il gruppo guidato da Matteo Del Fante, sabato 29 marzo, annunciava l’acquisto di un’ulteriore quota del 15% di Tim (con un’operazione da 684 milioni che le consentirà di diventare il primo azionista della società telefonica con il 24,81%), si è fatto esplicito riferimento all’intenzione di dare vita a future sinergie industriali. Non solo, come ovvio, nel settore dei servizi Ict e delle telefonia dove PosteMobile ha già raggiunto 4 milioni di clienti. La prima mossa che si può immaginare sarà l’accesso di Postepay all’infrastruttura di rete mobile di Tim, in sostituzione dell’attuale partnership con Vodafone. Ma potenzialità di sviluppo ci sono pure nel comparto dei servizi finanziari, assicurativi (con Poste che è leader nel Vita), dei pagamenti e anche delle forniture di luce e gas dove il gruppo postale è entrato nel 2023 e ha già superato i 700 mila clienti, andando oltre le previsioni di piano.
Le reti di consulenza hanno chiuso febbraio con la terza migliore raccolta netta mensile di sempre: i volumi si sono attestati intorno a 6 miliardi di euro per il decimo incremento tendenziale consecutivo, pari al 50,5% annuo. In particolare, dai dati Assoreti emerge che sono aumentati gli investimenti in prodotti del risparmio gestito, sui quali sono confluite risorse nette per 3,3 miliardi, il quadruplo rispetto a quanto realizzato nello stesso mese del 2024. La crescita ha coinvolto tutte le macrofamiglie di prodotto confermando il maggiore apprezzamento nei confronti dei fondi comuni. La raccolta netta realizzata sugli strumenti finanziari amministrati è rimasta stabile (+0,4% annuo) ma comunque su importi ancora significativi, pari a 2,7 miliardi, grazie alla spinta dei titoli di Stato (2,2 miliardi) e in particolare del collocamento del Btp Più avvenuto nella seconda parte del mese, mentre il flusso netto di risorse che ha coinvolto conti correnti e depositi è risultato positivo per soli 56 milioni. A febbraio è continuato a salire il numero di clienti seguiti dalle reti di consulenza, con un aumento di 31 mila unità da gennaio 2025 portando il numero complessivo oltre i 5,2 milioni.
Innovazione tecnologica e digitalizzazione, sostenibilità Esg, evoluzione normativa e regolamentare, nuove esigenze di copertura legate ai cambiamenti climatici e demografici. Di questi e di altri temi si è discusso in occasione della 23ª edizione degli MF Insurance Awards che si è svolta a Milano lo scorso 27 marzo all’Istituto dei Ciechi, nell’ambito di una chiarity dinner a favore di Wamba Onlus. Durante la cerimonia sono stati assegnati riconoscimenti nelle categorie MF Innovazione Award, per i migliori progetti innovativi nel settore assicurativo; Compagnie di Valore, per le assicurazioni con risultati economici e tecnici eccellenti; Insurance Elite, per performance Esg, operazioni strategiche e modelli di successo; Leone d’Oro, per le migliori campagne di comunicazione assicurative.

Per le grandi imprese (oltre 250 dipendenti) è confermato l’obbligo, già previsto dalla legislazione vigente, di stipulare una polizza entro il 31 marzo 2025. Tuttavia si introduce, per questa tipologia di imprese, un periodo transitorio di 90 giorni, fino al 30 giugno, per consentire alle aziende prive di contratto di adeguarsi all’obbligo, mantenendo comunque l’accesso a eventuali incentivi o contributi. Illustrato ieri a Palazzo Piacentini, sede del ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit) ai rappresentanti delle categorie produttive, il decreto legge approvato il 28 marzo scorso dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, che introduce un ingresso graduale dell’obbligo per le imprese italiane di dotarsi di una polizza assicurativa a copertura dei danni derivanti da eventi catastrofali, differenziando la platea tra grandi, medie e piccole e micro imprese
Operativo il tetto alla responsabilità patrimoniale dei singoli sindaci. Con la pubblicazione in G.U. n.73 del 28 marzo, della legge 14 marzo 2025, n. 35 viene infatti profondamente modificato il nuovo articolo 2407 del codice civile, ove viene riscritto pressoché totalmente il comma 2 con il quale vengono stabiliti tetti specifici in merito ai danni imputabili ai sindaci ed aggiunto un quarto comma che stabilisce una specifica decorrenza dei termini prescrizionali per l’azione di responsabilità. Le nuove regole vigenti dal prossimo 12 Aprile non risultano applicabili ai procedimenti in corso.
Dal 1° gennaio 2027 ci vorranno tre mesi in più per andare in pensione. Secondo i dati Istat pubblicati ieri, infatti, la speranza di vita alla nascita nell’anno 2024 è salita a 81,4 anni per gli uomini e a 85,5 anni per le donne, che si traduce in un incremento di sette mesi sullo scenario pensionistico. L’incremento applicato ai requisiti per le pensioni, tuttavia, sarà solo di tre mesi, perché verranno recuperati i quattro mesi di speranza di vita persi durante il Covid-19. Salvo correttivi del governo (l’aumento dovrà essere fissato con decreto entro fine anno), dunque, la pensione di vecchiaia si maturerà a 67 anni e tre mesi insieme a 20 anni di contributi; quella anticipata con 43 anni e un mese di contributi (le donne: 42 anni e un mese), a qualunque età. Lo scenario peggiore riguarda i c.d. «giovani» (coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996): l’occasione della revisione dei requisiti dall’anno 2027, infatti, vedrà applicare per la prima volta il raddoppio della speranza di vita: oltre all’età (che da 64 anni salirà a 64 anni e tre mesi) anche ai contributi (che da 20 anni saliranno a 20 anni e tre mesi), come stabilito dalla legge di bilancio del 2024 (legge n. 213/2023).
Secondo i dati forniti dall’Istituto nazionale di statistica il 2024 ha fatto registrare in Italia il nuovo minimo storico della fecondità: con 1,18 figli per donna viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno in cui peraltro erano nati 526 mila bambini contro i 370 mila dello scorso anno. Il tasso di natalità oggi si attesta al 6,3 per mille, contro il 6,4 per mille del 2023 e continua a crescere l’età media in cui si arriva al parto (32,6 anni, contro i 32,5 del 2023). Le famiglie italiane dunque sono sempre più ristrette, con una dimensione media che scende in 20 anni da 2,6 componenti agli attuali 2,2. Per le 58 milioni e 934 mila persone che vivono in Italia si allunga, però, l’aspettativa di vita, che è arrivata a 83,4 anni, quasi cinque mesi in più rispetto al 2023. E aumentano anche i neo-cittadini italiani: sono state 217 mila le acquisizioni della cittadinanza italiana concesse nel 2024, 3 mila in più del 2023. Al primo gennaio 2025 la popolazione residente di cittadinanza straniera risulta composta da 5 milioni e 422 mila unità, 169 mila in più del 2023: il 9,2 per cento della popolazione totale.
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Mediobanca e Generali tentano la carta legale contro Francesco Gaetano Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio prima dello scontro che si terrà il 24 di questo mese all’assemblea del Leone. Lo fanno scrivendo alle autorità di vigilanza e sottoponendo alla loro attenzione elementi per cui ritengono che tra i due grandi soci presenti nell’azionariato di piazzetta Cuccia, in quello della compagnia assicurativa e anche nel capitale di Mps – che ha lanciato un’offerta pubblica di scambio su Mediobanca – possa profilarsi un “patto occulto”, cioè un accordo non dichiarato ad agire di concerto. Così Mediobanca, come rivelato ieri dalFinancial Times , ha segnalato la circostanza alla Consob ed ha aperto un’interlocuzione con la Banca centrale europea. A Trieste, invece, si è deciso di segnalare – senza che questo obblighi all’apertura di un’istruttoria – a Consob e Ivass, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni, il possibile “concerto” sempre tra Caltagirone e Del Vecchio. Da parte dei due soci citati nessuna replica ufficiale. Ambienti a loro vicini, come è già accaduto in passato, negano però qualsiasi azione concertata e ricordano che nel caso in cui Caltagirone e Del Vecchio votarono assieme ad altri soggetti alla scorsa assemblea di Generali del 2022 c’era invece un esplicito patto di voto.
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