Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Per la prima volta la raccolta premi delle polizze danni, nel primo semestre dell’anno, ha sfiorato i 24 miliardi di euro. Un dato che rappresenta un aumento di poco meno dell’8% sullo stesso periodo 2023 e che continua a crescere mese dopo mese. Secondo il report pubblicato ieri da Ania, che fotografa il 90% del mercato, si tratta della quattordicesima variazione trimestrale positiva per le assicurazioni. In pratica tre anni e mezzo di crescita senza soluzione di continuità. L’Italia ha recuperato un po’ del gap assicurativo che da sempre caratterizza il Paese rispetto ad altri mercati europei? Come mai gli italiani sono diventati improvvisamente appassionati di polizze? Le ragioni, ad analizzare i dati, sono diverse.
I margini delle imprese sono in calo nell’Eurozona. La riduzione dei profitti delle aziende aiuta la Bce nel taglio dei tassi perché consente di assorbire in parte l’effetto inflazionistico legato all’aumento degli stipendi. Axa Im ha calcolato che i margini hanno iniziato a contrarsi (-0,1%) se si osserva la media degli ultimi quattro trimestri che consente di eliminare la volatilità dei singoli dati. Nel 2023 è iniziata la frenata dei profitti che ha portato a incrementi sempre minori. Ora invece si registra un primo lieve calo. «Le imprese stanno facendo il contrario della “greedflation” del 2022 e stanno compensando la spinta del costo del lavoro con una riduzione dei margini», ha osservato Gilles Moëc, capoeconomista di Axa. «Al di là dell’impatto favorevole sull’inflazione, la contrazione dei profitti contribuisce a spiegare il deterioramento degli investimenti delle imprese, confermato dalla nuova stima del pil per il secondo trimestre: un’altra ragione per cui la Bce dovrebbe avviare un deciso processo di allentamento».

Il personale distaccato, nell’ambito di imprese multinazionali o gruppi societari può far sorgere la responsabilità amministrativa dell’ente per fatti di reato, anche quando commessi all’estero. Richiesti adeguati flussi informativi ed appositi presidi formalizzati nel modello organizzativo per il monitoraggio dei rischi e la prevenzione dei reati. Sono alcune delle indicazioni contenute nello studio Assonime: Il Caso 7/2024 – Distacco di personale all’estero e responsabilità 231.
Grandi imprese e pmi quotate dovranno rendere informazioni dettagliate di carattere non finanziario legate alla sostenibilità ambientale. A tal fine, si dovranno includere in un’apposita sezione della relazione sulla gestione allegata al bilancio le informazioni necessarie alla comprensione dell’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità e del modo in cui tali aspetti influiscono (o influiranno) sull’andamento aziendale, sui suoi risultati e sulla sua situazione. L’obbligo della “rendicontazione societaria di sostenibilità” scatterà a partire dal 2024, ma per la maggior parte delle società interessate, tra cui le pmi quotate, l’onere è previsto a partire dal 2026.
Più tutele per i professionisti. La decorrenza dei termini degli adempimenti in favore della pubblica amministrazione sarà infatti sospesa per le libere professioniste a decorrere dall’ottavo mese di gestazione fino al trentesimo giorno successivo al parto ovvero fino al trentesimo giorno successivo all’interruzione della gravidanza. Inoltre, i termini di sospensione degli adempimenti si considerano estesi anche al professionista impossibilitato temporaneamente all’esercizio dell’attività professionale, a causa di ricovero ospedaliero d’urgenza per infortunio o malattia grave del proprio figlio minorenne ovvero per intervento chirurgico dello stesso, dovendo assistere il figlio.
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L’Assemblea Nazionale del Popolo (il “parlamento” cinese) sta discutendo in questi giorni una proposta del governo per spostare in avanti “gradualmente” l’età pensionabile. Qui il buen retiro si raggiunge molto prima rispetto alle altre principali economie del mondo: le donne a 55 anni (o a 50 in alcuni lavori usuranti), mentre gli uomini a 60 anni. Un sistema non più sostenibile affermano da tempo gli esperti: l’aspettativa di vita che si allunga, il calo delle nascite, la popolazione in età da lavoro che diminuisce, i rallentamenti dell’economia. Ecco perché la Cina si sente pressata a compiere una delle scelte più impopolari.
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