Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

All’indomani dell’assemblea delle Generali del 2022 che chiuse la battaglia per il controllo della compagnia triestina questo giornale rilevò il ruolo decisivo che giocarono gli investitori esteri. Un ruolo simile a quello svolto in tutte le grandi istituzioni finanziarie internazionali, dove la maggioranza delle azioni è in mano a fondi di investimento (e piccoli azionisti), com’è normale che sia in mercati evoluti: alla pari di un negozio che espone beni in grado di attrarre clienti e quindi aumentare i ricavi, una borsa funziona se le aziende quotate attraggono investitori e quindi crescono di valore. Due anni dopo quella storica assemblea (e alla vigilia del rinnovo del cda delle Generali, previsto per il 2025) i numeri non sono cambiati. Anzi, la quota degli investitori istituzionali che hanno partecipato all’assise dell’altroieri è cresciuta rispetto al 2022, complice anche l’assenza di titoli presi temporaneamente in prestito o in pegno, come fecero allora proprio Mediobanca (4%) e Caltagirone (3%).
Non ci sono soltanto gli investitori istituzionali esteri interessati alla seconda tranche del capitale di Poste che il Tesoro si sta preparando a mettere sul mercato. Anche quelli italiani hanno aperto il dossier. Fra questi l’Enpam. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la cassa previdenziale dei medici e degli odontoiatri guidata da Alberto Oliveti, la più grande per attivo (che sfiora i 26 miliardi di euro) fra gli enti che erogano le pensioni ai professionisti, sta seguendo da vicino la nuova privatizzazione del gruppo controllato da Cdp (al 35%) e dal Mef (29,3%).
Il contesto di mercato è favorevole per le obbligazioni AT1 (bond perpetui emessi dalle banche, saliti agli onori delle cronache in occasione del salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs). «Gli spread di credito corretti per le opzioni si sono ridotti di 56 punti base determinando una performance lorda di poco inferiore al 3,6% (coperta in euro, ndr) nel primo trimestre», sottolinea Daniel Björk, gestore del fondo Swisscanto Bond Fund Responsible CoCo. Elevata l’attività in termini di emissioni di CoCo bond (obbligazioni ibride convertibili che, in determinate condizioni, si trasformano in azioni). Sono stati collocati più di 15 nuovi bond con una forte domanda. Si tratta di un buon mix di grandi emittenti in dollari (Bnp Paribas, Ing, Societe Generale, Ubs), una mega-banca giapponese (Sumitomo), campioni nazionali in euro (Abn, Caixabank, Credit Agricole), compagnie assicurative (Axa, Asr Ned, Nn Group), piccoli emittenti in euro (Fineco, Jyske, Swedbank) e banche dei mercati emergenti. Ciò significa, spiega Björk, che il mercato ha fatto notevoli progressi.
La conferma arriva da un sondaggio effettuato da Stand Out, società operante nel mondo del marketing strategico, su un campione di 10 mila persone. Dalle interviste effettuate nelle scorse settimane, emerge un quadro chiaro: gli over 65 richiedono un finanziamento per aiutare se stessi e i propri figli, ricorrendo, in otto casi su dieci, alla cessione del quinto. Il campione è eterogeneo e non mostra grandi differenze in termini di sesso né di percentuali fra Nord, Centro e Sud. L’identikit che ne emerge è: pensionato, o prossimo alla pensione, età media 66 anni.

Un nuovo spazio europeo dei dati sanitari, che permetterà ai cittadini comunitari di accedere in tutto il continente a una cartella clinica elettronica contenente prescrizioni, immagini e test di laboratorio. È il frutto dell’accordo interistituzionale approvato lo scorso 24 aprile dal Parlamento europeo, che porterà alla costituzione del nuovo spazio digitale condiviso dedicato alle informazioni sanitarie. La logica è quella di permettere di accedere alle proprie informazioni anche al di fuori dello stato di residenza. Gli stessi operatori sanitari potranno consultare i fascicoli. I dati potranno essere trattati a fini di interesse pubblico, comprese la ricerca, le statistiche e l’elaborazione delle politiche (il cosiddetto uso secondario). Come spiegano dal Parlamento, infatti, le informazioni potrebbero essere utilizzate «per trovare trattamenti per le malattie rare, laddove attualmente i piccoli set di dati e la frammentazione impediscono progressi nei trattamenti». Viene garantito che «l’uso secondario non sarà consentito per scopi commerciali, tra cui la pubblicità».
Arriva la rivoluzione europea dell’antiriciclaggio. Mercoledì notte il parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria il pacchetto antiriciclaggio che andrà a riscrivere la disciplina contro il denaro sporco nell’Unione europea. In particolare, il pilastro centrale della normativa sarà, per la prima volta, un regolamento direttamente applicabile negli stati membri con definizioni comuni, mentre la direttiva antiriciclaggio (la sesta) andrà a definire il coordinamento del lavoro delle autorità nazionali, in particolar modo delle Uif (Unità di informazione finanziaria). In aggiunta, arriverà l’Autorità Antiriciclaggio (Amla) dell’Unione con sede a Francoforte avrà il compito di supervisionare direttamente le entità finanziarie più rischiose, di intervenire in caso di carenze nella vigilanza, di fungere da centro di smistamento per le autorità di vigilanza e di mediare le controversie tra di esse. Ora i tre provvedimenti dovranno essere adottati anche dal Consiglio dell’Unione europea, prima di essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore.
Non sono legittime le contestazioni dell’eccesso di velocità dei veicoli misurata con apparecchi di rilevazione, i cosiddetti autovelox, semplicemente approvati e non omologati. Lo afferma la Cassazione con l’ordinanza n. 10505 del 18 aprile 2024, che può innescare un’ondata di ricorsi degli automobilisti sanzionati con l’autovelox.
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