Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

Ieri le commissioni Mercati Interni e Libertà Civili dell’Europarlamento hanno concesso semaforo verde alla proposta di regolamento con 84 voti favorevoli, sette contrari e 12 astensioni. La palla passa ora al Parlamento in sessione plenaria, che in giugno sarà convocato per votare sul tema. Le regole sono costruite su un approccio basato sui rischi che l’AI può generare. Gli eurodeputati hanno redatto un elenco per includere divieti sugli usi intrusivi e discriminatori dei sistemi di AI, come l’identificazione biometrica in luoghi pubblici e in tempo reale (questo punto è stato tra i più controversi, perché alcune frange della Destra non volevano includere il divieto); le caratterizzazioni biometriche che usano dati sensibili; i sistemi di polizia basati sulla profilazione di comportamenti criminali precedenti. Vietati anche i sistemi di riconoscimento e classificazione delle persone che potrebbero essere impiegati dai datori di lavoro nei confronti dei dipendenti o nelle scuole.
Mentre il presidente del Consiglio dell’Ue, Ulf Kristersson, affretta i lavori per dotare l’Unione di una legge europea sull’intelligenza artificiale, con il voto delle Commissioni Libe e Imco, il Parlamento europeo rivendica un approccio ancor più bilanciato tra le ragioni dell’innovazione e quelle dei diritti fondamentali. Il punto è che le scelte europee sulla transizione digitale sono alla «rincorsa» delle nuove forme di innovazione che si mostrano sempre più intelligenti, in quanto sempre più capaci di adattarsi e adeguarsi a situazioni e circostanze nuove ed impreviste. Che fare allora per consentire all’Europa di cavalcare la nuova rivoluzione digitale, senza rimanere schiacciata dalle scelte di altri, e soprattutto senza rinunciare a identità e sistema di valori?
A due settimane dall’approvazione del nuovo piano industriale (prevista per il 24 maggio) Mediobanca ha presentato al mercato numeri in forte crescita, confermando così il trend positivo registrato dalle altre grandi banche italiane. Per l’istituto di Piazzetta Cuccia i ricavi dei nove mesi dell’esercizio 2022-23 hanno superato i target previsti per quest’anno, toccando i 2,42 miliardi (+13% anno su anno) rispetto ai 3 miliardi previsti per la fine dell’esercizio che chiude a giugno. Al risultato hanno contribuito tutte le divisioni di business del gruppo milanese: il wealth management ha generato 614 milioni di ricavi (+13%), il Cib 565 milioni (+14%), la consumer finance 841 milioni (+7%). L’utile netto è stato di 791 milioni, in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo del bilancio precedente. Un apporto importante è venuto da Generali, di cui Mediobanca detiene il 13,1%: contabilizzato con il metodo del patrimonio netto, il contributo della partecipazione nei nove mesi è stato di a 284,1 milioni, in aumento di 21 milioni rispetto ai 263,3 milioni dello scorso anno. «Siamo oltre il piano triennale», ha confermato il ceo Alberto Nagel parlando agli analisti.
Banca Generali chiude il primo trimestre dell’anno con un utile di 83,1 milioni, in aumento del 22% rispetto allo stesso periodo del 2022, e con il record storico di masse totali, arrivate a 85,9 miliardi. Nonostante l’incertezza del contesto economico e geopolitico, «siamo pronti a confermare gli obiettivi del piano 2022-2024, sia in termini di flussi di raccolta sia di dividendi», dice a MF-Milano Finanza l’amministratore delegato, Gian Maria Mossa. Per quanto riguarda la raccolta netta il dato dei primi 4 mesi dell’anno è di 2 miliardi e il traguardo dei 5,7-6,7 miliardi fissato per l’intero 2023 appare quindi raggiungibile.

Profitti in crescita per Banca Generali, che nel trimestre ha realizzato un utile netto consolidato di 83,1 milioni di euro, il 22% in più su base annua. L’utile netto ricorrente è salito del 45% a 77 milioni, raggiungendo il nuovo massimo trimestrale. A livello patrimoniale il Cet 1 si è posizionato al 16% e il Total Capital ratio al 17,1%, «su livelli ampiamente superiori ai requisiti minimi richiesti», ha evidenziato la società. Le masse totali sono cresciute a 85,9 miliardi di euro, toccando il nuovo record storico (+2,3% su base annua e +3,5% da inizio anno). Il risultato è stato favorito dai solidi volumi della raccolta netta e dalla ripresa dei mercati finanziari dopo la forte correzione dell’anno precedente. L’istituto ha confermato gli obiettivi annuali, con una raccolta netta compresa fra 5,7 e 6,7 miliardi, e una crescita degli utili ricorrenti del 15-20%.
Profitti da record per Mediobanca, che nei primi nove mesi dell’esercizio 2022-2023 ha realizzato un utile netto di 790,5 milioni di euro, in crescita del 10% su base annua. I ricavi sono aumentati del 12,6% a 2,4 miliardi, con il wealth management a +13%, il consumer +6,6%, Corporate and investment banking +13,6%, Insurance +8,4%. Il risultato operativo è salito del 18% a 1,173 miliardi e il cost-income è sceso dal 44,6 al 42,8%. Il margine di interesse è migliorato del 17% a 1,299 miliardi e le commissioni sono cresciute da 645,1 a 657,3 milioni. I proventi dell’attività di negoziazione sono ammontati a 172,3 milioni (+30,1%) e l’apporto dell’equity method di Generali è stato di 284,1 milioni (263,3 mln). Il Cet 1 phased-in è salito al 15,4% (14,4% fully-loaded).

corsera

Una pioggia di scintille segue ogni boato. Sono cinque, sei, sette. E continuano, sempre più forti. Si perde il conto delle esplosioni mentre la palla di fuoco si propaga tutt’intorno. La puzza prende gola e occhi. Le fiamme s’arrampicano per metri: attaccano le auto parcheggiate, i motorini, i primi piani di un condominio. Per tutta la mattina un’altissima colonna di fumo segnala a chilometri di distanza via Pier Lombardo, stradina nell’elegante quartiere di Porta Romana a Milano. Due palazzi, una scuola e un poliambulatorio vengono evacuati di corsa. Le persone arraffano quello che possono e scendono in strada. Duecento residenti sono evacuati. Trecento bambini corrono fuori nel panico. E da là tutti assistono a lunghi minuti di devastazione. Si teme il peggio, ma il bilancio sarà incredibilmente di due feriti lievi. Sono da poco passate le 11.30 quando da un primo filo di fumo si scatena l’inferno. Le fiamme si muovono dal vano motore di un furgone fermo in mezzo alla strada. E in neanche 120 secondi si prendono tutto. Il carico nel cassone fa il resto. Il Fiat Ducato trasporta una dozzina di bombole d’ossigeno. Alla guida c’è Franco L., 53enne, della Autotrasporti Zanaria di Cerano (Novara), impegnato in un giro di consegne per la Linde Gas di Arluno.
L’Ue sta discutendo quella che sarà la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale. Ieri le commissioni per il Mercato interno e le Libertà civili del Parlamento Ue hanno approvato un testo che vieta il riconoscimento facciale in spazi accessibili al pubblico, sistemi di polizia predittiva, il riconoscimento delle emozioni. È la posizione negoziale del Parlamento, che modifica la proposta di regolamento della Commissione Ue presentata nell’aprile del 2021 e che sarà discussa con gli Stati (Consiglio). Ma prima dell’inizio dei negoziati, la plenaria del Parlamento dovrà votare il testo nella sessione di giugno.

Repubblica_logo

Con un voto che molti eurodeputati hanno definito «un passo in avanti verso il nostro futuro», il Parlamento europeo ha approvato il testo di una proposta di legge — nota come AI Act — che intende regolamentare lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nei Paesi membri. L’Ue lavora a questo documento da almeno due anni. L’avvento di ChatGpt e di altre IA generative, in grado di produrre scritti e immagini come farebbe un essere umano, ha dato un’ulteriore spinta al lavoro delle due commissioni — quella per il Mercato interno e quella per le Libertà civili — sulla bozza di legge. Il testo è stato rivisto e sono stati introdotti divieti più rigidi. Uno di questi riguarda «l’immissione sul mercato o l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale che possano creare, o espandere, database per il riconoscimento facciale attraverso la raccolta di immagini non mirata di volti da Internet o da filmati Cctv (videocamere a circuito chiuso,ndr )». È quanto si legge a pagina 129 del nuovo AI Act ,tra le pratiche di intelligenza artificiale che «dovrebbero essere proibite». Brando Benifei, capodelegazione del Pd al Parlamento europeo, nonché relatore del testo sull’AI, ha detto che «l’Europa tutelerà i diritti senza fermare l’innovazione»