Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Cattolica Assicurazioni e Iccrea hanno avuto bisogno della chiamata in campo di un arbitro per chiudere la loro partnership bancassicurativa che era iniziata nel 2018 e che aveva preso vita in Bcc Vita e Bcc Assicurazioni. Nel 2021, la compagnia assicurativa di Verona è entrata nel gruppo Generali mentre il gruppo bancario che raccoglie 124 banche di credito cooperativo, da più di un anno, aveva deciso di aprire la competizione sul mercato per individuare un nuovo possibile partner per le polizze (senza escludere a priori Generali) appena fosse scaduta l’alleanza con Cattolica. Una scelta che ha evidentemente inasprito i rapporti e reso più difficile sciogliere il precedente accordo con il Leone che si è sfilato dalla nuova competizione. Non solo. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, i due ex partner avrebbero deciso appunto di chiamare in campo una parte terza, con una proceduta di arbitrato affidata a Vitale&Co, per fissare il prezzo del loro «divorzio». Con Generali che in questo confronto è stata assistita da Rotschild e Iccrea da Kpmg e da Kitra, la nuova boutique di consulenza fondata da Giuseppe Latorre e da Fabrizio Montaruli.

Cooperative compliance 4.0 anche per le persone fisiche neo residenti (Paperoni). Accordi preventivi con il fisco in quattro passaggi con un nuovo ruolo potenziato e ridisegnato per l’Oic (organismo italiano di contabilità) e la Sose (società per gli studi di settore). Si otterrà la certificazione del rischio fiscale in quattro step: documenti interpretativi, rischio fiscale di settore, rischio fiscale per azienda e visto di conformità. È questo il disegno di come sarà il nuovo rapporto tra fisco e imprese tratteggiato ieri a Milano al convegno organizzato da Assonime e Agenzia delle entrate sull’Adempimento collaborativo e altri strumenti di attrazione degli investimenti. da Maurizio Leo, viceministro delle finanze.

«Oggi avere un’educazione finanziaria è come saper leggere e scrivere», dice Annamaria Lusardi. Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank negli Stati Uniti e il salvataggio di Credit Suisse in Svizzera, le sue parole suonano particolarmente attuali. Lusardi, negli Usa, è professoressa alla George Washington University e, in Italia, dirige il Comitato per l’educazione finanziaria. «La domanda di educazione finanziaria che sta emergendo è legata alle paure e alle difficoltà delle persone nel guardare al futuro», aggiunge. Secondo un sondaggio commissionato proprio dal comitato, l’89 per cento degli italiani vorrebbe l’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole e il 79 sul posto di lavoro. Questi dati, da un lato, mostrano consapevolezza; dall’altro, indicano la lentezza con cui il nostro Paese si è mosso. Il Comitato diretto da Lusardi è stato creato per legge solo nel 2017, l’anno successivo è stata approvata una strategia nazionale per l’educazione finanziaria e nel 2021 è partito il secondo piano nazionale operativo triennale. Qualche risultato sembra emergere. L’ultima indagine svolta in materia dalla Banca d’Italia nel 2020 «conferma la posizione di ritardo dell’Italia nel confronto internazionale», «ma mostra un miglioramento nelle conoscenze degli italiani e una sostanziale stabilità nei comportamenti e nelle attitudini». L’istituto, inoltre, ha suddiviso la popolazione in quattro categorie e ha rilevato che «le percentuali degli esclusi e degli incompetenti sono scese, a fronte di un aumento del peso dei competenti (+10 per cento rispetto 2017, ndr) e, in piccola misura, degli esperti».
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