di Marco Capponi
Fineco distribuirà agli azionisti 49 centesimi per azione di dividendo, in crescita dai 39 dello scorso anno, dopo i conti del 2022 chiusi con un utile netto di quasi 430 milioni (+23% annuo) e ricavi totali a un passo dai 950 milioni (+18%). In un anno di forte complessità per i mercati, la banca guidata dall’ad e dg Alessandro Foti ha incamerato commissioni nette di circa 467 milioni (+3,3%). La proposta della Commissione Ue di vietare le retrocessioni non spaventa. «Fineco ha 24 miliardi sui quali i clienti pagano una fee di consulenza, introdotta già nel 2008», ha ricordato il capo azienda nella conferenza stampa successiva ai conti. «Se davvero l’Ue dovesse decidere di vietare le retrocessioni sui prodotti d’investimento aumenterebbe solo la trasparenza sul mercato, e per noi ci sarebbe un grande vantaggio». Un altro tema è poi quello dei prodotti passivi: «Sarebbero premiate le soluzioni con costi più bassi», ha specificato Foti, che ha ricordato come Fineco si ormai «il primo emittente italiano di Etf». Archiviato il 2022 con una raccolta netta di 10,3 miliardi, appena sotto i 10,7 del 2021, ora Fineco vuole spingere ancora di più sull’acceleratore del gestito. L’asset management nel corso dell’anno da poco concluso ha portato al gruppo 3,6 miliardi, ma nella guidance la banca ha indicato di voler raggiungere i 5 miliardi sia nel 2023 sia nel 2024, con la componente dominante (4,5 miliardi) attribuibile al retail della piattaforma Fam. Nel 2022 l’incidenza della componente retail sul totale di masse in gestione della banca è salita dal 27,3% al 30,3%. (riproduzione riservata)
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