Per la banca centrale sono una minaccia per la stabilità paragonabile ai subprime
Panetta: non sono monete, il loro valore si fonda sull’avidità. Le esposizioni salgono ma l’entusiasmo può svanire e la bolla può scoppiare. La regolamentazione deve intervenire prima di una nuova crisi
di Francesco Ninfole

Le criptoattività «non possono essere utilizzate come moneta», al contrario sono «una minaccia concreta per la stabilità finanziaria» simile a quelli dei subprime e hanno le caratteristiche di uno schema Ponzi. In altri termini, le cripto stanno creando «un nuovo Far West». Lo ha sottolineato ieri Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo Bce, a New York alla Columbia University in un dibattito con lo storico Adam Tooze. Il banchiere centrale ha perciò invitato le autorità internazionali ad agire «speditamente» per una regolamentazione di questi asset, prima che una bolla esploda, mentre la Bce porta avanti il lavoro sull’euro digitale.

Le criptoattività, ha osservato Panetta, rappresentano «strumenti speculativi in grado di arrecare gravi danni all’economia e alla società». Allo stato attuale, inoltre, «il loro valore scaturisce principalmente dall’avidità, si fonda sull’avidità altrui e sulla speranza che questo sistema possa continuare indisturbato, finché il castello di carte non crollerà, provocando un cumulo di perdite».

Finora, ha aggiunto il banchiere centrale, «il sogno di Satoshi Nakamoto di creare una moneta in grado di attrarre la fiducia dei cittadini rimane un sogno». Le transazioni possono richiedere «ore» e sono «anonime solo in apparenza». I prezzi dei diversi strumenti registrano «fortissime oscillazioni». Larga parte dei detentori di cripto fa poi ricorso a intermediari, violando i principi di base della finanza decentralizzata.

Per queste ragioni, a cominciare dall’alta volatilità (quattro volte quella del mercato azionario Usa), le criptoattività come bitcoin o stablecoin hanno fallito come strumenti di pagamento. Al contrario questi strumenti, ha rilevato Panetta, sono «ampiamente utilizzati per fini criminali e terroristici», oltre che «per evadere il fisco e aggirare sanzioni». Gli scambi cripto contro rubli sono aumentati dopo l’invasione russa. C’è poi la questione ambientale: questi asset consumano quanto Paesi come Belgio o Cile.

I rischi legati alle cripto peraltro possono crescere rapidamente. Già ora il loro valore supera quello, pari a 1.300 miliardi di dollari, che i mutui subprime avevano raggiunto quando scatenarono la crisi finanziaria. «Le dinamiche di questi due segmenti sono sorprendentemente simili», ha detto Panetta. Le dimensioni delle cripto si stanno impennando, trasferendosi anche in altri ambiti. A ottobre è stato lanciato negli Usa il primo Etf legato al bitcoin. Visa, Mastercard e Paypal stanno aumentando l’offerta di servizi connessi con le cripto. La piattaforma di scambio Coinbase ha 56 milioni di utenti (+65% rispetto a marzo 2020). I gestori di patrimoni stanno aumentando l’esposizione alle cripto. Le big tech attraverso le stablecoin possono incrementare le connessioni con il sistema finanziario. I legami tra strumenti non sempre sono visibili. Una corsa ai riscatti su Tether, per esempio, coinvolgerebbe il mercato della carta commerciale, detenuta in grande quantità dalla stablecoin.

Il successo delle cripto è legato anche a una pletora di consigli sui social media a risparmiatori inesperti. «Come in uno schema di Ponzi, queste dinamiche possono proseguire fintanto che un numero crescente di investitori crede che i prezzi continueranno ad aumentare», ha ricordato Panetta. «Ma a un certo momento l’entusiasmo si esaurisce e la bolla scoppia». Anche la finanza decentralizzata (Defi) desta «forti preoccupazioni». Le criptoattività sono prive di protezioni come il sistema di garanzia dei depositi per le banche.

Secondo Panetta la regolamentazione internazionale perciò deve avanzare senza soffocare l’innovazione, ma aumentando le misure antiriciclaggio, omologando la tassazione con le altre attività e incrementando la trasparenza. Le lobby del comparto investono grandi quantità di denaro. L’Europa è andata nella giusta direzione con il regolamento sulla materia (MiCA), ma gli interventi secondo Panetta vanno ampliati: «Non possiamo aspettare una nuova crisi prima di istituire una sede dedicata al dibattito politico globale che riunisca i principali attori per affrontare i rischi derivanti dalle criptoattività». (riproduzione riservata)
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