Paola Valentini
Le reti di consulenti finanziari riescono ad anticipare i trend di mercato grazie a una relazione stretta con i risparmiatori che permette loro di captare i cambiamenti di umori e quindi di proporre le soluzioni più adatte per gestire l’emotività e le esigenze di protezione che emergono nei momenti difficili. E anche in questa complessa situazione, tra guerra, rischio stagflazione e tassi in aumento, non hanno fatto eccezione. I dati di gennaio di Assoreti, gli ultimi disponibili, confermano che i consulenti finanziari hanno giocato in contropiede rispetto all’ondata di volatilità che poi si è abbattuta sui mercati a fine febbraio con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. I primi evidenti segnali erano già presenti nelle settimane precedenti e non hanno colto di sorpresa i banker.

D’altra parte l’esperienza di due anni fa del Covid ha insegnato che la vicinanza al cliente nei momenti più difficili è la chiave per evitare mosse dettate dall’impulsività che potrebbero costare care ai portafogli quando torna il sereno sui mercati. Le reti hanno aperto l’anno con una raccolta netta in aumento del 2% rispetto a gennaio 2021 a 3,8 miliardi di euro, trainata dalla componente amministrata del portafoglio, soprattutto liquidità, e dai prodotti assicurativi/previdenziali. In flessione invece a gennaio i fondi. Dopo un anno di flussi record sugli strumenti gestiti, il ritorno della raccolta sui prodotti di parcheggio del cash, insieme alla preferenza per le polizze è stata una scelta prudenziale che, alla luce dell’escalation tra Russia e Ucraina scoppiata a febbraio, si è rivelata corretta per proteggere i portafogli dal ritorno della volatilità delle ultime sedute. In base al report mensile di Assoreti i prodotti del risparmio gestito hanno raccolto 1,6 miliardi, in calo del 28,8% su base annua, mentre i prodotti amministrati hanno chiuso gennaio con 2,2 miliardi (+51,9%), un dato quest’ultimo sostenuto soprattutto dai conti correnti e gli altri strumenti di liquidità che si attestano a circa 1,9 miliardi (+41,8%). «Il mercato guarda oggi a uno scenario internazionale complesso la cui dinamica rischia di coinvolgere l’emotività degli investitori. In questo contesto, ed è quello che abbiamo osservato nel corso di questi ultimi due anni, la consulenza finanziaria assume un ruolo ancora più centrale», commenta Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti. Anche febbraio, sulla base, dei dati pubblicati dalle singole società, conferma che i flussi netti sono complessivamente positivi con un rallentamento per la componente gestita. Ad esempio Banca Generali ha avuto una raccolta di 284 milioni nelle soluzioni gestite rispetto ai 409 milioni dello stesso mese 2021, per un totale di 465 milioni nel primo bimestre dai 634 milioni dei primi due mesi 2021, nel frattempo le polizze Vita tradizionali di ramo I sono tornate a febbraio in raccolta positiva (62 milioni). Fineco ha avuto nel gestito a febbraio flussi per 271 milioni dai 687 milioni di febbraio 2021 con una raccolta amministrata salita a 267 milioni dai 36 milioni dello stesso mese 2021. E le anticipazioni di marzo sono sulla stessa linea. «Noi continuiamo a vedere flussi netti complessivamente positivi con una pausa per la componente gestita. I risparmiatori sono cresciuti in questi anni dopo le numerosi crisi attraversate. Hanno imparato che dopo la volatilità segue un recupero significativo nei successivi 24 mesi», dice l’a.d di Banca Generali, Gian Maria Mossa. Intanto Banca Mediolanum conferma la sua storica capacità di realizzare una raccolta pressoché sempre positiva, anche nelle fasi di maggiore preoccupazione e turbolenza dei mercati, in controtendenza con la maggioranza del settore. Il gruppo ha aumentato a febbraio la quota in fondi azionari. Ha raccolto nel risparmio gestito 649 milioni la cui fetta in fondi è totalmente azionaria, per un totale di 1 miliardo nei primi due mesi rispetto a 765 milioni dello stesso periodo 2021.

Questi dati, commenta Massimo Doris, ad di Banca Mediolanum «sottolineano da un lato gli sforzi dei family banker nell’essere costantemente al fianco dei clienti, dall’altro il successo dei servizi automatici di investimento che ci caratterizzano». Con un’avvertenza per quanto riguarda i costi delle varie soluzioni che vanno correttamente valutati e un aiuto in questo arriva dai prospetti Kid (Key information document) obbligatori per i prodotti di investimento e assicurativi. I Kid contengono scenari di rendimento atteso in varie ipotesi di andamento dei mercati al netto di tutti i costi gravanti sul prodotto che devono essere indicati siano essi una tantum (come le commissioni di entrata), ricorrenti (come le commissione di gestione) o subordinati a determinati eventi (come le commissioni di performance). Nel caso poi di investimenti tramite la formula dei piani di accumulo si aggiungono le spese delle singole rate. «Sono applicate in misura fissa e non percentuale, e sono sostanzialmente i costi per ogni versamento. Non sono trascurabili poiché possono incidere in maniera consistente», avverte Moneyfarm. Ma ecco le strategie di portafoglio che stanno mettendo in campo le reti in questa fase di disorientamento e paura tra i risparmiatori tenendo anche presente che lo scenario sulla guerra prevede tre possibili traiettorie (distensione, guerra di trincea e aggravamento della crisi) e altrettanti effetti su azioni e bond, indicatori macroeconomici e andamento delle stime degli utili societari, come ha illustrato Pictet (si veda tabella in pagina) che per ora ha come caso base dell’esito del conflitto il cessate il fuoco.

Azimut. «L’incertezza dovuta al conflitto in Ucraina e la conseguente volatilità sui mercati al momento non sta provocando forti rallentamenti nella nostra raccolta e la nostra offerta di prodotto con fondi alternativi e liquidi continua ad offrire soluzioni adeguate ai clienti anche in un contesto di elevata instabilità», afferma Gabriele Blei, amministratore delegato del gruppo Azimut. La scarsa visibilità sulla durata della guerra e sulla sua evoluzione «potrebbe incidere sui flussi dei prossimi mesi qualora questa fase di incertezza dovesse perdurare», aggiunge Blei. Ma «il nostro compito è guidare i clienti verso un’asset allocation che crei valore nel tempo, superare l’emotività del momento e aiutarli a comprendere che tenere i soldi che non servono nel breve depositati nei conti correnti significa subire una perdita certa che, ai livelli attuali di inflazione, è di circa il 5%».

Banca Generali. Secondo la banca guidata dall’ad Gian Mario Mossa, l’attuale contesto di limitata visibilità sulle possibili evoluzioni del conflitto Russa-Ucraina porta comunque a delineare uno scenario futuro ancora caratterizzato da una crescita economica globale positiva e da un inflazione che dovrebbe rimanere elevata anche nelle prime fase successive alla cessazione degli scontri. In questo scenario l’asset class azionaria rimane ancora da preferire nella composizione dei portafogli, mantenuta con posizionamento di neutralità. «Poiché l’attuale volatilità potrebbe scoraggiare gli investimenti, consigliamo ai nostri clienti di approcciare i mercati azionari in modo progressivo attraverso soluzioni di risparmio gestito tramite pac potendo così mediare nel tempo i livelli di ingresso. Un modo alternativo è quello di investire in strategie azionarie globali di tipo flessibile che abbiamo incluso nella nostra gamma d’offerta di Lux Im», afferma di Andrea Ragaini, vice direttore generale di Banca Generali.All’interno di tale neutralità il gruppo propone scelte attive sia in termini geografici sia settoriali: «preferiamo il mercato statunitense rispetto all’europeo e, all’interno di quest’area, le economie europee ex-Euro. Riteniamo opportuno anche una diversificazione sul mercato azionario cinese meno dipendente dalle conseguenze del conflitto e ben supportato dalla banca centrale e dal governo. In termini settoriali proponiamo una riduzione dei comparti più orientati alla old economy, come l’energetico tradizionale e i finanziari, in favore di temi legati alle sfide del futuro penalizzati in questi primi mesi dell’anno», aggiunge Ragaini.

Sul fronte obbligazionario Banca Generali continua a mantenere ampia diversificazione tramite soluzioni short term. «Nella selezione dei comparti abbiamo proceduto ad una riduzione del rischio di credito in quanto le emissioni high yield continuano a presentare una correlazione importante con la componente azionaria in contesti di volatilità elevata. L’esposizione valutaria continua ad essere un’importante fonte di diversificazione e una leva di asset allocation, in particolare dollaro Usa e yuan cinese», spiega Ragaini. Come serbatoi sul quale parcheggiare la liquidità in attesa di essere investita Banca Generali usa fondi monetari o con bassa duration della sua gamma Lux Im preferendoli ai conti correnti a causa della perdita di potere di acquisto con l’inflazione elevata.

Banca Mediolanum. Il gruppo dallo scoppio del conflitto non registra un incremento del trend dei disinvestimenti da parte dei suoi clienti. «La nostra strategia guarda da sempre all’investimento nel lungo periodo dove il miglior asset è l’azionario purché correttamente diversificato. I servizi automatici di investimento sono un ottimo alleato della diversificazione: si tratta di circa 300 milioni al mese che sistematicamente vengono trasferiti da depositi di liquidità a prodotti di risparmio gestito», spiegano da Banca Mediolanum. Fino al 31 marzo è valida la promozione che riconosce un tasso fino al 2% annuo lordo sulle somme non ancora investite, in giacenza sul conto Double Chance azionario sul programma di versamenti a 12 e 18 mesi. Per il gruppo «rappresenta un ulteriore incentivo per superare questo momento delicato e per consentire il passaggio con un ingresso graduale nei mercati, dell’enorme liquidità parcheggiata nei conti correnti verso il mercato azionario, il vero motore dei nostri risparmi. Double Chance funziona con un conto corrente ordinario, una sorta di serbatoio all’interno del quale confluisce la somma dell’investimento, che viene poi destinata verso servizi finanziari scelti dal cliente, su cui vengono trasferiti importi costanti, attraverso un piano programmato, fino ad esaurimento dell’importo. I prodotti di destinazione, di natura azionaria o obbligazionaria, possono essere fondi, polizze o un servizio di gestione individuale.

Fineco. Per Fabio Melisso, ceo di Fineco Asset Management, la sgr del gruppo Fineco, è fondamentale in questi momenti mantenere una disciplina di investimento: «Fare market timing, ossia attendere il momento ideale per investire, è molto complicato persino per i professionisti. Dal nostro punto di vista l’atteggiamento più corretto consiste nel ribaltare quella strategia: non più cercare l’istante esatto in cui investire, ma servirsi di strumenti che permettono di trasformare ogni momento in quello giusto per investire. La nostra proposta consiste in un approccio graduale e di lungo periodo ai mercati e permette di esporsi su attività come i listini azionari tenendo sotto controllo il profilo di rischio e al tempo stesso cogliendo rendimenti interessanti», aggiunge Melisso.

Spazio quindi, nella banca guidata dall’ad Alessandro Foti, alla costruzione di prodotti che valorizzano la gradualità dell’esposizione sui mercati e su trend strutturali (megatrend) in maniera automatica, ottimizzando il rapporto rischio e rendimento. «Con questo scopo, abbiamo lanciato le strategie a decumulo. Il capitale viene inizialmente investito su un fondo monetario o obbligazionario in grado di fornire già un primo rendimento, e gradualmente, mese dopo mese, viene collocato in un arco di tempo che va da tre a cinque anni su fondi azionari globali o di settore, ad esempio i megatrend. Attraverso questo meccanismo è quindi possibile trarre vantaggio dai momenti di stress, aumentando ad esempio l’esposizione quando il mercato scende», spiega Melisso. Fineco di recente ha lanciato il fondo Fam Global Inflation Response che consente di sfruttare l’inflazione a proprio vantaggio. «Attraverso un’esposizione ad asset class che possono trarre beneficio da episodi inflazionistici, tra le quali obbligazioni indicizzate, Reit, infrastrutture quotate, oro, materie prime, puntiamo a ottenere il duplice obiettivo di generare un reddito e di avere la flessibilità adatta a proteggere il portafoglio nei periodi di forte inflazione», conclude Melisso. (riproduzione riservata)
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