RISK MANAGEMENT

Autore: Gianluca Iulianello
ASSINEWS 335 – novembre 2021        

Imprenditorialità è sinonimo di rischio. Ogni azione imprenditoriale comporta immancabilmente dei rischi.
Ciò vale tanto per l’azienda ancora giovane che approda sul mercato con un nuovo prodotto, quanto per l’azienda già affermata che potenzia la sua produzione e la sua offerta di prestazioni nell’ambito di una fase di ampliamento. Usando una metafora potremmo paragonare l’atto di correre rischi a quello di saltare da un trampolino: l’importante è poter stabilire personalmente l’altezza da cui tuffarsi.

Qual è la strategia adatta? È la domanda più complessa a cui proverò a rispondere in queste righe. La gestione del rischio non riguarda affatto soltanto i gruppi industriali.
Essa rientra tra i principali compiti imprenditoriali anche in una piccola impresa.
Una gestione professionale e pianificata di rischi e opportunità è infatti un importante fattore di successo ai fini del raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Non sempre negli affari tutto va secondo i piani. Imprevisti quali l’improvvisa assenza di un collaboratore in una fase progettuale delicata, il guasto inatteso di una macchina utensile che non può più essere riparata o il mancato pagamento di una somma importante già preventivata possono mettere in pericolo la sopravvivenza di una piccola impresa.


In linea di massima vale la seguente regola: qualsiasi attività imprenditoriale comporta rischi e questi possono manifestarsi a tutti i livelli della catena di creazione del valore.

E di conseguenza qualche consiglio utile nell’attività propria di risk management che non potrà prescindere dal formulare domande ai corretti interlocutori in modo da poter testare contemporaneamente il grado di coperture assicurative e le competenze di chi le cura.

Qualche esempio:
L’azienda dispone di una politica dei rischi chiara e fissata nero su bianco? Compiti e responsabilità sono regolamentati in modo chiaro?

Tutti in azienda sono consapevoli del fatto che la gestione del rischio è un compito permanente?

Pur essendo una mansione dirigenziale, la gestione del rischio viene vissuta da tutti i collaboratori?

I rischi vengono valutati e gestiti in maniera sistematica?

La gestione del rischio viene vista come un tutt’uno con altri strumenti quali il sistema di controllo interno?

Nelle aziende è possibile tenere sotto controllo, indirizzare e influire in maniera mirata sui rischi. Il fine di ogni azienda deve essere quello di ridurre al minimo o evitare il più possibile i rischi rilevanti ed è proprio a questo che serve una gestione del rischio.
Una gestione professionale dei rischi non si limita a occuparsi dei rischi assicurabili, ma è un compito dirigenziale centrale che punta a evitare qualsiasi discostamento dagli obiettivi che l’azienda si è posta e valuta i vari rischi per stabilire se siano o meno di rilievo per l’azienda.

Ciò avviene nell’ambito di un processo di definizione degli obiettivi.

Gli obiettivi principali della gestione del rischio sono sempre:
• assicurare la sopravvivenza dell’azienda
• assicurare il successo dell’azienda
• ridurre i costi di rischio.

Nell’ambito della gestione del rischio i piccoli imprenditori dovrebbero anche chiarire in linea di massima le modalità con cui gestire personalmente e/o a livello di azienda varie tipologie di opportunità e pericoli. Si parla a tal proposito anche di politica dei rischi.

Quest’ultima in una piccola impresa dovrebbe essere improntata al pragmatismo e rispondere alle seguenti domande: quali rischi intende correre l’azienda e quali invece ridurre, evitare o trasferire? Quali misure devo adottare per assicurare una gestione professionale dei rischi? Affronto in maniera sistematica il problema dei rischi oppure tendo a lasciare che le cose facciano il loro corso e prendo decisioni solo quando è necessario intervenire?

Un simile comportamento può essere troppo pericoloso e imprudente soprattutto per quanto riguarda rischi a forte impatto e attualissimi quali quelli di reputazione, quelli legati al prodotto o i rischi di liquidità, che possono compromettere l’esistenza stessa della piccola impresa.

Per poter avere degli strumenti efficaci da condividere con gli imprenditori proviamo a dividere in cinque fasi la gestione del rischio nella piccola impresa:
Fase 1: sensibilizzazione nei confronti dei rischi. Durante la fase di pianificazione, nella piccola impresa

Fase 2: identificazione dei rischi. In questa fase si procede a identificare e riunire in una mappa dei rischi i principali rischi della piccola impresa, tra cui ad esempio i rischi di liquidità, di mercato e i rischi legati al prodotto.

Fase 3: valutazione del rischio. Una volta definito il catalogo dei rischi si procede a una valutazione di massima di ogni rischio identificato con due variabili, probabilità di accadimento e potenziale danno

Fase 4: analisi del rischio, strategie in materia di rischi e misure. I rischi principali individuati devono ora essere analizzati nel dettaglio. dei rischi.
Per tutti i rischi principali vanno sviluppate e definite le pertinenti strategie. Questi rischi possono essere:
• evitati
• ridotti
• trasferiti
• accettati

Fase 5: attuazione della gestione del rischio. Ora che i principi e i provvedimenti necessari sono stati definiti, l’approccio di gestione dei rischi viene attuato in seno alla piccola impresa.

Per avere una visione d’insieme e tenere sotto controllo tutte le decisioni e i processi, si elaborano documenti interni che vengono approvati dal titolare della piccola impresa e fungono anche da base per i collaboratori nell’assunzione della loro responsabilità in materia di gestione dei rischi.

Un altro elemento importante è il monitoraggio continuo dell’attuazione con rapporti stilati dai responsabili della gestione del rischio.
Vale la pena di stilare in modo continuo o a intervalli periodici un riepilogo dei rischi e dello stato di attuazione delle misure.

Sul prossimo numero parleremo più approfonditamente delle tipologie dei rischi e delle relative fasi per gestirlo cercando anche di condividere dei suggerimenti utili che ci aiuteranno a far bene la nostra attività di professionisti del settore assicurativo che per tornare alla metafora iniziale, aiuteranno il nostro imprenditore a comprendere a quale altezza posizionare il proprio trampolino.