In un bell’editoriale il direttore di questo giornale ha raccontato dell’idea del presidente del Consiglio Mario Draghi di «pre-recepire» in Italia il Regolamento europeo – il Digital Market Act – con il quale la Commissione Europea vorrebbe ridimensionare i grandi oligopolisti digitali. L’obiettivo è nobile anche perché le distorsioni della concorrenza e le disfunzioni sui mercati digitali producono effetti collaterali significativi e pericolosi in termini sociali, culturali e politici, consentendo a una manciata di imprese di dettare la dieta mediatica nazionale e internazionale e, per questa via, di orientare il pensiero di miliardi di persone, nella direzione, di volta in volta, scelta dai loro azionisti, dai loro partner commerciali e/o dai loro investitori pubblicitari.
Waymo, la divisione di Alphabet che sta sviluppando autovetture a guida autonoma, ha lanciato un servizio di taxi robot supportato da conducente a San Francisco. L’azienda, che di recente ha completato un importante round di finanziamenti da 2,5 miliardi di dollari (2,125 miliardi di euro), stava progettando l’ingresso nel mercato di San Francisco da più di un decennio. Ha iniziato a testare la propria tecnologia driverless nella città nel 2009 e, da allora, le sue auto percorrono più di 160.000 chilometri a settimana. Il successo del progetto, che prevede il trasporto di passeggeri nella città a bordo di veicoli a guida autonoma, potrebbe dare all’azienda gli introiti necessari per superare le perdite accumulate negli ultimi anni di attività.
Un mese e mezzo, o poco più, per decidere il post-Quota. Le lancette corrono veloci e si assottiglia sempre più il tempo a disposizione di governo e parti sociali, prima del varo della prossima legge di bilancio, per delineare una nuova architettura pensionistica. Che dal primo gennaio 2022 non potrà più contare sulle uscite anticipate con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi, fortemente volute dal “Conte 1”. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e i sindacati si sono visti prima della pausa estiva per far ripartire il confronto sulla previdenza e si sono dati appuntamento a settembre senza però fissare la data del nuovo round. Cgil, Cisl e Uil invocano nuovi meccanismi di flessibilità in uscita prevedendo la possibilità di pensionamento anche a 62 0 63 anni o con 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica. Anche dalla maggioranza, seppure in ordine sparso e con ricette diverse, si è levata la richiesta di nuova flessibilità.
- Dopo l’anno nero del Covid spesa sotto il 15% del Pil solo a partire dal 2055
Il tramonto ormai certo di «Quota 100» spinge la previdenza a occupare un posto centrale insieme alla riforma fiscale nel dibattito d’autunno. Con una differenza: le indicazioni della legge delega sul fisco che il governo dovrebbe presentare a settembre avranno una traduzione pratica diluita nel tempo con i decreti attuativi, mentre le scelte sulle pensioni faranno sentire dal prossimo gennaio il proprio impatto. Sulla vita degli italiani, ma anche sulla politica che deve attutire il colpo di questo parziale ritorno al passato.
- Assicurazioni in crescita Resta al palo l’Rc auto
Le assicurazioni italiane riprendono fiato dopo la crisi Covid. Nel 2021 le imprese con sede nel nostro Paese dovrebbero registrare una crescita dei premi del 7%, per un volume complessivo tra vita e danni di oltre 144 miliardi. Una netta inversione di tendenza rispetto allo scorso anno, chiuso a 135 miliardi con un calo di quasi il 4% rispetto al 2019. Secondo l’Ania, l’unico ramo nel quale si continuerebbe a registrare una contrazione (-4,5%) è la Rc auto. La diminuzione porterebbe il volume dei premi sotto i 12 miliardi, valore che si riscontrava nel 1998.