Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Balza dell’86% l’utile netto di Zurich Insurance nei primi sei mesi dell’anno. Merito, ha spiegato il gruppo assicurativo svizzero, dei forti utili sottostanti e dell’impatto ridotto del Covid-19 che hanno più che compensato le perdite più elevate legate a eventi meteorologici estremi. L’utile netto nel primo semestre 2021 è aumentato a 2,19 miliardi di dollari da 1,18 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno, mentre l’utile operativo è salito del 60% a 2,71 miliardi. «Abbiamo ottenuto risultati eccezionali nei primi sei mesi del 2021 con profitti tornati ai livelli del 2019, quando avevamo già riportato la nostra migliore performance in un semestre», ha sottolineato il ceo, Mario Greco.
Il titolo Aviva ha raggiunto i massimi delle ultime otto settimane ieri alla borsa di Londra a quota 425,80 pence dopo che la compagnia britannica ha annunciato che restituirà almeno 4 miliardi di sterline agli azionisti, in seguito alle pressioni dell’azionista nonché la più grande società di investimenti attivisti in Europa, Cevian Capital (detiene il 5% del capitale), che a giugno di quest’anno aveva suggerito alla società di restituire 5 miliardi di sterline di capitale in eccesso nel 2022.
Se gli occhi del mercato sono puntati su Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone, che nei mesi scorsi hanno stretto la presa su Mediobanca, la merchant bank milanese continua a vantare una molteplicità di stakeholder, dai fondi (che oggi detengono oltre la metà del capitale) agli azionisti storici. Gran parte di questi ultimi sono riuniti nell’accordo di consultazione nato nel 2018 sulle ceneri del vecchio patto di sindacato e nei prossimi mesi saranno chiamati a decidere se rinnovare o meno l’alleanza.
La boutade di Bill Gates su un settore bancario senza banche non si è mai realizzata, ma certamente l’innovazione tecnologica sta cambiando profondamente l’industria del credito e i mesi della pandemia hanno impresso un’ulteriore accelerazione a un processo partito subito dopo la grande crisi finanziaria. Dal 2008 al 2019 infatti il numero di filiali in Europa e in Italia è crollato di circa il 30%. Non solo. I nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia hanno consentito di ripensare molti processi interni, aumentando il livello di automazione sia nelle attività di middle e back office che nei servizi a maggiore complessità. Questo è il quadro fornito da un recente occasional paper della Banca d’Italia

Crescono le frodi con le carte di credito, in particolare per quanto riguarda il valore delle frodi, si registra un +28,7% rispetto all’anno precedente, valore simile, +28,4% per il numero delle stesse. Si froda in media 106 euro a singola transazione. Mentre nel 2019, il totale dei pagamenti genuini, quelli cioè effettuati con i mezzi di pagamento elettronici non frodati, sia in valore sia in numero, è aumentato rispettivamente del 6,3% e 11,7%. Le frodi su internet crescono del 10%. Il 73% arriva dall’estero mentre il 27 è made in Italy.
In caso di furto o smarrimento della carta di credito o prepagata, il consumatore ha diritto al rimborso di eventuali acquisti effettuati on line dal truffatore ma gli sarà trattenuta una franchigia di 50 euro sui pagamenti fatti prima della denuncia di furto o smarrimento. Una volta ricevuta la contestazione dell’operazione, l’intermediario (banca, Poste italiane, ecc.) deve restituire le somme massimo in un giorno, ma le segnalazioni effettuate con ritardo possono comportare, nei casi più gravi, che non si abbia diritto ad alcun rimborso. Così le «Domande e risposte sui pagamenti per gli acquisti on line di beni o servizi» che la Banca d’Italia ha pubblicato sul proprio sito in seguito ad un utilizzo sempre più intenso dell’e-commerce, specie a causa della pandemia.

- I verbali della Consob sulla governance Cattolica “Decisioni fuori dal cda”
Una «ristretta cerchia di soggetti» ha a lungo influenzato la governance di Cattolica, un «centro decisionale, esterno al consiglio, che fa capo al presidente Bedoni, affiancato da alcuni amministratori: il vice presidente Blasevich, il segretario Lai e dal consulente legale Cera ». Ad affermarlo è la Consob, a conclusione dell’ispezione relativa al 2018, 2019 e alla prima parte del 2020. L’intero consiglio – Paolo Bedoni compreso fu poi costretto al rinnovamento totale (e all’aumento di capitale con cui è entrata Generali) sotto gli strali dell’Ivass, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni. Il passaggio sul «centro decisionale » extra consiglio è solo uno dei molti aspetti, non nuovi in assoluto, del verbale ispettivo di 119 pagine, secondo quanto riportato dalla stampa. Sulla base di quel verbale la Procura di Verona da pochi giorni aperto un “modello 45” senza ipotesi di reato né indagati, ma con tante ombre.

- Catastrofi, sono 77 miliardi in sei mesi
I cambiamenti climatici pesano in modo devastante sui conti economici. Ne sanno qualcosa le assicurazioni che devono calcolare l’ammontare dei danni a monte delle istruttorie: e per esempio quelli dovuti a eventi estremi legati al clima raggiungono costi assicurativi per 40 miliardi di dollari, soltanto nei primi sei mesi dell’anno. A farne un bilancio è il colosso Swiss Re, facendo presente che in questa prima metà dell’anno si è già al di sopra della media decennale precedente pari a 33 miliardi di dollari. Pur essendo un conto salato, non è un record: si tratta infatti del secondo costo climatico più alto mai registrato per un primo semestre dopo il 2011, l’anno dei terremoti in Giappone e in Nuova Zelanda che hanno sospinto il totale a 104 miliardi di dollari. I disastri causati dall’uomo hanno innescato altri 2 miliardi di dollari di perdite assicurate stimate nella prima metà di quest’anno, meno del solito probabilmente anche per effetto della pandemia da Covid-19 e delle misure di restrizione. Ma non è tutto. Perché le stime delle perdite economiche globali dovute a eventi catastrofici sono pari a 77 miliardi di dollari nella prima metà del 2021. Un valore comunque inferiore alla media degli ultimi dieci anni, che raggiunge complessivamente i 108 miliardi di dollari.
- Cattolica, nelle carte di Consob regole e riti del sistema Bedoni
Le ragioni e il “metodo” con cui è stato fatto fuori l’ex amministratore delegato Alberto Minali, i riti e il sistema di potere in consiglio e fuori consiglio, ossia nelle assemblee, e alcune curiose scelte in materia di investimenti. La relazione Consob sull’ispezione condotta dagli uomini della comissione su Cattolica nel corso del 2020, che Radiocor e Il Sole 24 Ore hanno potuto leggere, fotografa, in 119 pagine, quello che era il modello di gestione padronale della compagnia guidata dall’ex presidente Paolo Bedoni. «La governance di Cattolica è stata fortemente influenzata dall’esistenza di un centro decisionale, esterno al consiglio» che faceva capo all’ex presidente Bedoni «affiancato da alcuni amministratori: il vice presidente Blasevich, il segretario Lai e il consulente legale Cera», scrive la commissione che quando passa al setaccio le dinamiche assembleari, in particolare quella del 13 aprile 2019 parla di esiti «significativamente alterati», complice un discutibile sistema di raccolta delle deleghe («Ognuno dei soci è libero di fare quello che vuole – dice Bedoni – però chi prende soldi no!»). Il Tribunale di Verona, va ricordato, ha archiviato l’indagine sulle assisi del 2019 e del 2020 su richiesta della Procura, ma lo stesso procuratore capo, Angela Barbaglio, ha dichiarato nei giorni scorsi all’Ansa che questa decisione non va letta come «una patente di regolarità dell’assemblea» su cui «permangono elementi di sospetto».