Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

C’è chi prevede che il mondo del lavoro tornerà al pre-pandemia già entro l’estate del 2021. E chi invece sposta in là di un anno il momento nel quale si recupererà la «normalità». Il termine «normalità» va messo inevitabilmente tra virgolette, perché nessuno si aspetta che tutto tornerà realmente come prima. MF-Milano Finanza ha contattato 55 grandi società, dal mondo della finanza a quello industriale, cercando di capire quando ma soprattutto quale tipo di «nuova normalità» si prospetta per il mondo del lavoro.
I fondi pensione confermano anche nel primo trimestre 2021 il ritmo costante con cui hanno corso fin qui la maratona dei rendimenti di lungo termine. E archiviano il periodo gennaio-marzo battendo il trattamento di fine rapporto (tfr). Il risultato medio netto dei negoziali si è attestato al +1,16%, come emerge dai dati raccolti da MF-Milano Finanza dai singoli comparti, la performance dei fondi pensione aperti ha registrato il +1,37%. Entrambi hanno quindi superato la rivalutazione del tfr che resta in azienda che nel periodo ha segnato un risultato netto del +0,8%. La liquidazione che non viene non versata alla previdenza complementare si rivaluta ogni anno dell’1,5% fisso più il 75% dell’indice di inflazione Istat. L’accelerazione dei prezzi al consumo a marzo è rimasta contenuta (+0,8% su base annua dal +0,6% di febbraio) mantenendo quindi bassa l’asticella di confronto.
Come la casa, anche un’azione delle Generali rappresenta un bene e un investimento. Solo che a differenza di un’immobile, che resta in cima ai desideri degli italiani e che anche quest’anno muoverà l’economia post pandemica, una partecipazione nel Leone negli ultimi anni ha rappresentato più dolori che gioie. Raccontano che Francesco Gaetano Caltagirone ami fare un confronto specifico quando considera dove sta il colosso assicurativo oggi e dove era al momento del suo ingresso nella compagine azionaria. E il paragone con le altre compagnie è impietoso: fatto cento il valore delle Generali, Axa e Allianz (ossia i diretti concorrenti, che prima dell’euro erano indietro) oggi valgono 140 e 150. U
Parlare di pressioni commerciali è come avventurarsi tra Scilla e Cariddi. Il punto di equilibrio tra il troppo e il nulla, nella spinta al raggiungimento degli obiettivi commerciali, è spesso una meta difficile da raggiungere. Questo nonostante per una banca porsi target sfidanti sia necessario per sopravvivere in un contesto sempre più competitivo, fatto di tassi bassi, sfide macroeconomiche e di mercato. E per soddisfare tutti gli stakeholders: dai grandi azionisti al piccolo risparmiatore, fino al dipendente. L’argomento è tornato di urgente attualità dopo che i segretari generali dei sindacati del settore (Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin) hanno chiesto all’Abi di modificare l’ordine del giorno di una recente riunione chiedendo di aggiungere il punto relativo alle pressioni commerciali nel contesto peculiare creato dalla pandemia. Tali pressioni si sono intensificate, a detta delle sigle, in relazione all’emergenza sanitaria che ha compromesso il raggiungimento dei budget commerciali e imposto modalità di lavoro differenti. La richiesta è stata accolta dall’Abi e la questione è oggetto di confronto e dibattito interno.
I top manager di Piazza Affari hanno pagato, come capitato per gran parte delle aziende quotate, lo scotto della pandemia. Almeno in termini di stipendi incassati per l’attività svolta nel 2020. Il calo, anno su anno è stato nell’ordine del 20%. Questo è emerso dall’indagine realizzata da MF-Milano Finanza sulle remunerazione dei vertici delle società del listino principale: delle 40 aziende del Ftse-Mib non è stato possibile valutare e calcolare le retribuzioni di Enel, Pirelli e Poste Italiane che non hanno ancora depositato la relazione di remunerazione in vista dell’annuale assemblea degli azionisti. L’ammontare complessivo dei compensi per i presidenti, gli amministratori delegati, i direttori generali e gli altri dirigenti con responsabilità strategiche è di 255,5 milioni. Tra l’altro va evidenziato che in diversi casi i ceo delle società quotate hanno volontariamente rinunciato a parte dei compensi devolvendo somme a favore di progetti per la lotta al Covid-19. Un andamento, quello registrato sulla borsa milanese, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto a Wall Street. Perché da una analisi del Wall Street Journal la retribuzione media dei ceo di più di 300 delle big company quotate ha raggiunto i 13,7 milioni di dollari annui rispetto ai 12,8 milioni di dollari incassati nel 2019.
Zurich Portfolio Plus è un prodotto di investimento assicurativo di tipo unit-linked a vita intera e a premio unico, integrabile con premi aggiuntivi. La polizza investe i premi alternativamente in una delle quattro Linee Guidate composte da fondi obbligazionari, azionari, bilanciati e flessibili oppure in una composizione Libera di fondi scelti tra quelli disponibili. Non è prevista alcuna garanzia di restituzione del premio versato né di rendimento minimo. Le linee guidate sono Linea Portfolio Plus Prudente, Linea Portfolio Plus Moderata, Linea Portfolio Plus Bilanciata, Linea Portfolio Plus Dinamica, e la soluzione in esame si basa sul 100% dei premi investiti nella Linea Bilanciata.

Potrebbe sussistere una responsabilità della controllata per i danni provocati dal comportamento anticoncorrenziale della società controllante (c.d. responsabilità «discendente») fondata sulla teoria della «unità economica». È la richiesta sollevata dall’avvocatura generale alla Corte di giustizia Ue che andrebbe ad affermare un nuovo principio in ambito di responsabilità nei gruppi. Il fatto. Con decisione del 19/7/2016 (Caso AT.39824 — Autocarri ) la Commissione ha inflitto delle ammende a varie società del settore automotive, tra cui Daimler AG, per accordi collusivi sui prezzi degli autocarri. A seguito di tale decisione, una società spagnola ha chiesto alle giurisdizioni spagnole di condannare la Mercedes Benz Trucks España SL, società controllata dalla Daimler, a pagarle una certa somma a titolo di risarcimento dei danni.
L’ex amministratore delegato di Bnl, Davide Croff, è il candidato alla presidenza di Cattolica assicurazioni, mentre Carlo Ferraresi rimarrà amministratore delegato: è quanto emerge dalla lista presentata dal cda. Quest’ultimo ha concluso il processo, avviato il 4 febbraio, volto alla presentazione di una lista finalizzata al rinnovo dello stesso board per il prossimo triennio. E questo rilevando che dal 1° aprile la compagnia ha la forma giuridica di società per azioni con le relative regole assembleari.
  • Ue: 118 siti irregolari sul credito
Più di un terzo (36%) dei 118 siti online di credito al consumo analizzati da Commissione Ue e singole autorità nazionali per la tutela dei consumatori viola il diritto dei consumatori dell’Unione. Mancano o non sono chiare informazioni fondamentali come il costo del credito, i tassi di interesse o l’obbligo di assicurazione. In più i siti non sempre menzionano misure straordinarie che possono sortire un impatto sul credito al consumo (come poter chiedere un periodo di rimborso per gli anticipi). Le autorità nazionali daranno seguito ai casi segnalati. L’indagine è stata condotta per verificare le offerte su dispositivi come tablet o smartphone e verificare se gli operatori stessero rispettando le norme Ue sulle informazioni standard per la pubblicità online. L’esecutivo europeo sta lavorando anche alla revisione della direttiva sul credito al consumo, già oggetto di una valutazione nel novembre 2020.

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  • Stipendi dei top manager più forti del Covid
Lo stipendio dei capi delle grandi aziende quotate in Borsa ha continuato a correre anche nell’anno nero della pandemia. Lo rivela L’Espresso in edicola domani con La Repubblica. L’inchiesta ha analizzato 55 società, comprese le banche più importanti e i quasi tutti i campioni dell’industria made in Italy. Nomi come Eni, Telecom Italia, Intesa, Unicredit, Generali, Fca e molti altri ancora. I documenti da poco pubblici, insieme ai bilanci, rivelano che gli stipendi hanno viaggiato per lo più al rialzo. In più metà dei casi considerati, 30 su 55, la retribuzione del 2020 supera quella del 2019.

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  • Swiss Re, Ermotti presidente
Swiss Re ha un nuovo presidente. L’ex ceo di Ubs Sergio Ermotti sostituisce Walter Kielholz a capo dell’organo di sorveglianza.

  • Un tesoretto in Europa: 500 miliardi di risparmi in eccesso delle famiglie
  • Pensioni, la spesa sale e accelera dal 2026
Le prime analisi sul Def esaminato giovedì dal consiglio dei ministri si sono concentrate sui numeri allarmanti del deficit e del debito di quest’anno. Ma nelle tabelle costruite al ministero dell’Economia risuona un allarme più a medio termine, e più strutturale. Si tratta dell’impennata della spesa previdenziale, destinata a tornare a correre dal 2026 per raggiungere dieci anni dopo il picco del 17,4% del Pil. Il problema della nuova gobba previdenziale è serio soprattutto per un Paese con i conti pubblici pesantemente fiaccati dalla crisi pandemica arrivata dopo una stagnazione ventennale. E anche il quadro disegnato dal Governo, pur allarmante, è soggetto a pesanti «rischi al ribasso», per i «fortissimi elementi di incertezza» prodotti dalla pandemia, come ha avvertito l’Ufficio parlamentare di bilancio nella nota con cui ha validato il quadro marcroeconomico tendenziale del Def.
  • Appello a Ivass di cinque delegati Itas
Cinque delegati Itas scrivono a Ivass. Dopo aver chiesto alla compagnia di posticipare l’assemblea del 29 aprile che dovrà rinnovare il cda e aver ricevuto il “no” del presidente Fabrizio Lorenz, hanno deciso di rivolgersi alla Vigilanza. Nella speranza di veder «ristabilite – è scritto – le corrette regole di governance». Accuse che Itas respinge sottolineando che «il cda ha ritenuto che non sussistessero le motivazioni giuridiche a sostegno della richiesta». Ora la palla è alla Vigilanza. Ma c’è dell’altro. I cinque delegati puntavano a presentare in assise una propria lista, per la quale sarebbe stato necessario il sostegno di una cinquantina di delegati. Non lo potranno fare, almeno per ora: l’altra lista, che conferma gli attuali vertici, ha già ottenuto il favore dell’80% dei 188 delegati. Abbastanza per bloccare candidature alternative. Impensabile in un contesto di mercato.

  • Rc auto e danni Ecco i gruppi più favoriti dal lockdown
Macchine ferme o con percorrenza ridotta da oltre un anno. Sinistri in calo sensibile, per non parlare dei furti (sia nelle abitazioni sia nei veicoli) che nei vari lockdown si sono ridotti. Che dire poi del ramo infortuni (con lo stop dello sport, del tempo libero, dello spettacolo e della ristorazione) e salute (con visite e interventi rimandati). I risparmi 2020 delle compagnie sono stati molteplici e già incamerati, almeno a giudicare dall’andamento tecnico del settore danni che si sostanzia nel “combined ratio” che rappresenta un po’ la cartina tornasole del business delle compagnie. Secondo una rilevazione effettuata da Plus24 sui primi dati da poco comunicati dalle compagnie, nell’anno dello scoppio della pandemia il combined ratio di tutto il settore danni dei principali player nel settore Rc Auto (riportate in tabella) si è ridotto mediamente del 3,27%.
  • A fine mese debutta il comparatore Ivass che andrà a regime solo in estate