Il group ceo di Generali, Philippe Donnet, sistema la squadra dopo l’annunciata uscita del general manager Frédéric de Courtois, che lascerà il gruppo il primo febbraio, e di Timothy Ryan, attuale group Cio e ceo asset & wealth management che uscirà il primo marzo, con l’obiettivo di accelerare la strategia e raggiungere i target di piano per il 2021. Un nuovo assetto tutto interno al gruppo, senza la chiamata di manager dal mercato, che ieri è stato approvato all’unanimità dal consiglio di amministrazione della compagnia di Trieste. Con Donnet che ha deciso di assumere il diretto riporto delle funzioni che considera strategiche per raggiungere gli obiettivi del piano industriale 2019-2021 e la sfida non è da poco. Solo lo scorso novembre Generali ha confermato la strategia, nonostante il Covid, ma gli obiettivi annunciati di pagare dividendi cumulati di 4,5-5 miliardi nel triennio 2019-2021 e di raggiungere un roe 2021 superiore all’11,5%, indicati nel piano, si sono fatti decisamente più sfidanti con la pandemia che ha sparigliato le carte. Una partita che tra l’altro vale doppio considerando che l’anno prossimo arriverà a scadenza l’intero consiglio di amministrazione, Donnet compreso.
Il gruppo assicurativo ha soluzioni in tutti i rami, attraverso la rete di agenti e accordi di bancassurance in 14 province. In totale conta sui premi annuali per 2 mld di euro e riserve per oltre 7 mld. Generali intende aprire nuove sedi ed agenzie, lanciando nuovi prodotti e puntando su un’economia che è attesa in crescita del 5% nel 2021
Generali saluta due dirigenti di rango e l’amministratore delegato Philippe Donnet ne approfitta per ridisegnare la struttura accentuando il suo ruolo operativo, per «sostenere l’efficace esecuzione del Piano strategico», giunto al suo ultimo anno «in un contesto di rapidi cambiamenti globali e sfide senza precedenti», come ha detto il manager francese in auge dal 2016. L’operazione, pensata dal capoazienda e da lui preparata, è stata approvata ieri dal cda, con voto unanime. Tra i grandi azionisti -Mediobanca al 13%, Caltagirone al 5,4%, Del Vecchio al 5%, Benetton al 4% – sembra che nessuno si sia stracciato troppo le vesti per l’addio annunciato dei due manager stranieri. Il dg Frédéric de Courtois e il responsabile investimenti del gruppo, Tim Ryan, hanno formalizzato l’addio a Generali rispettivamente dal 1° febbraio e dal 1° marzo. Le due caselle sono state soppresse, ridisegnando l’organigramma con una manciata di promozioni tutte interne. La principale riguarda Sandro Panizza, che diventerà responsabile di tutte le attività assicurative e gli investimenti in Generali. Altra nomina di peso riguarda Carlo Trabattoni, che sarà capo dell’Asset & Wealth Management, nuova unità nata dalla ripartizione precedente, e coordinerà Banca Generali. Al manager Bruno Scaroni, figlio di Paolo, sarà affidata la nuova unità che riunisce strategie, operazioni e la «trasformazione digitale e tecnologica». Infine Giancarlo Fancel, direttore finanziario di Generali Italia, diventa capo dei rischi di gruppo.
- Risarcimenti, Torino spende di più per i danni da incidenti stradali
La serata più disastrosa della storia recente di Torino, quella per i fatti di piazza San Carlo il 3 giugno 2017, è costata alla città meno di quanto non spenda ogni anno per risarcire pedoni, ciclisti, automobilisti e motociclisti per gli incidenti causati da buche nell’asfalto o tombini sporgenti. Al momento, infatti, per la finale di Champions League dalle casse pubbliche sono stati presi solo i 25 mila euro della franchigia prevista dalla polizza. Nonostante ci siano state due vittime e 1525 feriti, l’incidente viene trattato a livello assicurativo come un unico sinistro in cui, oltre a Unipol Sai, è chiamata a rispondere in parte anche Reale Mutua, compagnia di Turismo Torino, che ha organizzato l’evento. Per tutti paga la compagnia assicurativa, poiché la somma di tutti i risarcimenti non supera il massimale previsto dalla polizza. E la città si limita a pagare una sola franchigia. Oltre, naturalmente, al premio per la polizza Rct-Rco, di responsabilità civile verso terzi e operai prestatori di lavoro, che vale poco più di 900 mila euro e che ora è stata assegnata (con una gara pubblica) ad Axa Xl. In proporzione, Torino spende molto di più per i risarcimenti di chi si ferisce o danneggia il proprio mezzo in incidenti stradali causati dalla cattiva manutenzione delle strade. Nel 2018 erano stati 981, l’anno dopo 822, per danni che ondeggiano tra i 468 e i 480 mila euro, tutti a carico delle casse della città poiché inferiori alla franchigia ( che con l’attuale polizza è di 35 mila euro).
- Il rebus Quota 100 nel mirino di Bruxelles
Si avvicina a grandi passi. È lo scalone del dopo “Quota 100” sul quale rischia di inciampare il prossimo governo e che già si staglia all’orizzonte previdenziale, scrutato ieri dalla commissione tecnica del ministero del Lavoro nel tentativo di riaccendere i motori per individuare qualche via di aggiramento. Il count-down che indica l’inesorabile avvicinarsi della fine della sperimentazione triennale dei nuovi pensionamenti anticipati voluti dal “Conte 1” a tinte gialloverdi è di fatto già scattato. Ma, al di là delle promesse dell’attuale esecutivo dimissionario, il cantiere della nuova riforma è praticamente fermo da mesi. E, con il trascorrere del tempo, comincia a circolare con sempre più insistenza l’ipotesi di una mini-proroga, almeno fino ai primi mesi del 2022. Una soluzione che, a prescindere dalla volontà di una parte della maggioranza uscente (Pd e Iv in primis) di abbandonare l’attuale sistema di uscite con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi, rischierebbe però di complicare ulteriormente il già sofferto cammino del Recovery plan italiano.
- Generali, cambio della organizzazione Priorità digitale e asset management
Business assicurativo e investimenti assieme, una nuova unità organizzativa per spingere ancora di più sulla digitalizzazione e la trasformazione tecnologica e un colpo d’acceleratore all’asset management. È in questi tre cambiamenti, sostanziali, la nuova struttura organizzativa varata dal consiglio di amministrazione di Generali e voluta dal ceo Philippe Donnet.