Cassazione sul sequestro di 500 mila a carico di un avvocato da parte di una banca
Nel caso si verifichi sottrazione di somme al cliente
di Andrea Magagnoli

Nel caso in cui un legale sottragga somme a un cliente dovrà essere sempre ritenuto responsabile. Lo afferma la Corte di cassazione con la sentenza 25392/2019. Il caso di specie trae origine dalla richiesta del sequestro della somma di euro 500 mila a carico di un legale da parte di una banca. Il competente consiglio dell’ordine acquisita la notizia della contestazione a carico del legale dava corso a un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Il procedimento si concludeva con l’irrogazione di una sanzione disciplinare. Il legale pertanto ricorreva in prima istanza al consiglio nazionale forense, ed in seguito alle sezioni unite della corte suprema di cassazione.
La difesa si fondava essenzialmente sulla mancanza di fondamento della richiesta di sequestro proposta dalla banca, osservava infatti il legale come l’istituto di credito non avesse alcun titolo per richiederne la restituzione dato il pregresso compimento di attività professionale a favore dell’istituto di credito. Il procedimento dopo avere compiuto il proprio corso veniva deciso con la sentenza qui in commento.

La questione viene risolta in modo negativo da parte della corte suprema con la conferma del provvedimento del Consiglio nazionale forense.

Osservano infatti gli ermellini come il ricorrente non avesse dato alcuna prova circa l’effettivo compimento dell’attività professionale, tanto da ritenersi come dovuta la somma azionata con la richiesta di sequestro e giustificata la richiesta di sequestro.

Non solo, ma gli ermellini pongono l’accento sulla durata e sul protrarsi della violazione della normativa; sul punto i giudici osservano come essa non si esaurisca immediatamente, bensì perduri sino al momento in cui il legale al quale era stata contestata l’appropriazione, non ponga nuovamente a disposizione del cliente la somma in precedenza sottratta.

Infatti proseguono i giudici nella motivazione della sentenza come solo al momento in cui al cliente venga nuovamente garantita la disponibilità della somma in precedenza sottratta si possa considerare terminato il comportamento illecito ascritto al legale.

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