di Luca Gualtieri

L’appuntamento è molto atteso, non solo per la bellicosa discesa in campo di Leonardo Del Vecchio (che proprio ieri, alla vigilia dei risultati trimestrali, avrebbe depositato una quota vicina all’8%) ma anche perché l’assemblea annuale di Mediobanca rimane un delicato momento di confronto tra il vertice e gli azionisti, a partire dagli investitori istituzionali. Ecco perché, in vista della scadenza di lunedì 28, nelle scorse settimane il management di Piazzetta Cuccia avrebbe avuto numerosi contatti con i principali stakeholder, a partire dai fondi e dagli asset manager che oggi hanno in portafoglio pesanti pacchetti di azioni della merchant. Tra gli altri anche BlackRock che, con il suo 4,98%, è il quarto azionista di Mediobanca dopo Unicredit, Vincent Bolloré e, per l’appunto, Del Vecchio. Al centro dei meeting l’evoluzione della corporate governance e la strategia del gruppo che, per il momento, avrebbero incassato il gradimento degli istituzionali, a partire proprio da BlackRock. Negli stessi giorni l’amministratore delegato Alberto Nagel avrebbe avuto ulteriori incontri con gli investitori sulla piazza di New York, dove si era recato per seguire le attività del Fondo Monetario Internazionale. Contatti molto utili non solo a preparare il terreno per l’assemblea, ma anche in vista di quel nuovo piano industriale che la merchant presenterà il prossimo 12 novembre. Già nelle scorse settimane peraltro alcuni azionisti storici si erano espressi a favore dell’attuale dirigenza, da Ennio Doris («Direi che il bilancio è molto positivo») a Bolloré («siamo tuttora molto soddisfatti della gestione di Nagel e della sua équipe»). Tutto tace invece sul fronte di Unicredit. Il primo azionista delle merchant continua a considerare il suo 8,81% una partecipazione puramente finanziaria, smontabile in qualunque momento. Soprattutto adesso che, dopo un forte rally, il prezzo di borsa del titolo Mediobanca è salito al di sopra del valore di carico (9,89 euro) e che una cessione della quota o di una parte di essa potrebbe rivelarsi economicamente conveniente. Anche sulle prossime mosse di Del Vecchio ci sono molte incognite. Ad esempio non è chiaro se, dopo la recente visita in Bankitalia, i vertici di Delfini abbiano chiesto l’autorizzazione a Bce per salire oltre il 10% e portarsi così vicino al 20%. Certo è che Consob continua a monitorare sullo svolgimento della vicenda. Al momento non si ravvisano specifici profili di illiceità e le iniziative prese dalla commissione presieduta da Paolo Savona consisterebbero in scambi di informazioni con le controparti in campo. (riproduzione riservata)

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