Sono state 275 mila le domande di giustizia alternativa registrate nel 2016 per un valore stimato in circa 26 miliardi di euro, secondo i dati sulla giustizia alternativa in Italia che emergono dal Rapporto Isdaci, giunto alla decima edizione e promosso da Unioncamere e dalle Camere di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, Torino, Genova e Cosenza. Il rapporto è stato presentato ieri a Milano nella sede della Camera di commercio. Le domande di mediazione tra cittadini e con le imprese registrate sono state 184 mila, per un valore medio ognuna di 140 mila euro: liti quindi non più di natura bagatellare come alle origini della mediazione in Italia. Sono oltre 90 mila i procedimenti gestiti presso il Corecom, nel settore delle telecomunicazioni, per un valore complessivo di 31 milioni di euro. A quota 708 le domande di arbitrato amministrato per un valore medio di 184 mila euro. Cresce in un anno il peso della mediazione volontaria, scelta da cittadini e imprese in alternativa al tribunale, che pesa l’8,8% (era l’8,3%). In aumento anche la mediazione demandata, disposta dal giudice (pesa l’11% nel 2016, +6% rispetto al 2015). Le mediazioni riguardano soprattutto contratti bancari (20,5%), diritti reali (14,4%), condominio (12,2%), locazione (11,6%), risarcimento del danno da responsabilità medica (6,7%), contratti assicurativi (6,2%), divisioni dei beni (5,1%), e successioni ereditarie (4,5%). Mentre resta prevalente per l’arbitrato amministrato la materia societaria (26%), immobiliare (21%) e gli appalti (20%). Vengono gestiti esclusivamente dalle Camere di commercio gli arbitrati internazionali. Milano è prima tra le Camere di commercio per arbitrati (134 nel 2016, +2% in un anno, il 19% di tutte le procedure rilevate a livello nazionale e un valore medio di 3,6 milioni di euro). Gli organismi di mediazione sono concentrati a Roma, Napoli, Milano, Salerno, Torino e Caserta.
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