di Paola Valentini
«A tre anni dalla quotazione in borsa si è concluso un ciclo importante per Anima , segnato da una crescita di oltre il 50% delle masse in gestione, passate nel triennio da 47 a 73 miliardi di euro, e dal rilevante ampliamento dei canali di raccolta, anche grazie all’accordo di collaborazione con il gruppo Poste. Si apre ora un nuovo ciclo, in un contesto di mercato diverso». Marco Carreri, amministratore delegato di Anima , traccia un bilancio di questi ultimi tre anni, che hanno visto un forte sviluppo della società e hanno coinciso con un andamento altrettanto brillante di tutto l’asset management tricolore. Il gruppo si è quotato nell’aprile 2014 a 4,2 euro e oggi il titolo viaggia sui 5,3 euro. Ma ora Anima deve affrontare una nuova fase, mentre il risparmio italiano è nel mirino dei gestori esteri. In vista c’è l’attesa integrazione con Banco Posta Fondi, la sgr delle Poste. L’operazione consentirà ai due gestori di raddoppiare le masse a 145 miliardi, al quarto posto in Italia (grafico in pagina). Il cambiamento per Anima è piuttosto importante anche per l’avvicinarsi del rinnovo degli organi sociali in occasione della prossima assemblea che approvaerà il bilancio 2016. Per prepararsi al nuovo contesto il gruppo si è appena riorganizzato. Il nuovo assetto vede, tra l’altro, l’ingresso, come anticipato da MF-Milano Finanza, di Filippo Di Naro, ex ad e chief investment officer di Duemme, la sgr di Banca Esperia (gruppo Mediobanca ).
Domanda. Perché vi ritenete a un punto di svolta?
Risposta. Si apre un nuovo ciclo, in un contesto di mercato diverso: i cambiamenti normativi, dalla Ucits V alla prossima introduzione della Mifid II, i tassi molto bassi e la prospettiva di una loro salita nel medio termine danno la misura delle sfide che ci attendono.
D. Quali sono le novità sul fronte organizzativo?
R. Siamo partiti disegnando un nuovo assetto organizzativo, coerente con il perimetro più ampio del business e con tre obiettivi strategici per i prossimi anni.
D. Sarebbero?
R. Il primo è dare risposte concrete ed efficaci alla componente istituzionale del business che ha un ruolo sempre maggiore all’interno della nostra società. Vogliamo poi presidiare al meglio le nostre partnership commerciali nel segmento retail, rafforzando l’offerta informativa e formativa a servizio delle reti e continuando a svolgere il ruolo di leader nell’innovazione di prodotto. Infine dobbiamo poter disporre di una macchina operativa efficiente e flessibile, in grado di rispondere anche alle esigenze derivanti da eventuali operazioni straordinarie.
D. Come vi siete organizzati?
R. Il nuovo assetto organizzativo prevede la creazione di tre vice direzioni generali in Anima Sgr a presidio del business operativo: Investimenti e Prodotti, alla cui guida arriverà nei prossimi giorni Filippo Di Naro, Finanza e Operations, affidata ad Alessandro Melzi d’Eril, e Distribuzione e Marketing, guidata da Pierluigi Giverso.
D. Come si inserisce l’ingresso di Di Naro?
R. Di Naro, ufficialmente in Anima dal 13 marzo, sarà responsabile dell’area investimenti e prodotti, con l’obiettivo di allargare le competenze e alzare ulteriormente il livello qualitativo delle soluzioni da noi offerte, in particolare sul segmento istituzionale dove ha maturato una significativa esperienza.
D. Ci saranno cambiamenti nell’ambito della direzione investimenti?
R. Armando Carcaterra avrà la responsabilità di una nuova direzione, Investment Advisory & Support, creata per rispondere alla crescente domanda di analisi e prospettive gestionali. Lars Schickentanz mantiene la responsabilità delle strategie di gestione attive bottom up, mentre Simone Facchinato, arrivato in Anima circa 18 mesi fa da Amundi per sviluppare le soluzioni multi-asset, visto il forte interesse del mercato per queste strategie, sarà responsabile di una nuova divisione che, oltre a includere queste, presidierà anche i servizi di gestione individuale destinati sia a privati che agli istituzionali.
D. Ci sono aggiornamenti sull’alleanza con le Poste e sull’integrazione con Banco Posta Fondi Sgr?
R. L’alleanza procede secondo i piani noti al mercato. L’accordo di collaborazione industriale prosegue molto bene come evidenziato da alcuni numeri chiave: dall’avvio della partnership, a fine 2015, abbiamo superato il traguardo di 4 miliardi di masse affidateci in gestione, affiancato il team di BancoPosta Fondi Sgr nello svolgimento di più di 500 incontri formativi e nello sviluppo di 11 soluzioni di investimento. Per quanto riguarda l’atteso conferimento di BancoPosta Fondi Sgr, i cantieri sono in corso e la fase di due diligence è a buon punto.
D. Ci aveva annunciato qualche mese fa la disponibilità di Anima a discutere una integrazione con Arca o Aletti Gestielle. Cosa ci può dire in proposito?
R. Sia Arca che Aletti-Gestielle hanno un modello di business simile al nostro e abbiamo più volte confermato il nostro interesse per possibili aggregazioni. Riteniamo che l’operazione con Aletti Gestielle avrebbe molto senso in quanto rafforzerebbe Anima come partner del gruppo Banco Bpm nel risparmio gestito, dando continuità e valore alla relazione storica e di soddisfazione di Anima con la rete Bpm . Arca invece ha una governance molto complicata. I soci sanno di un nostro interesse, restiamo alla finestra e guardiamo con interesse l’evolversi della situazione.
D. Come si è aperto il 2017 sul fronte della raccolta?
R. Gennaio si è aperto con le stesse preoccupazioni che hanno caratterizzato la fine del 2016, in particolare sul fronte italiano: la fragilità del sistema bancario e l’incertezza del quadro politico. Questo quadro si è riflesso sulla propensione a investire delle famiglie italiane, come attestano i dati di raccolta di tutto il settore, più deboli che in passato. Nelle ultime settimane abbiamo registrato qualche segnale di miglioramento, ma la conferma dell’inversione del trend si avrà solo quando saranno stati definitivamente tolti dal tavolo i dubbi circa la solidità del sistema creditizio italiano.
D. Avete chiuso un 2016 con un utile in calo del 20%, ma avete confermato comunque la cedola a 0,25 euro. È un calo temporaneo? Può dirci qualcosa sulla politica di dividendi?
R. Il calo dell’utile è riconducibile al minor contributo delle commissioni di incentivo, che nel 2016 si sono attestate a 20,6 milioni, rispetto ai 57,3 milioni del 2015, un dato eccezionale e pertanto difficilmente ripetibile. Per quanto riguarda il dividendo, la proposta è coerente con la politica dichiarata fin dalla quotazione. Considerato che Anima genera importanti flussi di cassa, riteniamo non abbia difficoltà a ricorrere alla leva finanziaria per eventuali operazioni straordinarie, così abbiamo ritenuto di mantenere stabile il dividendo per azione.
D. In Italia è in arrivo il colosso Usa Vanguard, famoso per i fondi low cost. Cosa porterà sul mercato italiano?
R. Sarà sicuramente interessante vedere l’approccio e l’impatto sul mercato italiano di Vanguard, uno dei nomi storici e di maggior successo nel risparmio gestito in America. In Italia la componente principale del costo è legata all’attività di servizio prestata dal collocatore; bisognerà capire come l’offerta di Vanguard affronterà questo punto. (riproduzione riservata)
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