di Gabriele Ventura

Un ingegnere su tre è privo di polizza assicurativa sull’attività professionale. Perché costa troppo o il professionista ritiene di non averne bisogno, nonostante sia obbligatoria. È quanto emerge dall’indagine del Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri sulla «polizza per responsabilità civile e professionale».

Lo studio ha coinvolto un campione di oltre sette mila ingegneri allo scopo di comprendere a quali condizioni il Cni possa promuovere, attraverso un accordo con una compagnia assicurativa, una polizza di tipo collettivo, modulabile in termini di servizi accessori e a costi contenuti, destinata agli iscritti all’albo. Il problema principale, per gli ingegneri, è il prezzo della polizza, ovvero il premio versato annualmente, percepito come elevato: appena un terzo dei liberi professionisti ritiene infatti che il premio sia adeguato al servizio complessivo ottenuto e al livello del rischio coperto. Per la maggior parte dei professionisti, inoltre, le clausole contrattuali sono poco chiare, la capacità dell’assicuratore di personalizzare il contratto è scarsa e le informazioni relative alla polizza non sono facilmente comprensibili. Il livello di conoscenza dei contenuti esatti della polizza risulta poi estremamente basso: il 44% dichiara una conoscenza basilare delle condizioni contrattuali e il 2% non ha alcuna conoscenza a riguardo. Secondo l’indagine, inoltre, solo il 17% degli intervistati considera la polizza per rc professionale come realmente utile, mentre per quasi la metà il giudizio è fortemente negativo. Il 33% dei liberi professionisti risulta privo di polizza, per il costo eccessivamente elevato, oppure perché il singolo professionista sta riflettendo se stipularla o meno. Ancora, molti ingegneri ritengono di non dover stipulare l’assicurazione perché dichiarano di limitare contrattualmente le proprie responsabilità. Il sondaggio si è poi concentrato sulla possibilità, per il Cni, di stipulare una polizza a prezzi limitati e flessibili. L’86% si è dichiarato molto o abbastanza favorevole a questa ipotesi. Il premio atteso dagli ingegneri, secondo le stime effettuate dalla rilevazione, sarebbe pari a circa la metà di ciò che viene attualmente pagato. D’altra parte, il premio attualmente pagato rappresenta in media quasi il 4% del volume d’affari degli ingegneri. «L’indagine del nostro Centro studi», dichiara Armando Zambrano, presidente del Cni, «dimostra come persista un diffuso atteggiamento di resistenza all’assicurazione. Gli ingegneri lamentano soprattutto gli alti costi delle polizze e l’obbligo alla loro sottoscrizione è percepito come l’ennesimo balzello che grava sui liberi professionisti, già alle prese con una situazione di mercato senza precedenti. Preoccupa che circa un terzo interpellati abbia dichiarato di essere privo di polizza. Sono elementi che il nostro Consiglio nazionale dovrà tenere in seria considerazione nell’ottica della promozione di una polizza di tipo collettivo, destinata specificatamente agli ingegneri iscritti all’albo».

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