Venerdì 25 marzo si è svolto, presso la Sala Frigessi di Rattalma del Centro Direzionale Allianz di Milano, il terzo convegno organizzato da Uea sul tema del “trasferimento al sistema assicurativo dei rischi della filiera dei prodotti enogastronomici di qualità”.
L’ultimo appuntamento ha visto il coinvolgimento di tre esperti Agcs in una tavola rotonda, moderata dal Presidente Conforti, che ha tracciato un quadro delle criticità, ma anche delle potenzialità di sviluppo dell’offerta assicurativa relativa ai rischi della filiera agroalimentare

La filiera agroalimentare in Italia vale l’8,7% del Pil, genera 3,3 milioni di posti di lavoro (pari al 13,2% degli occupati) e le esportazioni crescono a velocità doppia rispetto al totale dell’export italiano. É un mondo fatto di eccellenze e di piccole storie famigliari che diventano successi globali, ma anche un mondo di rischi che, nel lungo percorso dalla terra alla tavola, possono interessare una molteplicità di soggetti e fattispecie. Proprio per questo
il piano “Uea per l’Expo”, inaugurato dall’Associazione a marzo e conclusosi venerdì scorso a Milano – sempre con il patrocinio di Expo 2015 – ha richiesto due anni di studi e ricerche che hanno coinvolto centri del sapere e mondo imprenditoriale in uno sforzo di analisi ed elaborazione condivisa dei diversi aspetti del problema.

Il fenomeno stratificato e multiforme della contraffazione, con tutte le sue implicazioni: dall’agrocriminalità al danno d’immagine, alla perdita di profitti provocata dal dilagare dell’Italian Sounding; il preciso panel di norme che regolano l’etichettatura che può provocare ritiri di prodotto su vasta scala con conseguenze economico-produttive di notevole portata; il rischio sempre più reale in un mondo globalizzato, “social” e interconnesso, legato alla reputazione di aziende che hanno impiegato anni per costruire un brand di successo – spesso in stretta assonanza con l’immagine stessa del nostro Paese – e che possono comprometterla per errori banali o per l’errata gestione di una crisi. Questi macro ambiti di criticità, rilevati dai relatori Uea Anna Fasoli, Mario Cipriano e
Giuseppe Villa hanno costituito il filo conduttore della riflessione dell’Associazione nei tre incontri organizzati a Matera, Lucca e Milano che complessivamente hanno trattato nel dettaglio, anche scientifico, microbiologico e produttivo, sei filiere: ortofrutta di qualità; grano-pasta-pane fresco e prodotti da forno; olio extravergine d’Oliva Igp; vini Doc/Docg/Igt; Parmigiano-Reggiano e formaggi Dop;salumi e insaccati Dop/Igp.

Come ha sottolineato il vicepresidente Uea Francesco Barbieri si è trattato di una sfida, culturale ed organizzativa per l’Associazione volta a richiamare da un lato l’attenzione delle Compagnie, per dare risposta alle esigenze di tutela di una colonna portante dell’economia e dall’altro degli intermediari professionali, chiamati a diventare partner strategici delle imprese qualificandosi rispetto ai competitors e valorizzando la propria funzione sociale.
Per questo, l’ultimo appuntamento ha visto il coinvolgimento di un player assicurativo altamente qualificato nella gestione dei rischi delle aziende come Allianz Global Corporate & Specialty SE che ha permesso di approfondire le criticità, ma anche le potenzialità di sviluppo dell’offerta assicurativa relativa ai rischi della filiera agroalimentare. Nella tavola rotonda moderata dal Presidente Uea Roberto Conforti – che sarà oggetto di successivi approfondimenti dedicati – è emersa proprio la necessità di creare una sinergia di intenti e un’azione coordinata tra Compagnie e intermediari fin dal primo contatto con l’azienda, attraverso la predisposizione di questionari di autovalutazione, materiale informativo specificamente dedicato all’analisi dei rischi, sopralluoghi e procedure ad hoc per le diverse filiere con l’intervento di consulenti specializzati. “Le nostre imprese – ha ribadito il presidente Conforti – hanno strutture di piccole dimensioni, fatturano qualche milione di euro, hanno pochi dipendenti e un titolare con poco tempo a disposizione e una miriade di oneri burocratici e fiscali a cui far fronte. In aggiunta a questo, il suo business si inserisce in un quadro normativo reso inconoscibile dalla ridondanza di leggi e regolamenti, per cui ha bisogno che dalle assicurazioni venga un supporto concreto, spiegazioni chiare e strumenti semplici, soluzioni spendibili e sopportabili”.