di Luigi Chiarello  

 

Rallenta il trend dei mancati pagamenti tra imprese nell’alimentare. Assieme al tessile, il food è il settore in cui gli indici dei mancati pagamenti a fine 2013 hanno frenato la corsa. E per entrambi i settori il canale export è la leva principale di crescita. In particolare, sul mercato interno alimentare, dopo le pressioni sulla liquidità aziendale generate all’entrata in vigore della direttiva pagamenti, le tensioni sugli insoluti sembrano rientrate. Restano invece problemi sulla gdo di media dimensione. A rivelarlo è il report annuale 2014 sui mancati pagamenti delle imprese italiane, che Euler Hermes presenta oggi e che ItaliaOggi è in grado di anticipare. Secondo lo studio, dopo due anni difficili, nel mercato interno del food sono in calo sia frequenza dei mancati pagamenti (-12%) sia severità (-3%), cioè l’importo medio dei debiti non onorati. L’effetto, spiega Euler Hermes «è in parte dovuto al rallentamento dei consumi, quindi delle transazioni commerciali», in parte «a una maggiore stabilizzazione dei pagamenti per l’entrata in vigore della direttiva europea sui pagamenti». Nei mercati esteri, invece, «cresce ancora la severità (+10%), sebbene sia sui livelli del pre-crisi, con un calo minimo (-3%) della frequenza».

Per il 2014 l’outlook dovrebbe, invece, essere di lieve miglioramento sul fronte della severità grazie alla ripresa dell’economia nazionale. E un ruolo non da poco potrebbero giocarlo l’ulteriore sblocco dei debiti della p.a. e l’allentamento dei parametri di accesso al credito per le imprese.

Il contesto globale. Più in generale, gli indici complessivi dei mancati pagamenti delle imprese italiane tutte a fine 2013 raccontano di una transizione. La frequenza dei mancati pagamenti, sul mercato interno, è diminuita del 18%. Percentuali simili anche sul mercato estero (-17%). Diverso trend invece per la severità. L’importo medio dei debiti non onorati dalla generalità delle imprese è aumentato sia sul mercato domestico (+9%) che per l’export (+6%). Se si analizzano poi i dati dal 2007 (anno pre-crisi) ad oggi, spiega Euler Hermes, il valore medio del debito non onorato in Italia è addirittura superiore del 78%. L’esplosione dei mancati pagamenti sulla severità sarebbe dovuto a due fenomeni: contrazione della crescita economica e credit crunch finanziario. Dopo una scrematura nella prima parte della crisi, con l’uscita di scena di molti piccoli operatori, oggi sono le aziende medio grandi a soffrire. I loro margini di resistenza si assottigliano. E la leva del credito va sempre più sotto pressione. Da un lato, spiega il report, le aziende devono fronteggiare eventuali ritardi o mancati pagamenti, dall’altro, per dare vita al business, devono far fronte agli impegni di breve termine. Come i pagamenti di materie prime e fornitori. Il tutto comporta una riduzione della liquidità che indebolisce ancora di più la situazione finanziaria aziendale.

Previsioni. Secondo Euler Hermes, dopo due anni di recessione l’Italia ha timidi segnali di ripresa sul pil che dovrebbero proseguire nel 2014 (+0,3%) e 2015 ( +0,8%). L’export sarà driver principale di crescita (+2,6%), grazie ai paesi extra Ue. L’uscita dell’Eurozona dalla recessione favorirà le esportazioni intra-Ue (pari al 53% dell’export italiano). Investimenti e consumi resteranno però in contrazione. E le imprese saranno riluttanti a investire (-0,9% nel 2015) date le difficili condizioni di finanziamento.

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