di Roberta Castellarin E Anna Messia 

Continua il trend positivo della raccolta. A settembre il risultato netto è stato di 3,1 miliardi, nonostante la flessione registrata dai fondi aperti che a sorpresa hanno perso 300 milioni (anche se da inizio anno hanno raccolto poco meno 40 miliardi). A sostenere il bilancio, come emerso dalla mappa del risparmio gestito diffusa da Assogestioni, l’associazione guidata da Domenico Siniscalco, sono state le gestioni istituzionali.

Per il risparmio gestito si tratta del nono mese consecutivo con il segno più, tanto che da gennaio l’afflusso di risparmio nel settore dei fondi e delle gestioni è stato complessivamente di 55,7 miliardi. Un bilancio indubbiamente lusinghiero, considerando che i primi nove mesi del 2013 rappresentano il miglior andamento del settore nell’ultimo decennio. Anche perché i flussi positivi di raccolta, uniti alla spinta dei mercati, hanno portato il patrimonio del settore a un nuovo record storico, a quota 1.284 miliardi, di cui 610 miliardi derivante da mandati istituzionali e 530 miliardi provenienti dai fondi aperti.

Le gestioni di portafoglio istituzionali, come detto, sono state le protagoniste del mese, con una raccolta di 3,7 miliardi. Mentre nelle gestioni collettive (-348 milioni) si sono distinti invece i fondi flessibili, in cui il gestore è libero di muoversi tra azioni e obbligazioni, che hanno raccolto oltre 1,3 miliardi. In positivo anche gli azionari (+236 milioni) e i bilanciati (+99 milioni). Mentre si sono mossi in controtendenza i fondi obbligazionari che hanno registrato un deflusso di 1,2 miliardi, anche se il loro bilancio da inizio anno resta comunque positivo per circa 13 miliardi.

Dal punto di vista delle singole società, il gruppo Generali ha ottenuto la prima posizione, con una raccolta netta positiva di 1,75 miliardi di euro, grazie in particolare al flusso delle gestioni di portafoglio istituzionali (2,1 miliardi). Bene è andato anche il gruppo Intesa Sanpaolo con un saldo netto di 893 milioni di euro. Seguito dalle Poste (497 milioni) e da Ubi (200 milioni). A riprova che i gruppi italiani hanno di nuovo guadagnato le prime posizioni in classifica.

Nell’ambito delle gestioni collettive (fondi aperti e fondi chiusi) si conferma però la dominanza dei prodotti istituiti all’estero, anche da Sgr italiane, che rappresentano circa il 70% dei prodotti aperti. (riproduzione riservata)