Per resistere alla concorrenza di conti deposito e obbligazioni ad alta remunerazione le compagnie lanciano nuovi prodotti da offrire a chi ha contratti in scadenza. Generalipunta sulla garanzia del rendimento, il gruppo Sella invece sulla cedola. E rispuntano le index linked 

di Roberta Castellarin e Paola Valentini

I conti di deposito vincolati con rendimenti che si avvicinano rapidamente al 5%, le obbligazioni di società solide come Eni (anch’esse con tassi sempre intorno al 5%) e naturalmente i Btp, che arrivano a staccare cedole anche più alte.

Questi sono i concorrenti con cui devono fare i conti. Così le polizze vita devono cambiare per attirare una liquidità sempre più contesa. Mentre numerosi prodotti sottoscritti nel passato giungono a scadenza, le compagnie devono correre ai ripari per trattenere gli investitori allettati dall’alta remunerazione di conti o bond. Come emerge anche dall’analisi condotta dalla società di consulenza Iama consulting sui nuovi prodotti assicurativi lanciati nel 2011: «C’è una moderata ripresa delle polizze index linked, delle polizze unit linked classiche e di quelle multiramo interessanti e dalla valenza più strategica», dice Roberto Casanova, responsabile della market intelligence di Iama consulting. Gli ultimi dati Ania disponibili riferiscono di un ritorno di interesse in particolare sulle polizze index linked: ad agosto i prodotti di ramo III (ovvero index e unit linked) hanno registrato 790 milioni di euro di nuovi premi, un importo in aumento per la prima volta da inizio anno (+55,9% rispetto ad agosto 2010).

Tale risultato, spiega l’Ania, è dovuto alla ripresa del collocamento di polizze index da parte di banche e Posta che nel mese di agosto hanno registrato 292 milioni di nuovi premi, mentre la nuova produzione era stata pressoché nulla nello stesso mese del 2010. Le index linked, oggi garantite direttamente dalla compagnia, rappresentano strumenti per investire in borsa ma con la garanzia del capitale. Ad esempio, guardando gli ultimi prodotti lanciati, nel caso di Bcc vita e Poste vita la performance è correlata all’indice europeo Eurostoxx 50, mentre Caam si lega agli indici S&P 500, Eurostoxx 50 e Smi e Axa Mps punta sulle borse scandinave. Certo la garanzia ha un costo, come emerge dalle simulazioni che si trovano nei prospetti di questi prodotti. Per tutti e quattro i contratti index linked la probabilità di avere un rendimento superiore a un titolo privo di rischio va dal 5, 51% nel caso di Bcc vita al 17% della polizza di Axa Mps. Inoltre i costi di caricamento applicati al memento di sottoscrizione della polizza sono tutti sopra il 5%. Mentre la durata è in media tra sei e sette anni, per cui chi sceglie queste formule resterà legato al prodotto fino al 2017 o 2018.

Hanno una scadenza simile anche le unit linked di nuova generazione che investono in titoli strutturati.

A differenza dei contratti index linked, che dopo Lehman prevedono la garanzia del capitale prestata dalla compagnia, questi contratti hanno come obiettivo la protezione del capitale, ma non danno la promessa né di rendimento minimo né di restituzione del capitale. Anche in questo caso nel prospetto informativo sono esplicitate le probabilità di rendimento del prodotto. Per le tre unit analizzate la probabilità di un rendimento superiore all’attività priva di rischio va dal 2,5% di Aviva Uniattiva al 14% di Axa MpsDynamic protection. Per quanto riguarda i costi, i caricamenti per MediolanumSynergy sono pari all’1,5%, per Axa Mps Dynamic protection il caricamento è del 3,8%, mentre per Uniattiva 2017 è dell’1%. Sempre per far concorrenza a bond bancari e titoli di Stato le compagnie puntano anche sulla cedola. Per esempio la compagnia del gruppo Banca Sella propone Cba valore cedola II, una gestione separata tradizionale che prevede lo stacco della cedola.

È una polizza tradizionale anche la nuova Più e prima di Generali, che definisce in anticipo il rendimento che si può ottenere nei primi anni. Di volta in volta Generalicomunica al sottoscrittore il rendimento che potrà ottenere l’anno successivo. Si parte da una prima rivalutazione annuale del 3,07% al lordo della fiscalità. Questa polizza, in sottoscrizione fino al 31 ottobre, è legata alla gestione separata Geval euro, un’ammiraglia del gruppo. L’accesso alle vecchie gestioni è calibrato dalle compagnie che non possono rischiare di annacquare troppo i portafogli con un eccesso di nuove adesioni. Anche se la crisi del debito potrebbe rivelarsi un’opportunità proprio per i gestori assicurativi che ormai faticavano a trovare titoli con cedole elevate e che ora possono comprare Btp che danno più del 5%.

Peraltro la crisi del debito non incide sul valore dei portafogli, che vengono calcolati al prezzo di acquisto e non in base al valore di mercato, come per i fondi comuni. Da qui la possibilità di esporre rendimenti molto competitivi rispetto ai fondi obbligazionari. Così è probabile che a fine 2011 i rendimenti delle gestioni separate delle polizze tradizionali saranno in linea a quelli del 2009-10, intorno al 4%. Senza dimenticare che queste gestioni in molti casi prevedono un rendimento minimo garantito dell’1,5-2% e che consolidano i risultati acquisiti anno dopo anno. Non è un caso che restino il prodotto di punta delle compagnie. Sempre dall’analisi Iama emerge che su 105 nuovi prodotti lanciati nel terzo trimestre, 78 siano polizze tradizionali legate alle gestioni separate.

In crescita anche le polizze multiramo. «Questi prodotti hanno al loro interno sia gestioni separate sia unit linked. Questa formula consente al sottoscrittore di passare da una all’altra gestione in regime fiscale conveniente, senza ingessare la posizione», dice Casanova. Per esempio Fondiaria Sai propone la polizza Open dinamico, le cui prestazioni sono legate in parte alle performance di un fondo interno (azionario globale) e in parte alle rivalutazioni di una gestione separata (Fonsai Re). Dal punto di vista dei rendimenti delle unit linked, in media da inizio anno il risultato medio di oltre 3 mila fondi interni è stato del negativo dell’8%. Ma c’è chi ha reso fino al 20%, come nel caso del fondo Zurich life Dws Rentenfunds Xl. (riproduzione riservata)