di Roberta Castellarin Paola Valentini

Adusbef, l’associazione a tutela dei risparmiatori, va all’attacco dei fondi comuni venduti dalle banche. Il senatore dell’Idv Elio Lannutti ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere conto della raccolta in rosso del risparmio gestito italiano, degli elevati costi dei fondi comuni e dell’eccessiva presenza delle banche all’interno di tale industria.

In particolare, Lannutti cita dati di Mediobanca e Banca d’Italia per mettere in luce gli scarsi rendimenti dei prodotti del risparmio gestito e la loro onerosità. «Negli ultimi dieci anni, secondo il calcolo di Mediobanca, i fondi comuni d’investimento hanno avuto un rendimento inferiore rispetto ai semplici Bot a 12 mesi, generando una perdita di rendimento pari al 29%. Per non parlare degli investimenti in Btp, che hanno tassi e rendimenti più elevati dei Bot. La stessa Mediobanca ha calcolato che negli ultimi sette anni sono stati distrutti oltre 75 miliardi di risparmi degli italiani, mentre in merito al confronto tra i risultati dei singoli fondi rispetto ai benchmark, l’80% dei gestori ha fatto peggio, o molto peggio, del benchmark prefissato», sottolinea Lannutti. Il quale punta il dito anche contro polizze e obbligazioni collocati dalle banche. Il senatore chiede «quali misure urgenti il governo intende attivare per tutelare i risparmiatori titolari di prodotti finanziari. Bond bancari, fondi e polizze Vita, che ammontano a circa 953 miliardi di euro, sono continuamente messi a repentaglio dall’avidità dei gestori, i quali, come dimostrato dal rapporto di Mediobanca, hanno l’unica finalità di distruggere valore e con esso il sudato risparmio delle famiglie e degli investitori, conseguendo sulla loro pelle lauti guadagni per se stessi e per le banche di riferimento», attacca Lannutti. Il quale pone domande anche sul peso delle banche nell’industria dei fondi, sul livello delle commissioni e sulle strategie per corre ai ripari dalla mala gestione. Il ministero dell’Economia nella risposta a Lannutti dice che si sta impegnando nel recepimento della direttiva Ucits IV per migliore la concorrenza tra i fondi e riepiloga tutti gli interventi messi in campo negli ultimi anni da Consob e Banca d’Italia, anche consultando le associazioni di categoria. In particolare, il Tesoro si sofferma sull’importanza che potrà assumere la dematerializzazione delle quote dei fondi per il cui lancio è stata fissata la data del 2012, dopo che lo scorso marzo le associazioni Abi, Assogestioni, Assoreti, Assosim e Anasf hanno consegnato alla Consob le linee guida e un piano di implementazione per l’adozione degli standard. «Dall’implementazione del suddetto piano ci si attende un incremento dell’efficienza dell’industria sia in termini di rifocalizzazione dell’attività delle sgr sull’attività di gestione anziché sul back-office sia con il conseguimento di una maggiore apertura dei canali distributivi, dal momento che tutti i partecipanti al processo di distribuzione dei fondi saranno in grado di comunicare tramite il medesimo linguaggio a prescindere dal gruppo di appartenenza», si legge nella risposta del ministero. (riproduzione riservata)