Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Dopo settimane di trattative, rinvii e tensioni politiche, la Commissione Europea ha finalmente varato la rimodulazione delle regole sull’auto, intervenendo sul nodo centrale del 2035. L’obiettivo non viene formalmente cancellato, ma profondamente rivisto: il divieto totale di vendita dei veicoli con motore termico lascia spazio a un impianto più flessibile, che introduce deroghe, crediti compensativi e un’apertura esplicita a carburanti sostenibili. Una svolta che segna un cambio di passo rispetto all’impostazione originaria del «tutto elettrico». Il punto chiave riguarda il target sulle emissioni di Co2: per auto e furgoni, al 2035 non sarà più richiesto lo «zero emissioni», ma una riduzione del 90% delle emissioni allo scarico. Il restante 10% potrà essere compensato attraverso un sistema di crediti, ottenibili grazie all’utilizzo di carburanti rinnovabili sostenibili – come biocarburanti ed e-fuels – oppure con l’impiego di materiali industriali a basse emissioni, come l’acciaio prodotto nell’Ue. Come ha chiarito la stessa Commissione questo significa che «anche oltre il 2035 potranno continuare a svolgere un ruolo i veicoli ibridi plug-in, i range extender, i mild hybrid e, in parte, le auto con motore a combustione interna, accanto a elettrico puro e idrogeno».
Nelle bozze della manovra c’è un provvedimento utile per la previdenza complementare che alza i limiti massimi di investimento in fondi alternativi (Fia), in particolare per i fondi infrastrutturali. A sottolinearlo è stato Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, a margine dell’assemblea annuale dell’associazione, centro tecnico di previdenza e assistenza complementare.
Il via libera dell’Ivass alla nomina di Giulio Terzariol a direttore generale e deputy ceo di Generali è atteso a gennaio prossimo e subito dopo potrebbe partire a cascata una riorganizzazione della squadra manageriale del gruppo guidato dal ceo Philippe Donnet. La nomina di Terzariol, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sarebbe infatti solo il primo passo di un riassetto della squadra che Donnet è solito fare con cadenza quasi biennale. L’ultima era stata ad aprile 2024 e aveva portato alla chiamata di Terzariol come ceo insurance. Questa volta da definire con precisione c’è, prima di tutto, il perimetro delle deleghe del direttore generale che, secondo quando deciso dal consiglio di amministrazione in ottobre, avrà la responsabilità di tutte le business unit assicurative di Generali, oltre che la supervisione di Banca Generali. C’è da capire, per esempio, come si coordineranno con quelle del general manager Marco Sesana che, oltre alla responsibilità del vita e del danni, oggi ha anche la delega su investimenti e tecnologia. Lo scenario resta in divenire, con l’indagine della procura di Milano sulla scalata di Montepaschi a Mediobanca (che a cascata detiene il 12,8% di Trieste), avviata nelle scorse settimane, che ha inevitabilmente avuto effetti indiretti.
L’insurtech Yolo rivede il piano industriale, con stime più conservative, si prepara a valorizzare la sua piattaforma tecnologica (mantenendo una quota) e chiama un aumento di capitale da 6 milioni di euro dopo quello da circa 7 milioni chiuso lo scorso anno. La società quotata su Euronext Growth Milan, partecipata tra le altre da Generali Italia, Neva sgr (Intesa Sanpaolo) e Primo Ventures ha deciso di puntare sulla crescita organica e inorganica dell’attività di broker assicurativo digitale; mentre, come detto, è in programma la valorizzazione della business line tech services, con individuazione di un partner strategico. Terzo punto sarà il programma razionalizzazione e ottimizzazione della struttura dei costi.

Nel 2025 il mercato assicurativo italiano si conferma in crescita in entrambi i comparti principali, vita e danni. Secondo le proiezioni ANIA, la raccolta premi complessiva del settore dovrebbe superare i 160 miliardi di euro, con un’incidenza sul prodotto interno lordo pari al 7,3 per cento, in aumento rispetto al 6,9 per cento del 2024.Il comparto vita continua a rappresentare la quota prevalente del mercato, mentre il ramo danni beneficia della ripresa dei consumi, della diffusione delle coperture sanitarie e della maggiore attenzione ai rischi climatici e tecnologici. Nel primo trimestre del 2025 i premi contabilizzati nel ramo vita hanno raggiunto 32,1 miliardi di euro, con una crescita del 16,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024.
Nei primi nove mesi dell’anno crescono le erogazioni di credito alle famiglie italiane, favorita dall’inversione di tendenza delle politiche monetarie. Cresce il credito al consumo, sostenuto dai prestiti personali e dalla cessione del quinto dello stipendio/pensione. E’ quanto emerge da un’analisi di Assofin, Crif e Prometeia.
Paccotto di Natale in arrivo a lavoratori e lavoratrici sessantenni: il riscatto contributivo della laurea non sarà più pienamente utile per andare in pensione. A partire dall’anno 2031, infatti, (proprio in prossimità dell’età per la pensione), i contributi versati, spesso a peso d’oro, per trasformare gli anni di studio in anzianità contributiva saranno validi unicamente ai fini della misura della pensione, ma non più per il diritto al pensionamento. La novità riguarda soltanto la pensione anticipata per la quale, inoltre, è prevista un ulteriore irrigidimento della finestra di uscita: dal 2032 aumenteranno i mesi di attesa tra maturazione dei requisiti e decorrenza della pensione: un mese in più, quindi 4 in totale, negli anni 2032 e 2033; un altro mese in più (quindi 5 in totale) per il 2034; un ultimo mese ancora (6 in totale) a partire dal 2035. Lo prevede un emendamento del governo al disegno di legge di bilancio 2026.
Tfr e previdenza integrativa «statalizzati». A gennaio scatterà l’obbligo di versare il Trattamento di fine rapporto al Fondo di tesoreria Inps per tutte le aziende con almeno 50 dipendenti, anche se raggiungono il limite dopo il primo anno di attività. Da luglio, inoltre, i lavoratori di prima assunzione saranno automaticamente iscritti alla previdenza complementare, con 60 giorni di tempo per la rinuncia; idem per gli altri lavoratori (non di prima assunzione), con riferimento ai quali i datori di lavoro dovranno prendersi cura di informarli e di verificare la scelta in merito alla previdenza integrativa. Lo prevede un emendamento del governo al ddl di bilancio 2026
Possibilità per gli hotel di ottenere in concessione spazi pubblici per la sosta dei veicoli dei clienti. Trasporto di animali vivi effettuabile anche con i rimorchi per il trasporto di cose. Segnalazione dei veicoli rubati nell’archivio nazionale ANV, con relativo blocco in attesa della perdita di possesso o della cessazione dei veicolo. Sono queste le principali novità in materia di circolazione stradale previste dalla legge semplificazioni n. 182 del 2 dicembre 2025 (Gazzetta Ufficiale n. 281 del 3 dicembre), in vigore dal 18 dicembre.

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Il parco veicoli venduto da una casa auto entro il 2035 dovrà generare il 90% in meno di emissioni di anidride carbonica allo scarico. Perché ciò si realizzi, è necessario che le emissioni medie dei veicoli siano intorno agli 11 grammi di CO2 per km. Un veicolo Phev (ibrido plug in) emette circa 20-25 grammi di CO2 a km. Insomma, secondo le prime stime, nel 2035 almeno l’80-85% delle vendite dovrebbe in ogni caso riguardare le elettriche. Da notare: in teoria anche le auto a benzina o diesel non sono vietate. Ma essendo che un’auto a benzina può emettere oltre 100 g di CO2 a chilometro, si sforerebbe velocemente il massimo delle emissioni concesse.  L’apertura, oltre che alle ibride, alle auto alimentate con biocarburanti su cui l’Italia puntava molto sarà di certo bene accolta (Eni ha tre bioraffinerie a Porto Marghera, Gela e Livorno). Ma non è scontato che basti. Il board di Anfia, l’associazione dei componentisti, si riunirà oggi per valutare le nuove misure.

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Dalle compagnie assicurative arriverà un contributo aggiuntivo di 1,3 miliardi sull’anno prossimo che si aggiunge agli aumenti delle aliquote Irap e Ires che li accomuna alle banche. La novità è l’introduzione di un meccanismo di versamento, entro il 16 novembre di ogni anno, di un acconto pari all’85% del contributo sul premio delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti dovuto per l’anno precedente. In questo caso non si tratta di un aumento della tassazioni quanto di un anticipo: «L’acconto versato in un determinato anno può essere scomputato, a partire dal successivo mese di febbraio, dai versamenti da eseguire nell’annualità successiva», si legge nell’emendamento. «La previsione genera un maggior gettito positivo derivante dalla quota del predetto contributo per il solo 2026», si spiega. Dal 2027, il nuovo meccanismo «andrebbe a regime senza generare un maggior gettito»

Doppia stretta per le uscite con la pensione anticipata. Due misure impattano sui lavoratori che maturano i requisiti per il pensionamento anticipato a partire dal 1° gennaio 2031 che hanno riscattato (o intendono riscattare) la laurea: si introduce con un meccanismo di décalage la riduzione progressiva dei periodi di riscatto dei corsi universitari ai fini del raggiungimento dell’anzianità contributiva, insieme a nuove finestre, ovvero a periodi che devono trascorrere tra la maturazione del requisito e la decorrenza della pensione. L’emendamento del governo prevede che per il conseguimento dei requisiti pensionistici, dall’anzianità contributiva riscattata si cancellano sei mesi per i soggetti che maturano i requisiti nel 2031, dodici mesi per i soggetti che maturano i requisiti nel 2032, diciotto mesi nel 2033, ventiquattro mesi nel 2034 e trenta mesi dal 2035. Non solo i contributi della laurea validamente riscattati, con un consistente costo economico a carico del lavoratore, vengono “tagliati” retroattivamente, ma si allungano anche le “finestre” prima di ottenere l’assegno previdenziale: il trattamento pensionistico si prevede decorrerà trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi se sono maturati entro il 31 dicembre 2031, dopo 4 mesi se i requisiti si maturano negli anni 2032–2033, dopo 5 mesi dal 2034, dopo 6 mesi dal 2035.
Danni da movida nel quartiere Lazzaretto-Melzo a Milano. Con una maxi multa per complessivi 250mila euro da corrispondere ai residenti, interessi compresi, la sentenza del Tribunale di Milano 9566/2025 si allinea alle precedenti di Torino, Como, Napoli e condanna il Comune ad intervenire. «La cosiddetta movida – si legge – comportava, il deprezzamento delle unità immobiliari, il danneggiamento degli stabili del quartiere e delle autovetture posteggiate, nonché una generale situazione di degrado e insicurezza, come più volte segnalato al Comune, senza, tuttavia, ottenere alcun riscontro». Sulla base di ciò, è stato quantificato equitativamente il danno patito da ciascun residente 50 euro a notte, da moltiplicarsi per cinque sere a settimana a far data dal 2016, con scomputo di sei mesi coincidenti con la durata del lockdown totale causa Covid, oltre a interessi e rivalutazione monetaria per complessivi 4.700 euro a residente. Fissata una somma di denaro per l’eventuale ritardo nell’esecuzione del provvedimento, mentre il Comune prepara il ricorso.
Anche in assenza di una condotta qualificabile come mobbing per la mancanza di un intento persecutorio unificante i singoli comportamenti lesivi, può comunque aversi una violazione dell’articolo 2087 del Codice civile qualora il datore di lavoro «consenta, anche colposamente, il mantenersi di un ambiente stressogeno». Lo ha ribadito la Cassazione, con ordinanza 31367/2025, in relazione a una fattispecie in cui una lavoratrice aveva denunciato comportamenti vessatori e mobbizzanti, lamentando conseguenze sulla propria salute psicofisica e chiedendo, conseguentemente, il risarcimento del danno.
Gli assicuratori in Germania sostengono l’introduzione di un prodotto standard per la pensione privata proposto dal Governo Federale. “È fondamentale creare la strada a una maggiore copertura del capitale nella pensione”, ha dichiarato Jörg Asmussen, Amministratore Delegato dell’Associazione Tedesca delle Assicurazioni (GDV), in un’intervista con Handelsblatt. Con solo il 13,7 percento, la Germania è ben al di sotto della media rispetto ai paesi industrializzati dell’OCSE. Tuttavia, la proposta di riforma per la fornitura di pensioni private, che passerà al gabinetto mercoledì prossimo, deve anche creare condizioni competitive eque tra i fornitori, ha continuato Asmussen. Gli assicuratori si sentono svantaggiati dal cosiddetto dovere di consigliare le banche. La riforma prevede l’ampliamento della gamma di prodotti sovvenzionati per includere contratti con garanzia ridotta. Inoltre, devono essere integrati i conti di custodia pensionistica e un prodotto standard conveniente. Oltre a una pensione a vita, i clienti dovrebbero anche poter optare per un piano di pagamento. Inoltre, il sistema di finanziamento deve essere semplificato.