Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Quattro investitori italiani su cinque ritengono che i propri portafogli cresceranno anche nel 2026. È quanto rivela l’ultimo Retail Investor Beat (Rib), il sondaggio condotto dalla piattaforma di trading eToro con l’agenzia Opinium. Su un campione di mille investitori retail italiani emerge la diffusa aspettativa per il prossimo anno di un mercato ancora “bullish”, ossia in crescita. Per il 51% il rally delle borse proseguirà. Un ottimismo che contagia soprattutto i più giovani con il 65% dei Gen Z (18-27 anni) e il 57% dei millennials (28-43). Tra gli investitori non mancano, tuttavia, le paure: le cause di rischio più temute sono l’instabilità geopolitica (temuta dal 45% degli intervistati), l’incertezza politica (34%), un potenziale rallentamento economico (28%) e l’inflazione (27%).

Lo Stato si rifà sul Comune per l’omissione compiuta dal funzionario dell’ente locale che si risolve in un reato. Per il fatto penalmente illecito commesso dalla persona fisica che appartiene all’amministrazione sussiste la responsabilità diretta di quest’ultima ai sensi dell’articolo 2043 Cc: l’immedesimazione organica della persona fisica con l’ente, infatti, si configura non soltanto di fronte a un formale provvedimento amministrativo ma anche quando è stato omesso in modo illegittimo l’esercizio del potere autoritativo. E ciò perché non esercitare il potere non costituisce un contegno meramente materiale della persona fisica ma un’azione amministrativa illegittima se quel potere doveva essere esercitato. Così la Corte di cassazione civile, sez. terza, nell’ordinanza n. 32071 del 10/12/2025, che si pronuncia su una controversia connessa all’alluvione che nel 1998 ha colpito Sarno, comune in provincia di Salerno.
Mini stangata sull’Rcauto, arriva l’aliquota del 12.5% per la polizza infortuni al conducente. Il regime di attrazione si applicherà solo per il futuro ma ritocca in alto l’aliquota che secondo le imprese di assicurazioni doveva scontare un 2%. Sempre in tema di assicurazioni arriva una norma che sterilizza le minusvalenze per due anni per le assicurazioni, comportando un minor aggravio di imposte alle società assicurative. Confermato l’aumento della Tobin tax però con un meccanismo incrementale dallo 0,2% si passerebbe poi allo 0.3%, allo 0.35% per arrivare al termine del percorso allo 0.4% determinando un raddoppio di aliquota. Per quanto riguarda l’Rcauto ci sono stati degli accertamenti, schemi d’atto da parte dell’Agenzia, sull’aliquota da applicare alla polizia infortuni al conducente. Il punto di vista delle assicurazioni è sempre stato che la polizia infortuni al conducente è una polizza infortuni, comportando l’applicazione dell’aliquota prevista per il ramo infortuni del 2,5%. Di diverso avviso l’Agenzia che ha contestato questa impostazione, applicando il principio dell’ attrazione prevedendo l’aliquota del 12,5% anche in questo caso per l’Rcauto. La norma interpretativa in arrivo si pone l’obiettivo di fare chiarezza e interviene solo per il futuro con l’aliquota del 12,5%, facendo salve così le applicazione di una aliquota più bassa e fornendo anche una chiave di lettura dei contenziosi in corso.
Governo al lavoro per sostenere le imprese di minori dimensioni con interventi sul fronte degli oneri e delle agevolazioni per l’accesso al credito. Questa volta l’azione dell’esecutivo si concentra sulla proroga degli obblighi di sottoscrizione delle assicurazioni contro i disastri ambientali (polizze catastrofali) da parte di alcune categorie di micro e piccole imprese e delle imprese ittiche, nonché sull’ulterior\e allungamento fino al 2026 della possibilità di rilascio delle garanzie fino a cinque milioni di euro per ciascuna impresa da parte del Fondo pmi (in pratica si tratta della stessa misura agevolativa che opera fin dai tempi del Covid). È quanto prevede la bozza di decreto legge di proroga dei termini, su cui l’esecutivo sta lavorando in vista del prossimo Consiglio dei ministri. Il termine ultimo per sottoscrivere obbligatoriamente le polizze catastrofali da parte delle imprese dell’acquacoltura e della pesca era stato fissato per il 31 dicembre 2025 dall’art. 1 del d.l. 39/2025. Con la bozza di decreto legge di proroga tale termine viene fatto slittare al 31 dicembre 2026. Stesso termine (31/12/2026 anziché il 31/12/2025) è stato indicato dal legislatore per quanto riguarda la stipula di contratti assicurativi per rischi catastrofali da parte delle piccole e micro imprese, con specifico riferimento agli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (di cui dall’art. 5 della legge 287/1991) e alle imprese turistico ricettive (il cui termine del 31 dicembre 2025 era stato previsto dall’art. 1, comma 1, lettera b), del decreto legge n. 39/2025, convertito dalla legge 78/2025). Le strutture ricettive all’aperto potranno effettuare gli aggiornamenti catastali dei fabbricati entro il 15 dicembre 206 (anziché 15 dicembre 2025)
Sicurezza lavoro anche nello spazio cibernetico. Chi si occupa di hardware, software, utenti, dati e relazioni logiche, infatti, avrà propri diritti e doveri da rispettare per la sicurezza sul lavoro. Lo prevede il ddl di conversione del Decreto Sicurezza (dl n. 159/2025), che ha incassato ieri la fiducia del Senato con 92 voti favorevoli, 62 contrari e 2 astensioni, arruolando l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) nel campo di applicazione del Tu sicurezza (dlgs n. 81/2008). Tra le altre novità, la previsione di una sanzione a carico di datore di lavoro e dirigente in caso di omessa dotazione ai dipendenti del nuovo badge elettronico (da 100 a 500 euro per lavoratore); il rafforzamento della «convenzione» per favorire le assunzioni di disabili (sarà utilizzabile anche dagli enti del Terzo settore e per la copertura fino al 60%, oggi 10%, della quota d’obbligo)
Aliquote contributive disomogenee, possibilità di ricongiunzione tra gestioni previdenziali diverse e necessità di incrementare le risorse finanziarie a sostegno della riforma. Questi sono alcuni dei temi emersi durante le audizioni sulle proposte di legge, in materia di welfare dei professionisti iscritti alla Gestione separata Inps (C. 2261 Cnel e C. 2626 Gribaudo), svolte ieri presso la Commissione Lavoro della Camera
Arriva la proroga di un anno della sospensione del vincolo di esclusività. Come annunciato dal ministro della salute Orazio Schillaci alla Camera lo scorso 19 novembre (si veda ItaliaOggi del 20 novembre), viene quindi confermato lo stop al divieto di svolgere la libera professione per gli operatori del Ssn. È quanto previsto dalla bozza del cosiddetto decreto Milleproroghe, anticipata da ItaliaOggi. Il testo, quindi, rimanda di un anno il ritorno del vincolo di esclusività. Si tratta del divieto di porre in essere attività libero-professionali per i soggetti occupati nel Ssn. Il vincolo era stato sospeso dal vecchio decreto Bollette (dl 34/2023), modificando il dl 127/2021. Ora interviene una nuova modifica, visto che la bozza del Milleproroghe sancisce che: «all’articolo 3-quater, comma 1, del dl 21 settembre 2021, n. 127… concernente il regime delle incompatibilità degli operatori delle professioni sanitarie di cui all’articolo 1 della legge 1° febbraio 2006, n. 43, appartenenti al personale del comparto sanità, le parole “Fino al 31 dicembre 2025” sono sostituite dalle seguenti: “Fino al 31 dicembre 2026”». Un’altra modifica riguarda la responsabilità dei professionisti, il cosiddetto scudo penale. Anch’esso, in scadenza il 31 dicembre, varrà ancora – almeno – per un anno. Precisamente, si parla di limitazione della responsabilità penale degli esercenti una professione sanitaria in situazioni di grave carenza del personale. Una misura che, in realtà, è già presente nella legge delega per la riforma delle professioni sanitarie, la quale ha iniziato oggi il suo iter in Parlamento. Tuttavia, la delega non sarà approvata prima del 31 dicembre e, quindi, c’era la necessità di prorogare la misura.

Il settore dei velivoli a controllo remoto in Italia è più che mai vivo. Lo dicono anche i “grandi eventi” dedicati al tema, come la recente Roma Drone Conference, in cui si è fatto il punto sul mercato degli Unmanned Aerial Systems (Uas) e dell’Innovative Air Mobility (Iam), o la prossima edizione di Dronitaly in programma il prossimo marzo a Bologna, fra i cui temi chiave spicca l’uso dei droni professionali per uso civile in alcuni settori verticali (logistica, vigilanza, agricoltura e cantieristica). Proprio in occasione dell’evento romano di inizio novembre è stato presentato uno studio di PwC Strategy & Italy che stima il mercato dell’Advanced Air Mobility nel suo complesso – fra apparecchi consumer e professionali, software, infrastrutture e investimenti in R&D – in 597 milioni di euro, rispetto ai 503 milioni del 2024, ipotizzandone l’ulteriore crescita a 1,46 miliardi di euro nel 2030 (con un tasso composito annuo del 19%). La crescita è generalizzata fra i vari segmenti e il trasporto passeggeri è quello dalla dinamica più importante, con un giro d’affari stimato di 366 milioni fra cinque anni, rispetto ai 37 milioni (tutti legati alle infrastrutture) previsti per il 2025. A sostenere questo boom sarà l’entrata in servizio dei velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticali (i cosiddetti eVtol, Vertical Take-Off and Landing) e dalla progressiva messa a regime delle reti infrastrutturali per gli air taxi previste nel prossimo biennio lungo le principali direttrici metropolitane e aeroporto-città, in particolare a Roma, Milano e Venezia. Corre a ritmi veloci anche il trasporto merci, che dovrebbe scalare oltre quota 284 milioni di euro previsti al 2030 rispetto agli 84 milioni attuali, spinto da iniziative di player nazionali e internazionali (vedi Amazon Prime Air) e dalla presenza di aziende pubbliche.
Anche i primi giorni di dicembre hanno confermato come i droni siano un elemento ormai imprescindibile nelle missioni di guerra, in Europa come nel resto del mondo. Entrati in scena nel conflitto russo ucraino a inizio 2023, questi velivoli intelligenti a basso costo alimentano un balletto di cifre (su scala di milioni) sul conto di chi ha prodotto negli ultimi 24 mesi più apparecchi da combattimento Fpv, acronimo di First person view, ovvero visuale in prima persona. C’è però un’altra faccia del “fenomeno droni” ed è quella del loro utilizzo in ambito civile, a cui guarda con estremo interesse anche il nostro legislatore. Con la recente approvazione in Senato del Ddl Semplificazioni, l’Italia introduce infatti una sperimentazione triennale sull’uso di questi velivoli per i trattamenti fitosanitari, aprendo la strada a un modello di agricoltura di precisione che si presume possa essere più efficiente e sostenibile, oltre che sicuro, rispetto agli interventi operati con aerei ed elicotteri. Nello specifico si parla di attività che comprendono la mappatura dei terreni e la concimazione mirata con minore dispersione anche in contesti complessi come vigneti e oliveti collinari e che dovrebbero avere ricadute concrete in termini di ottimizzazione delle risorse, riduzione degli impatti ambientali e, non in ultimo, sviluppo di nuove professionalità. Si stimano, in tal senso, oltre 5mila figure specializzate necessarie nei prossimi anni, con il “dronista agricolo” eletto fra i profili chiave.
Il fintech ha contribuito a trasformare il modo di fare banca, ha digitalizzato e accelerato l’innovazione nei servizi finanziari, è ormai una componente integrata del sistema finanziario. Ma non per questo ha esaurito il suo ruolo: resta da completare una trasformazione culturale, sfruttando le potenzialità tecnologiche per coprire quei bisogni di utenti ancora oggi insoddisfatti. È un quadro a luci e ombre quello che emerge dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, che fotografa un ecosistema italiano in consolidamento: le startup del settore sono diminuite da 596 a 485 nell’ultimo anno, ma «non siamo di fronte a una crisi congiunturale, bensì all’affermazione di un trend strutturale: il mercato sta maturando e diventando più esigente. Il consolidamento premia la qualità e la focalizzazione dell’offerta: sul mercato operano meno attori, ma mediamente più profittevoli e con ricavi più elevati», afferma il report. L’evoluzione emerge dai dati: il 46% delle realtà ha raggiunto il break-even, accompagnato da ricavi in crescita: il fatturato medio sale a 700mila euro dai 500mila del 2024.
I giovani italiani – come d’altronde gli adulti – non brillano per educazione finanziaria, ma le cose non vanno certo meglio al capitolo educazione assicurativa. Com’è noto, l’Italia è un Paese sottoassicurato: i premi assicurativi versati (esclusa l’Rca auto, dati Ania) corrispondono solo all’1,1% del Pil, contro un l’1,7% della Germania, il 3,8% della Francia o il 6,2% dei Paesi Bassi. Effetto di una sottovalutazione della gestione dei rischi e a sua volta specchio di un deficit di competenze in materia: il terzo Rapporto Edufin Index (Osservatorio di Alleanza Assicurazioni, Fondazione Gasbarri e Sda Bocconi), che analizza le competenze finanziarie ed assicurative dei nostri connazionali, registra come il punteggio dei giovani italiani under 25 non superi quota 49/100, sette punti sotto gli adulti.
Dai tour nelle scuole, con lezioni in presenza teoriche e prove pratiche tenute da piloti professionisti e con il supporto dei simulatori di guida, ai docenti ambasciatori della cultura assicurativa in classe, fino ad arrivare ai programmi per promuovere stili di vita sani, partendo proprio dai giovani, e di contrasto alla ludopatia. Sono solo alcune delle decine di iniziative messe in campo dalla Fondazione Ania, guidata da Maria Bianca Farina, rivolte ai ragazzi; per creare, come ci racconta lei stessa, «una cultura della consapevolezza. Il 2025 – ha spiegato Farina – è stato un anno importante, abbiamo confermato il nostro denominatore comune: formare, prevenire e proteggere. Con una grande attenzione ai giovani nelle scuole perché si fa prevenzione solo se si crea una solida alleanza tra le generazioni».
Munich Re vuole continuare ad aumentare i profitti nei prossimi anni e trasferire la maggior parte di essi agli azionisti. Si prevede che l’utile per azione aumenterà in media di oltre l’otto percento all’anno fino al 2030, ha annunciato mercoledì il riassicuratore. L’80 percento dell’utile doveva essere distribuito agli azionisti tramite dividendi e riacquisti azionari, con un rapporto di solvibilità superiore al 200 percento. Per il prossimo anno, Munich Re punta a un utile netto di 6,3 miliardi di euro. Si tratta di 300 milioni in più rispetto all’obiettivo per il 2025, ma 50 milioni in meno rispetto agli analisti previsti. I ricavi assicurativi dovrebbero salire a 64 miliardi di euro, due miliardi in più rispetto alla media delle previsioni degli analisti.