Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

logo_mf

A Piazza Affari quella di ieri sarà ricordata come la giornata delle Generali. In un martedì di mercato di per sé molto positivo per risparmio gestito e assicurazioni la compagnia triestina guidata da Philippe Donnet si è messa in un luce con un rally del 3%: la quinta miglior performance da inizio anno (e la migliore da aprile), che le ha permesso di superare lo storico traguardo dei 35 euro per azione. L’ultima volta che le azioni Generali avevano visto questo valore era stato all’inizio del 2001. Il traguardo borsistico arriva peraltro in una fase molto calda della storia recente del gruppo, preda ambita nelle partite del risiko bancario che hanno portato all’acquisizione di Mediobanca – che della compagnia è primo azionista con una quota del 13,2% – da parte di Mps (quindi dei soci forti Francesco Milleri e Francesco Gaetano Caltagirone). Una scalata oggi sotto i riflettori anche della Procura di Milano. La Delfin della famiglia Del Vecchio (guidata da Milleri) e Caltagirone sono anche azionisti di peso diretti della compagnia, della quale detengono rispettivamente il 10,05% e il 6,28%. A trainare la performance è stato anche un report sul settore assicurativo redatto da Kbw, che ha alzato il giudizio sul Leone ad outperform (dal precedente market perform) con prezzo obiettivo a 37 euro per azione. Il che implica, ai corsi attuali, un potenziale di apprezzamento ulteriore del 5,5%. Gli esperti segnalano che tra le big assicurative Generali è la compagnia più orientata sulle agenzie e sul retail, il che rappresenta un punto di forza poiché il gruppo «beneficia dei vantaggi presenti in questi settori, evitando al contempo i rischi in altri rami, quali ad esempio il brokeraggio».
Nei giorni in cui Helvetia ha completato l’integrazione con Baloise, quasi raddoppiando il giro d’affari a 20 miliardi di franchi e il numero clienti a 13 milioni, la compagnia elvetica presenta il nuovo piano strategico sull’Italia. «Aumenteremo la produttività contribuendo a colmare il gap di protezione assicurativa che da sempre caratterizza l’Italia rispetto ad altri mercati europei, metteremo la nostra rete di agenti al centro, lavorando anche con broker e banche, e spingeremo sulla tecnologia», anticipa a MF-Milano Finanza Robert Gauci. Il ceo di Helvetia Italia, dopo una carriera internazionale nel mondo assicurativo (tra le altre cose è stato ceo di Axa in repubblica Ceca e Slovacchia) da luglio è amministratore delegato di Helvetia in Italia. In questi mesi ha lavorato alla messa a punto della nuova strategia, che proietta la compagnia a cinque anni partendo da premi 2024 di circa 900 milioni e da un utile complessivo di circa 27 milioni, che oggi presenterà all’intera squadra.
Raccolte di novembre a due velocità per Banca Generali, Azimut e Anima (sgr priva di una sua rete di distribuzione). La banca del Leone ha archiviato il mese con una raccolta netta di 649 milioni di euro, in crescita del 27% rispetto allo scorso anno. In questo modo l’istituto guidato dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa ha superato il tetto dei 6 miliardi da inizio anno.

Cadono la multa e il taglio dei punti patente se manca la prova che l’autovelox è stato sottoposto alla taratura annuale presso un centro autorizzato da Accredia o da organismi firmatari di accordi a livello internazionale. Se infatti l’automobilista sanzionato contesta il funzionamento dello strumento, deve essere la pubblica amministrazione a dimostrare che il dispositivo è stato sottoposto sia alle verifiche periodiche previste dalla sentenza costituzionale del 18/06/2015 n. 113 sia all’omologazione (che, ribadisce la Suprema corte, non è affatto equipollente alla mera autorizzazione dell’apparecchio). Non basta l’attestazione nel verbale di polizia, che sul punto non fa fede fino a querela di falso. Così la Cassazione civile, sez. seconda, nell’ordinanza n. 31876 del 06/12/2025.
Incentivi e riconoscimenti professionali per mantenere in servizio il personale sanitario. Una regolamentazione dei tempi di permanenza minima obbligatoria di medici e altri operatori presso strutture ubicate in zone svantaggiate. Riordino e razionalizzazione delle forme di lavoro flessibile per gli specializzandi nel Ssn. Inoltre, lo scudo penale, nuovi criteri per la definizione dei fabbisogni, la valorizzazione delle specializzazioni più in difficoltà, lo sviluppo delle competenze dei professionisti, un sistema nazionale di certificazione delle competenze e una strategia per l’uso dell’IA nella medicina. Il tutto, però, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Queste le principali novità della legge delega di riforma delle professioni sanitarie, presentata dal ministro della salute Orazio Schillaci e approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 settembre. Oggi, la commissione affari sociali della Camera inizierà l’esame del provvedimento. Lo scudo penale. Il capo II affronta le responsabilità professionali. La legge punta a sostituire l’articolo 590 sexies del codice penale, prevedendo che, quando l’esercente la professione sanitaria si attiene alle raccomandazioni delle linee guida o alle buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che siano adeguate alle specificità del caso, «è punibile solo per colpa grave». La delega introduce anche l’articolo 590 septies, che elenca i parametri che il giudice deve considerare nel valutare la colpa, tra cui la scarsità delle risorse umane disponibili. Gli stessi parametri vengono estesi, inoltre, anche alla sede civile
Due sessioni di esame nel 2026 per iscriversi nelle sezioni A o B del Registro unico degli intermediari assicurativi. Potranno partecipare alla seconda sessione anche coloro che non hanno superato la prima. In quest’ottica, viene pubblicato il database dei quesiti (oltre 2 mila), con le relative risposte, da cui d’ora in avanti saranno estratte le domande della prova di idoneità. A comunicarlo ieri l’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni.
Nella causa per responsabilità sanitaria scatta il danno parentale al coniuge superstite anche se era separato di fatto dalla vittima. Al danneggiato basta allegare l’esistenza del matrimonio nella domanda di risarcimento della perdita, mentre spetta all’ azienda sanitaria provare che il rapporto affettivo fra i coniugi non sussistesse o fosse comunque attenuato. Pesano la durata del matrimonio, oltre che quella della separazione, e il fatto che la coppia abbia avuto figli. Così la Cassazione civile, sez. terza, nell’ordinanza n. 31373, sezione Terza del 01-12-2025.
Non conviene utilizzare le telecamere comunali per immortalare il dipendente infedele se prima l’impianto non è stato ben regolato lato privacy. Perché il rischio di incorrere in pesanti sanzioni è sempre dietro l’angolo. Lo ha evidenziato il Garante privacy con il provvedimento n. 628 del 23 ottobre 2025. Il collegio contesta al comune due condotte. L’uso disinvolto delle telecamere sulle strade e il loro impiego, diretto e indiretto, per seguire una dipendente fino al licenziamento durante la malattia
Pur rappresentando il 10% degli occupati, i lavoratori nati all’estero denunciano il 20% degli infortuni e l’8% delle malattie professionali. L’incidenza infortunistica risulta dunque più che doppia rispetto agli italiani: 31 casi ogni 1.000 occupati contro 14. Il fenomeno è legato anche alla maggiore presenza straniera nei settori a più alto rischio, alle tipologie contrattuali precarie e alla frequente condizione di irregolarità lavorativa. È quanto si legge nella pubblicazione curata dalla consulenza statistico-attuariale dell’Inail
La sanità integrativa torna al centro dell’attenzione istituzionale. La crescita costante del settore, alimentata dal progressivo indebolimento del Sistema sanitario nazionale (Ssn) e dalle difficoltà di accesso alle prestazioni essenziali, ha indotto il Ministero della salute a un cambio di passo sul piano regolatorio. Oggi i fondi integrativi non sono più un fenomeno marginale: l’ultimo rapporto del Ministero della salute (2021-2023) ci dice che interessano oltre 16 milioni di persone, incidono per più di 3 miliardi sulla spesa sanitaria e rappresentano, per una parte crescente dei lavoratori, il principale canale di accesso alla diagnostica rapida, all’odontoiatria e alla prevenzione. Ma proprio questa espansione ha reso necessaria una verifica strutturale del settore, per distinguere gli enti sanitari realmente operativi dai soggetti formalmente costituiti ma privi di effettiva attività. In questo contesto, il progetto ministeriale del “Cruscotto delle prestazioni dei fondi sanitari” si presenta come la riforma più significativa degli ultimi anni: un sistema informativo che promette di ridefinire trasparenza, monitoraggio e responsabilità dei fondi. Una svolta che coinvolge l’intero comparto e che vede tra i soggetti più attenti il Fondo Easi, ente contrattuale di assistenza sanitaria integrativa, costituito nel 2007 dalle associazioni Assoced, Lait, Confterziario e Ugl Terziario, operante ai sensi del Ccnl Ced, Ict, professioni digitali e Stp e rappresentativo di un modello mutualistico.
Groupama assicurazioni ha perfezionato l’acquisto del 90% del capitale sociale di Ara 1857 (Assicurazione rischi agricoli Vmg 1857), storica compagnia specializzata nei rischi agricoli, di cui deteneva gia’ una quota pari al 10%. Ara 1857 (insieme alla sua controllante Finass Vmg 1857) è stata commissariata da novembre 2024 su proposta dell’Ivass. Con questa operazione Groupama assicurazioni consolida la propria posizione nel settore delle polizze agricole e dei rischi grandine. Il fatturato complessivo di Groupama ha raggiunto i 12,9 miliardi di euro nel primo semestre del 2025.

L’Unione Europea si rassegna a rivedere un altro pezzo delle proprie normative climatiche e a ridimensionare la direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese, liberando dall’obbligo di conformità oltre l’80% delle società che sarebbero state soggette. Saranno rivisti e allentati anche i requisiti ambientali, sociali e di governance, che vanno sotto l’acronimo Esg. Dopo la posizione negoziale espressa il mese scorso dall’Europarlamento, con un voto che ha spaccato e portato sull’orlo del collasso la “maggioranza Ursula” tra popolari, socialisti e liberali, il dossier è tornato al trilogo (il negoziato informale tra le istituzioni) e nella notte tra lunedì e martedì i rappresentanti degli Stati e del Parlamento hanno raggiunto un nuovo compromesso. L’accordo sul così detto pacchetto di semplificazione Omnibus I, proposto dalla Commissione a febbraio, riflette il cambio di rotta ratificato in Assemblea, grazie alla convergenza sugli emendamenti più radicali tra il Ppe e i gruppi di destra ed estrema destra (Patrioti, Conservatori e Sovranisti): l’ennesimo episodio di ripensamento, se non proprio abiura, del Green Deal. E non sarà certo l’ultimo: nello sforzo di deregolamentazione prodotto dalla Commissione, ci sono almeno altri dieci progetti di semplificazione in arrivo in vari ambiti.
Per la prima volta, supererà il tetto degli 1,5 gradi l’aumento medio delle temperature globali su tre anni, rispetto ai livelli preindustriali. È l’allarme lanciato dal Centro europeo per i cambiamenti climatici Copernicus (C3S), nel rapporto mensile pubblicato ieri. Mentre le Conferenze Onu falliscono e l’azione contro il riscaldamento globale arretra, il cambiamento climatico accelera inesorabilmente. Eppure, «l’unico modo per mitigarlo è ridurre rapidamente le emissioni di gas serra», afferma Samantha Burgess, responsabile strategico per il Clima di Copernicus. E questo significa abbandonare i combustibili fossili: petrolio, gas e carbone, principali responsabili del problema. Nel 2024, però, le emissioni di anidride carbonica sono aumentate ancora. Da gennaio a novembre, l’aumento delle temperature medie globali è stato di 1,48 gradi, un andamento che farà del 2025 il secondo anno più caldo mai registrato, alla pari con il 2023. In testa rimane il 2024, quando agli effetti clima-alteranti dei gas serra si sono sommati quelli del Niño, spingendo il termometro 1,6 gradi sopra la media preindustriale (1850-1900). Nel 2025, la temperatura media dovrebbe restare di un soffio sotto il tetto di 1,5 gradi, la linea rossa indicata per fine secolo dalla scienza e dall’Accordo di Parigi, come il più sicuro margine di sicurezza, contro i disastri climatici, ma che si è fatto addirittura fatica a difendere nella recente Conferenza Onu sul clima, la Cop30 di Belem del mese scorso.
Nessuna istituzione internazionale finora lo aveva mai messo nero su bianco: l’export italiano di merci ha superato quello del Giappone, conquistando il quarto posto mondiale. La Confindustria, è vero, lo aveva anticipato in diverse occasioni sulla base di stime preliminari ricavate dalle banche dati. Il sorpasso su Tokyo, già nell’aria sin dalla prima metà dallo scorso anno, si stava concretizzando, ma mancava un riconoscimento a livello mondiale. Ora finalmente è arrivato. Infatti, nel comunicato dell’Ocse “G20 International Trade”, del 21 novembre scorso, alla tabella 2, (oecd.org/content/dam/oecd/en/data/insights/statistical-releases/2025/11/International-trade-statistics-Q3-2025.pdf) si può leggere chiaramente che nel terzo trimestre 2025 le esportazioni italiane, espresse in dollari correnti e destagionalizzate, hanno superato quelle del Giappone. Si tratta del riscontro ufficiale di un evento che definire storico è dir poco, essendo il Paese del Sol Levante una nazione con il doppio dei nostri abitanti, con grandissimi ed agguerriti gruppi multinazionali, con una industria potente. Ebbene, la “piccola” Italia, con il suo esercito eternamente sottovalutato di straordinarie imprese medie e medio-grandi, lo ha raggiunto e sopravanzato.
Il cessionario di un credito per il risarcimento di danni patrimoniali da incidente stradale può chiedere la liquidazione all’assicurazione del danneggiato/cedente avvalendosi della procedura di indennizzo diretto prevista dall’articolo 149 del Codice delle assicurazioni (Dlgs 209/2005). Lo stabilisce, in modo netto e un po’ sbrigativo, la Terza sezione civile della Cassazione, con la sentenza n. 29113 depositata il 4 novembre scorso.
Per quanto sia un’azione “extracontrattuale” di risarcimento del danno, è arduo sostenere che l’indennizzo diretto sia del tutto omologo all’ordinaria azione risarcitoria proponibile da un danneggiato qualsiasi verso la compagnia del responsabile civile. Lo si deduce da un passaggio dedicato alla materia dalla Corte Costituzionale già nel 2009 e da una posizione recentemente espressa dell’Ivass. Due elementi nei quali si può ravvisare la differenza tra il danneggiato in un sinistro stradale e il soggetto al quale viene ceduto il suo credito per il risarcimento del relativo danno. Questa differenza, assieme ad altri aspetti procedurali (si veda l’articolo a sinistra), rafforza le perplessità su quanto ha affermato la Cassazione nella sentenza 29113/2025.
Le sanzioni penali previste dal Codice della strada per guida in stato di ebbrezza valgono anche per i conducenti di monopattini elettrici. Lo ha stabilito la Quarta sezione penale della Cassazione con la sentenza 37391 del 17 novembre, che sostanzialmente riconosce la piena equiparazione di tali mezzi di micromobilità elettrica alle biciclette. L’equiparazione era stata introdotta dall’articolo 1. comma 75-quinquies della legge 160/2019, ma secondo la difesa del trasgressore non avrebbe valore dal punto di vista penalistico, perché l’introduzione di una nuova fattispecie penale dovrebbe avvenire per legge.