In Italia oltre il 40% delle persone con più di 80 anni non è autosufficiente nello svolgimento di attività quotidiane basilari, come camminare, lavarsi, vestirsi, mangiare e utilizzare i servizi igienici. Sono più di quattro milioni gli anziani non sono autosufficienti, ma poco più di due milioni ricevono un’indennità di accompagnamento statale pari a circa 540 euro mensili. Il costo medio di un’assistenza continuativa oscilla però tra 1.800 e 2.500 euro al mese, generando un divario tra bisogni assistenziali e risorse economiche disponibili. Nonostante l’aumento del fabbisogno assistenziale, la diffusione delle coperture assicurative per la Long-Term Care in Italia rimane limitata.
Secondo l’indagine ISCE, il 36% degli intervistati dichiara di conoscere una persona che si trova in condizioni di non autosufficienza, eppure, soltanto il 12% risulta informato sull’esistenza delle assicurazioni di tipo Long-Term Care (LTC). Il 30% degli intervistati che dichiara di conoscere una persona bisognosa di assistenza continuativa ignora l’esistenza di coperture assicurative LTC.
Questa discrepanza evidenzia un gap informativo: anche coloro che hanno esperienza diretta della non autosufficienza mostrano scarsa consapevolezza delle soluzioni assicurative disponibili, limitando la loro capacità di pianificare e gestire i rischi economici associati.
La conoscenza delle coperture LTC risulta inoltre più elevata tra i laureati, suggerendo che il livello di istruzione svolge un ruolo importante nella consapevolezza e nella comprensione di questi strumenti di protezione.
Come pensano di far fronte ad una possibile condizione futura di non autosufficienza? Il 34% prevede di utilizzare i propri risparmi, il 14% conta sul supporto della famiglia e l’11% fa affidamento su un sostegno statale. Una quota pari all’11% non considera la questione rilevante o non è interessato ad affrontarla, mentre un’ampia parte del campione (35%) dichiara di non sapere come affrontare una simile eventualità o di non averci mai riflettuto. Solo una minoranza menziona soluzioni assicurative: il 9% si dichiara intenzionato a stipulare una polizza, il 6% ne possiede già una privatamente e il 4% è coperto tramite datore di lavoro.
Quanto sarebbero disposti a pagare per una polizza che garantisce un vitalizio mensile di €1.500 in caso di non autosufficienza? I risultati dell’indagine mostrano che la maggioranza del campione manifesta una disponibilità economica limitata: il 59% dichiara di essere disposto a pagare fino a 50 euro al mese, il 9% sarebbe disposto a pagare tra 75 e 100 euro e solo l’1% una cifra superiore a 100 euro. Una quota pari al 15% degli intervistati non è disposta a pagare per una polizza LTC, mentre un ulteriore 15% si dichiara indeciso.
Se per il 35% di coloro che non è disponibile a pagare la motivazione è relativa ad un reddito insufficiente, per un ulteriore 35% vi è sfiducia verso questo tipo di assicurazioni, e il 24% dichiara di non conoscere sufficientemente il prodotto. Infine, il 15% è ottimista e ritiene di non correre il rischio di perdere l’autosufficienza.
Il questionario approfondisce anche la propensione degli intervistati ad attivare una polizza Long-Term Care a beneficio dei propri genitori anziani. Il 59% degli intervistati ha almeno un genitore con un’età maggiore di 60 anni, il 33% non ha più genitori in vita e il restante 8% ha genitori più giovani. Tra coloro che hanno genitori over 60, il 25% si dichiara disposto ad acquistare una polizza LTC a beneficio dei genitori, il 29% non la acquisterebbe e il 46% non esprime una scelta definita.
L’analisi per condizione economica mostra una relazione positiva tra reddito e propensione ad assicurare i genitori: la quota di individui favorevoli cresce dal 22% nel primo quintile al 29% nel quinto quintile. Il legame con il patrimonio immobiliare appare invece meno lineare, ma comunque indicativo di una maggiore disponibilità all’acquisto nelle fasce intermedie di ricchezza: si passa infatti dal 19% tra chi non possiede immobili al 37% tra chi dispone di un patrimonio di circa 750.000 euro, per poi ridursi tra i più abbienti (22% fra chi possiede 1,5 milioni di euro).
L’analisi evidenzia la presenza di una duplice barriera, di natura economica e informativa, che frena l’adozione di tali strumenti assicurativi. Da un lato, la condizione economica individuale incide in modo rilevante sulle scelte assicurative, dall’altro, la scarsa consapevolezza e limitata conoscenza del rischio di non autosufficienza e delle soluzioni assicurative esistenti riducono la capacità degli individui di pianificare adeguatamente la gestione di tale rischio e di prevenire le conseguenze economiche derivanti da una perdita di autonomia.
In questo quadro, emerge l’esigenza di interventi di policy coordinati e multidimensionali volti alla promozione dell’educazione finanziaria e previdenziale e alla diffusione di strumenti assicurativi efficaci e inclusivi, anche attraverso il rafforzamento degli incentivi fiscali e alla collaborazione tra settore pubblico e privato.


