Fragilità economica, crescita moderata e incertezza sulle implicazioni della cooperazione internazionale per l’economia: l’EIOPA mette in evidenza i rischi e le vulnerabilità del settore assicurativo e previdenziale nel suo nuovo Rapporto sulla stabilità finanziaria
L’Eiopa, nel suo Financial Stability Report sottolinea come il contesto macroeconomico per tutto il 2025 è stato influenzato dalla prospettiva di un ritiro dalla cooperazione internazionale, dalle persistenti incertezze commerciali e dalle tensioni geopolitiche, nonché dalle preoccupazioni per gli elevati livelli di debito. L’inflazione si aggira intorno all’obiettivo del 2% e la politica monetaria si è stabilizzata, tuttavia gli elevati costi di finanziamento continuano a esercitare pressioni sulle finanze pubbliche. Sebbene i mercati finanziari siano rimasti resilienti, le valutazioni appaiono ottimistiche sull’impatto dei dazi sull’economia e sulla misura in cui il boom dell’intelligenza artificiale aumenterà la produttività.
Nonostante il fragile contesto economico, le compagnie assicurative e i fondi pensione aziendali hanno mantenuto resilienza e una buona capitalizzazione. Il requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) medio per le compagnie assicurative vita si attesta al 235%, al 214% per le compagnie assicurative danni e al 218% per le compagnie assicurative miste. Il coefficiente di finanziamento aggregato degli IORP (indicatore della solidità finanziaria degli enti) è migliorato e ora supera il 120%. Tuttavia, nell’ipotesi di sviluppi avversi nel contesto attuale, potrebbe verificarsi una rivalutazione dei premi di rischio, fatto che implica la necessità di un monitoraggio continuo e di una gestione prudente del rischio.
Oltre a questi sviluppi, il Rapporto sulla stabilità finanziaria dell’EIOPA analizza anche cinque aree di interesse rilevanti per assicuratori, fondi pensione aziendali e autorità di vigilanza:
Investimenti nel credito privato
Questo focus esamina l’esposizione delle compagnie assicurative e degli IORP europei al credito privato e le vulnerabilità associate a tali investimenti. I mercati del credito privato sono cresciuti notevolmente negli ultimi anni. Mentre le allocazioni iniziali sono state guidate dalla ricerca di rendimento in un contesto di bassi tassi di interesse, gli investimenti hanno continuato ad espandersi anche dopo l’inizio dell’aumento dei tassi privi di rischio. Gli asset privati offrono in genere un premio di illiquidità e vantaggi in termini di diversificazione del portafoglio, rendendoli particolarmente interessanti per gli investitori a lungo termine come le compagnie assicurative sulla vita e i fondi pensione.
Secondo l’analisi dell’EIOPA, l’esposizione al credito privato delle compagnie assicurative ammontava a 514 miliardi di euro (pari al 5,1% del totale delle attività) alla fine del 2024, mentre l’esposizione degli IORP si attestava a 128 miliardi di euro (pari al 4,4% del totale delle attività). Mutui e prestiti rappresentavano circa due terzi delle esposizioni al credito privato, seguiti da obbligazioni societarie non quotate o non negoziate e titoli collateralizzati soggetti a rischio di credito. Le esposizioni mostrano notevoli variazioni tra paesi, oltre a concentrazioni settoriali e geografiche che possono compensare i guadagni di diversificazione e amplificare le perdite in una fase di recessione.
Il credito privato è inoltre caratterizzato da un rischio di credito e di liquidità più elevato, incertezza valutativa e leva finanziaria nascosta, che, se non gestiti correttamente, possono influire significativamente sulle imprese esposte. Il monitoraggio continuo delle esposizioni al credito privato, inclusi i parametri di concentrazione, rimane essenziale per mitigare l’accumulo di potenziali rischi sistemici.
Deprezzamento del dollaro
Il secondo focus monitora il notevole calo del valore del dollaro statunitense nel corso del 2025 ed esamina l’esposizione delle compagnie assicurative e dei fondi pensione aziendali europei alle attività denominate in dollari, insieme ai rischi correlati e ai fattori attenuanti.
L’analisi dell’EIOPA indica che le compagnie assicurative e gli IORP europei detenevano collettivamente circa 1,8 trilioni di euro in asset in dollari statunitensi alla fine dello scorso anno. Sebbene le esposizioni siano considerevoli, è importante notare che le compagnie assicurative e i fondi pensione aziendali condividono il rischio di mercato con gli assicurati e i beneficiari nel caso di portafogli unit-linked e a contribuzione definita.
Per gestire il rischio di cambio sui loro investimenti, gli IORP utilizzano tipicamente derivati per coprire il rischio di cambio, beneficiando anche della copertura implicita quando il dollaro statunitense e i mercati azionari statunitensi si muovono in direzioni opposte. D’altro canto, le compagnie assicurative si trovano ad affrontare una serie di sfide più complesse, poiché un indebolimento del dollaro può influire non solo sui loro investimenti, ma anche sulle loro passività e sulla redditività. Per mitigare questi rischi, le compagnie si affidano a strategie di copertura, al matching tra attività e passività valutarie, alla riassicurazione e alla condivisione del rischio con gli assicurati. Nel complesso, i risultati sottolineano l’importanza di un monitoraggio continuo delle pratiche di copertura e della gestione del rischio di cambio.
Interconnessione con i mercati globali
Eiopa fornisce una panoramica dell’esposizione degli assicuratori europei ai paesi extra-SEE in termini di asset, passività e sottoscrizione, per valutare la rilevanza di tali esposizioni in una prospettiva di stabilità finanziaria. Sebbene le esposizioni internazionali possano offrire vantaggi in termini di diversificazione e rendimenti migliori, possono anche aumentare i rischi di mercato, valutari e di controparte, nonché le vulnerabilità di sottoscrizione.
I dati mostrano che gli assicuratori SEE allocano circa il 13% (1,24 trilioni di euro) dei loro investimenti diretti a strumenti emessi al di fuori del SEE. Quasi la metà di queste esposizioni (46%) è legata agli Stati Uniti, seguiti dal Regno Unito, che riceve il 22% degli investimenti diretti extra-SEE. Considerando le attività cedute, quasi il 28% dei rischi viene trasferito al di fuori del SEE, con il Regno Unito che si occupa del 42,1% di questi trasferimenti, seguito dalle Bermuda (26,5%) e dalla Svizzera (22,1%), tutti mercati importanti nel settore riassicurativo globale. Questi collegamenti richiedono un attento monitoraggio, date le crescenti tensioni geoeconomiche e i cambiamenti strutturali nel settore delle assicurazioni sulla vita, come la riassicurazione ad alta intensità di asset e il trasferimento dei rischi a un numero limitato di giurisdizioni.
Rischi cyber
Il quarto focus tematico esplora come i rischi cyber, un tempo considerati principalmente come problemi informatici, si siano evoluti in una preoccupazione per la stabilità macrofinanziaria. Nell’attuale economia digitale altamente interconnessa, il rischio informatico è diventato una minaccia strutturale persistente. Le interdipendenze tecnologiche che attraversano settori e confini creano vulnerabilità sia agli incidenti dolosi che a quelli accidentali, con il potenziale di generare ingenti perdite economiche e assicurative, anche a seguito di un singolo evento. Queste vulnerabilità sottolineano la necessità di una più stretta cooperazione, di una migliore raccolta dati e di una modellazione più avanzata dei rischi di accumulo.
L’impatto dell’IA sul settore assicurativo
L’ultimo focus esamina il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore assicurativo e le sue potenziali implicazioni per la stabilità finanziaria. Sebbene la maggior parte delle applicazioni attuali rimanga operativa, i futuri casi d’uso nella sottoscrizione, negli investimenti e nella gestione del rischio potrebbero amplificare le vulnerabilità sistemiche esistenti. I canali chiave includono comportamenti correlati guidati dall’uso di modelli simili, gregge nelle strategie di investimento, maggiori dipendenze da terze parti, pressioni di demutualizzazione derivanti da una segmentazione del rischio sempre più granulare e rischi legati allo sviluppo di mercati assicurativi che coprono gli stessi fallimenti correlati all’intelligenza artificiale.