Quattro anni dopo aver mosso i primi passi nel settore assicurativo, Tesla è al centro di un’azione collettiva da parte di diversi consumatori americani che criticano il suo modello.

Attualmente Tesla Insurance offre agli automobilisti di undici Stati americani (Arizona, Colorado, Illinois, Maryland, Minnesota, Nevada, Ohio, Oregon, Texas, Utah e Virginia) l’accesso a un modello tariffario speciale, personalizzato in base al comportamento e alle abitudini di guida del conducente assicurato. Il punteggio su 100 ottenuto, il “Safety Score”, guida le variazioni tariffarie.

È questo modello che Ricky Stephens, un automobilista dell’Illinois, ha impugnato per la prima volta il 1° giugno e poi il 1° dicembre presso la Corte Superiore della California ad Alameda (un sobborgo di San Francisco), lo Stato in cui da tempo si trova la sede centrale di Tesla, trasferita ad Austin, in Texas, nel 2021. L’azione legale è stata intentata per conto di altri automobilisti negli undici Stati in cui è in vigore questo modello di “punteggio di sicurezza” – sebbene Tesla Insurance operi anche in California, questa tariffa specifica non si applica lì.

Il denunciante sostiene che “molti automobilisti Tesla” riportano “incidenti sporadici e casuali”, in particolare “falsi avvisi di collisione”, che abbassano automaticamente il punteggio di sicurezza degli assicurati, “che a sua volta porta a premi assicurativi più elevati”, si legge nel verbale dell’udienza. Ricky Stephens e il suo avvocato ritengono che le ragioni della loro denuncia siano giustificate da quattro motivi: violazione del Codice delle imprese e delle professioni della California (UCL), violazione del contratto, violazione dell’Illinois Consumer Fraud and Deception Act (ICFA) e arricchimento senza causa.

Tesla Insurance, invece, ha chiesto di respingere la denuncia sulla base del fatto che “l’astensione giudiziaria può essere appropriata se la concessione del sollievo richiesto richiederebbe una decisione del tribunale del processo al fine di assumere le funzioni di un’agenzia amministrativa o interferire con le funzioni di un’agenzia amministrativa”, che è stata respinta. La prima udienza di questa azione collettiva dovrebbe quindi tenersi all’inizio del 2024.

Va notato, tuttavia, che la stessa Corte Superiore della California ha sottolineato, il 30 ottobre, che “l’intero caso non è altro che una richiesta di risarcimento per violazione del contratto, poco mascherata”. A parte questo, il querelante non è riuscito ad addurre adeguatamente nessuna delle sue cause d’azione e quindi non ha la legittimazione ad agire e quindi non ha il diritto di far valere le varie cause d’azione legali”…