Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Gli italiani risparmiatori, in tempo di tassi di interesse in salita verticale, mettono da parte il fai-da-te e si affidano ai professionisti degli investimenti. E, a sorpresa, lo fanno anche molto di più dei loro omologhi europei e globali. L’evidenza arriva dallo Schroders Global Investor Study 2023, studio della società di risparmio gestito britannica consultato in anteprima da MF-Milano Finanza, che ha coinvolto oltre 23 mila persone in 33 Paesi del mondo. Interrogati sulle azioni che potrebbero intraprendere alla luce dell’aumento dei tassi, i risparmiatori tricolore hanno messo al primo posto (55%) la diversificazione del portafoglio, stracciando il campione europeo (38%) e globale (42%). Segnale del fatto che, a dispetto dei luoghi comuni, il mito degli italiani «Btp-people» è meno vero che in passato. Al contempo gli italiani appaiono più propensi (44%) a confrontarsi con un consulente finanziario rispetto agli investitori europei (34%) e mondiali (39%). Di contro, all’ultimo posto tra le azioni messe in campo dai risparmiatori italiani c’è la scelta di ripagare i debiti più rapidamente: la probabilità indicata è al 27%, minore del 31% europeo e del 37% globale.

Strada in discesa per i risarcimenti da privacy violata: scatta l’indennizzo del danno morale anche per il solo timore di un potenziale utilizzo dei dati sottratti da cybercriminali e l’interessato gode dell’inversione dell’onere della prova (è l’impresa/p.a. che deve dimostrare di avere adottato misure adeguate, e se non ce la fa, allora, deve versare il ristoro). Sono questi i principi applicati dalla Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue), con la sentenza del 14/12/2023 nella causa C-340/21, che spalanca la strada alle richieste di danni immateriali a fronte di incidenti informatici (data breach). La Corte accetta un’impostazione proposta in altre cause dall’avvocato generale della Cgue (si veda ItaliaOggi dell’8/11/2023).
Per le società di capitali di medie e grandi dimensioni arriva un obbligo di due diligence aziendale sulla loro sostenibilità. Le imprese dovranno identificare, contabilizzare, porre fine e prevenire gli impatti negativi delle loro attività sull’ambiente (ad esempio, in termini di inquinamento e perdita di biodiversità) e sui diritti umani (cioè, sul lavoro minorile o sullo sfruttamento dei lavoratori).
Non è cresciuto ma non si è nemmeno sostanzialmente ridotto il numero complessivo di start-up fintech e insurtech presenti sul mercato nel 2023. Tra 24 nuove nate, acquisizioni e chiusure, il saldo finale è a -8, toccando la soglia delle 622 società operative. E, anche se il 35% di loro ha già raggiunto l’utile, trainato da ricavi che risultano mediamente in crescita del 60% rispetto all’anno scorso, comunque, le start-up che lanciano nuovi servizi finanziari e assicurativi grazie all’apporto dell’hitech hanno raccolto meno risorse quest’anno rispetto al 2022: 174 milioni di euro, in calo dell’81%. C’è stata una ripresa nell’ultimo trimestre ma il trend internazionale resta di maggior cautela da parte dei fondi di venture capital.
Viaggi sempre più personalizzati ed esperienziali. Clienti sempre più «assicurati» (quello delle polizze viaggio è stato uno dei settori più «beneficiati» dal Covid). E nel 2024 la conferma delle mete più gettonate del 2023 a cui si aggiunge «il rilancio di Capo Verde» e «la valorizzazione della destinazione Milano, anche grazie alla partnership con la Bit» e in vista delle Olimpiadi invernali del 2026.
  • Assicurazioni
Il 2023 sarà ricordato come l’annus horribilis delle polizze vita, con la raccolta netta che per la prima volta da 20 anni potrebbe essere negativa, passando da circa +15 miliardi di raccolta netta del 2022 a -15 miliardi. A determinare questo risultato hanno concorso sia l’anomalo incremento dei riscatti dei prodotti vita sia la riduzione della raccolta premi. È quanto emerge da uno studio di Excellence Consulting.

Il Consiglio e il Parlamento Ue hanno raggiunto ieri un accordo provvisorio sulle modifiche alla direttiva sulla solidità del capitale. Con un obiettivo: incentivare le compagnie a mettere i propri denari su progetti di ampio respiro come possono essere quelli legati al Green Deal. Sono state migliorate rispetto al testo della direttiva attuale le misure di garanzia a lungo termine rendendole più sensibili al rischio, migliorando la resilienza del settore assicurativo e introducendo una nuova dimensione macroprudenziale nel regime. Norme semplificate e proporzionate garantiranno poi flessibilità e ridurranno gli oneri amministrativi soprattutto per le compagnie assicurative piccole e non complesse. Viene poi rafforzato il coordinamento tra le autorità nazionali di vigilanza per quanto riguarda le attività transfrontaliere degli assicuratori e dei riassicuratori.
Semplificazioni regolamentari sulla presentazione e sull’approvazione dei prospetti. La Consob ha infatti lanciato ieri una consultazione che terminerà il 29 gennaio 2024, per sentire il mercato sulle proposte di semplificazione del prospetto. E l’idea di fondo è quella di eliminare il cosiddetto gold plating, ovvero tutti quei vincoli regolamentari non previsti dalla normativa europea e che appesantiscono gli adempimenti delle imprese italiane. Da questo punto di vista dunque la consultazione si pone nella scia del cammino avviato dal libro verde varato dal ministero dell’Economia nella passata legislatura e che si è tradotto nel Ddl capitali, approvato già al Senato e ora all’esame delal Camera. Inoltre occorre ricordare che su questi temi è in atto il dialogo interistituzionale al livello comunitario sul varo del Listing act package, volto a rendere più accessibile il mercato dei capitali, soprattutto alle Pmi che rappresentano l’ossatura dell’economia del continente.