Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Sono stati soprattutto i clienti facoltosi, con investimenti di oltre 500 mila euro, a liquidare anticipatamente nei mesi scorsi le polizze Vita in cerca di rendimenti più elevati offerti da Btp & co. Specie quelli che avevano sottoscritto i contratti in banca. Il dato emerge chiaramente dall’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato dalla Banca d’Italia che fornisce informazioni sulle condizioni di banche e assicurazioni. La fotografia scattata dall’istituto che dallo scorso novembre è guidato dal governatore Fabio Panetta mostra un settore assicurativo in salute, caratterizzato da una crescita dei corsi azionari e degli utili attesi delle compagnie italiane rispetto allo scorso aprile, e in linea con i mercati europei. Anche l’indice di solvibiltà medio del settore (dati a settembre) aveva raggiunto il 260% medio, quindi 2,6 volte il minimo regolamentare, ancora più solido del 249% di dicembre 2022. Mentre il ramo danni ha evidenziato un roe (return on equity) positivo nel primo semestre, in rialzo sullo stesso periodo 2022, grazie anche all’aumento della raccolta premi (+8%), in parte determinato dalle dinamiche inflattive.
A causa dell’aumento dei tassi di interesse sono quasi 200 mila le famiglie italiane con un mutuo a tasso variabile che non sono riuscite a rimborsare una o più rate nell’ultimo anno. A dirlo è l’ultima indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat. Il dato va letto alla luce degli aumenti che hanno colpito i mutui a tasso variabile: considerando un finanziamento medio (mutuo da 126 mila euro in 25 anni con loan-to-value del 70%), da gennaio 2022 a oggi le rate sono cresciute fin del 65%, con un aggravio complessivo di oltre 3.100 euro.
Tra i rami di attività riassicurativa cui è stata autorizzata Enel Erre ci sono gli infortuni, l’incendio e le cauzioni. Si tratta della compagnia assicurativa captive, finora basata in Olanda, che il gruppo energetico ha deciso di riportare in Italia. Nei giorni scorsi è arrivato il via libera dell’autorità di controllo che ha autorizzato Enel Erre all’operatività. Ma pronte al «rimpatrio», come anticipato nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza, ci sono una serie di società assicurative controllate da altrettante imprese: da Prysmian, che ha avviato la pratica autorizzativa agli uffici dell’Ivass da oltre un anno e che sarebbe ormai prossima a ricevere il disco verde da parte dell’autorità di controllo presieduta da Luigi Federico Signorini, a Eni, come pure Nexi e Webuild che avrebbero iniziato a studiare la pratica per portare in Italia le «proprie» assicurazioni.
In pochi anni il fintech è diventato un attore rilevante nel sistema finanziario globale a cui sta dando un contributo di efficienza e inclusività. Al contempo però regolatori e legislatori devono tenerne sotto controllo la crescita impetuosa per scongiurare rischi sistemici. Questo è il messaggio lanciato da un paper del Fondo Monetario Internazionale dal titolo «Il lato oscuro della luna? Fintech e stabilità finanziaria». C’è però un lato oscuro di cui le istituzioni devono tenere conto: «Con la maggiore complessità tecnologica e l’esposizione alle minacce alla sicurezza informatica, il fintech pone rischi sistemici potenziali per la stabilità e l’integrità finanziaria. Quindi i policy maker devono valutare in modo proattivo l’adeguatezza dei quadri normativi per il fintech con l’obiettivo di sfruttarne i benefici mitigando al tempo stesso i rischi per la stabilità finanziaria».
Le Istituzioni europee, nei giorni scorsi, hanno trovato un accordo politico sull’AI Act, il Regolamento europeo destinato a governare la progettazione, lo sviluppo, la produzione, la distribuzione e l’utilizzo di servizi e dispositivi basati sull’intelligenza artificiale. Bene, quindi, l’entusiasmo con il quale in tutta Europa si è salutato l’epilogo positivo del c.d. trilogo ma, ora, guai a abbassare la guardia, rallentare il ritmo – anche perché la fine della legislatura è vicina – e, soprattutto, guai a considerare chiusa la partita perché c’è ancora tanto lavoro da fare e, soprattutto, ci vorranno due anni dalla sua definitiva approvazione e entrata in vigore prima che il Regolamento sia davvero legge, direttamente applicabile in tutta Europa.
L’Intelligenza Artificiale potrà decidere chi otterrà un mutuo e anche agire autonomamente nel mondo del trading fino a influenzare i mercati? Consob e Sec hanno annusato il pericolo e si sono posti questi interrogativi. Il timore dei regolatori in Italia e Usa è quello di un vuoto normativo, tanto più che – fanno notare più osservatori – il nuovo AI Act, il regolamento europeo varato venerdì scorso che entrerà in vigore tra il 2024 e il 2026, non include il trading nei casi di utilizzo a rischio dell’Intelligenza Artificiale. E di fatto non considera quasi del tutto le applicazioni della AI in finanza.
Banco Bpm prevede di realizzare sei miliardi di profitti entro il 2026 e di destinarne quattro agli azionisti in forma di cedole e buyback, una somma pari alla metà dell’attuale capitalizzazione e a cinque volte la distribuzione degli ultimi quattro anni. Sono questi alcuni degli obiettivi del nuovo piano strategico presentato ieri dal ceo Giuseppe Castagna e dal cfo Edoardo Ginevra. La strategia è piaciuta al mercato che ha premiato il titolo con un rialzo dell’1,23% a 5,09 euro. Nel 2024, in particolare, è prevista una distribuzione complessiva di dividendi per circa 1,3 miliardi, di cui circa 750 milioni sull’utile 2023. Dal 2024 le modalità di remunerazione saranno definite anno per anno, ma verrà anche introdotto l’acconto cedola. Il tutto avverrà mantenendo una «solida posizione di capitale», con un Cet 1 a circa il 14% nel 2026.
Previsioni dell’economia, punti salienti del progetto industriale, introduzione dell’interim dividend, possibilità di guardare – in prospettiva – a una crescita non soltanto organica per la banca. L’ad di banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha fatto il punto con Class Cnbc al termine della presentazione del nuovo piano.

Quasi cento cause legali al giorno nella sanità, per un totale di oltre 35.000 all’anno. Una quantità enorme, che però si traduce spesso in un nulla di fatto, visto che nel 97% dei casi (almeno nel penale) il procedimento si chiude con il proscioglimento del medico. Un gigante, che costa oltre 10 miliardi all’anno. A tracciare il bilancio è la Federazione nazionale degli ordini dei medici e dei chirurghi (Fnomceo), che ha messo insieme una serie di numeri per analizzare, tra le altre cose, l’impatto sul sistema della legge Gelli-Bianco
Un «collasso» dell’assetto pensionistico è «verosimile», gravato com’è dall’erogazione («per decenni») di assegni non sostenuti da «un corrispondente gettito contributivo», che è «alla radice del disavanzo» del sistema, nonché di «gran parte del debito pubblico». Del resto, le uscite per prestazioni sono stimate pari almeno al «23% del Prodotto interno lordo (Pil) attorno al 2030». È il presidente del Cnel Renato Brunetta a lanciare l’allarme, intervenendo nella seconda audizione convocata dalla Bicamerale sugli Enti di previdenza, dopo il «debutto» una manciata di giorni fa della Corte dei Conti (si veda l’altro articolo in pagina); «l’immigrazione, se regolare, può essere una risposta anche allo squilibrio contributivo», ha proseguito, puntando l’indice su quello che ha definito «il difetto» della riforma Dini (la legge 335/1995 che introdusse il sistema di calcolo contributivo, stabilendone la totale applicazione nei confronti di tutti gli assicurati dal 1° gennaio 1996, ndr), ossia «aver scaricato l’equilibrio del sistema sui futuri pensionati, salvaguardando soprattutto i lavoratori più anziani».
Un 2022 «sull’ascensore» per le Casse previdenziali: se, infatti, salgono i professionisti associati (oltre 1,6 milioni, in aumento dell’1,43%, al confronto col 2021) e i loro redditi medi (+15,87%, rispetto all’anno passato, ma con annose disparità generazionali, geografiche e di genere), scende il patrimonio globale, che al 31 dicembre scorso è a quota 104 miliardi, di cui il 52% resta in Italia (nell’annualità precedente era pari a 108, a causa sia della congiuntura negativa, sia di «partite di bilancio che tengono conto della diminuzione dei valori di mercato e non delle plusvalenze in corso»).
Virata dei consumi sul plant based: dal 2011 ad oggi il consumo di alimenti alternativi alla carne e ai prodotti ittici si è quintuplicato in Europa, mentre tra il 2005 e il 2020 si sono perse per strada 4,6 mln di aziende agricole. Si è appena conclusa a Bruxelles l’edizione 2023 degli Agrifood Days organizzati dalla Commissione europea. Dal 5 all’8 dicembre agricoltori, decisori politici, leader aziendali, analisti, studenti e ricercatori di tutto il mondo, si sono confrontati su prospettive del primario Ue, tendenze di mercato, sicurezza alimentare, sostenibilità e innovazione digitale. I trend sono significativi.
  • Lollobrigida: chi si assicura avrà priorità negli incentivi
«Per avere una copertura assicurativa la più ampia possibile stiamo valutando un iter di favore nei bandi per chi, con grande senso di responsabilità, è assicurato. Il sistema delle assicurazioni in agricoltura va riformato perché negli anni ha dimostrato che non funziona»: lo ha detto il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo all’assemblea generale invernale di Confagricoltura, in cui sono intervenuti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, e il vicepremier Matteo Salvini.

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  • Mutui ancora più cari, i tassi sono saliti al 4,72%
Continuano ad aumentare i tassi di interesse sui mutui: a ottobre sono saliti al 4,72%, incluse le spese accessorie (tasso annuale effettivo globale o Taeg), dal 4,65% di settembre, secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia pubblicati ieri. In lieve calo invece il Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo, al 10,46% dal 10,52 nel mese precedente. È un nuovo record e bisogna tornare al gennaio del 2009, nel pieno della grande crisi finanziaria globale per trovare un Taeg maggiore, allora pari a 4,91 (4,9077), sostiene l’Unione nazionale consumatori, ricordando che rispetto a ottobre 2022, l’incremento è di 1,49 punti percentuali e del 2,93% sull’ottobre 2021.

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Passi in avanti su tutto il territorio nazionale solo per salute ed economia circolare. Povertà, qualità degli ecosistemi terrestri, risorse idriche e istituzioni peggiorano invece quasi dappertutto. Aumentano le disuguaglianze, e non solo di tipo economico, ma anche ambientale e culturale: a quelle “tradizionali” tra Nord e Sud, grandi città e aree interne, se ne aggiungono di nuove, a volte sorprendenti, persino tra province confinanti, che dipendono non solo dalla struttura economica, ma anche dal grado di coesione sociale. Il Rapporto Territori 2023 dell’ASviS, che stamane viene presentato al Cnel, mostra un’Italia sempre più frammentata, lontana dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.  Rischio idrogeologico: sono oltre 621 mila le frane censite sul territorio italiano, il 66% di quelle rilevate in Europa. Industriale: gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono 970. Rischio di arretramento culturale: in 12 territori sta diminuendo la quantità di laureati, e ci si allontana dall’obiettivo del 50% della quota di popolazione tra i 30 e i 34 anni. Rischio di essere sommersi dai rifiuti: in 15 territori la produzione sta aumentando e in nessuna area si registrano miglioramenti significativi. Rischi istituzionali: a fronte dell’obiettivo di ridurre del 40% la durata dei procedimenti civili, in 12 territori su 21 la durata dei processi sta aumentando.

Passa alla fase due la cessione di una minoranza di Prima Assicurazioni, la insurtech specializzata nella vendita di polizze di terzi online. Secondo indiscrezioni, dopo le offerte arrivate all’advisor, la banca d’affari Jp Morgan, sarebbe stata effettuata una scrematura dei potenziali gruppi finanziari interessati: dopo le prime offerte, in campo sarebbero infatti restati il fondo statunitense Warburg Pincus, quello scandinavo Eqt e Portage Ventures. Sul tavolo c’è una minoranza di Prima Assicurazioni attorno al 20%. Secondo le attese, l’intera società sarebbe valorizzata intorno a 1,3-1,5 miliardi di euro. Dopo l’ingresso del nuovo partner di minoranza, l’obiettivo è accompagnare l’azienda alla quotazione in Borsa.