di Marco Capponi
Dopo un anno di vacche magre torna l’ottimismo sui rendimenti da parte degli investitori italiani. Secondo quanto emerge dal focus italiano dello Schroders Global Investor Study compilato dalla società di gestione britannica e consultato in anteprima da MF-Milano Finanza, gli intervistati italiani si aspettano un rendimento annuo nei prossimi cinque anni pari al 9,8%, oltre un punto e mezzo sopra l’8,2% del 2021 e ai massimi dal 2017. Al contempo, gli italiani restano più prudenti rispetto alla media globale, che testimonia un’aspettativa di performance a doppia cifra, nell’ordine dell’11,4%, e risultano in questa speciale classifica dell’ottimismo tra gli ultimi, seguiti dai francesi (9,2%). Attenzione a non cantare vittoria troppo presto però: «C’è il rischio», spiega Lesley-Ann Morgan, head of multi-asset strategy di Schroders, «che l’ottimismo sui rendimenti futuri sia influenzato dall’esperienza degli ultimi anni, quando l’inflazione era sotto controllo e il costo dei prestiti ai minimi storici, mentre ora stiamo entrando in una nuova fase, probabilmente molto più complessa».

Per navigare in questa complessità tuttavia gli investitori stanno correndo ai ripari. Oltre un intervistato su tre (34%) ricorrerà alla gestione attiva nei prossimi mesi, ma questo dato, se scorporato, sale quasi al 50% per quanto riguarda gli investitori esperti, per scendere appena sopra il 20% tra i principianti. Parimenti il 33% degli italiani (39% il dato globale) è più propenso a rivolgersi a un consulente alla luce dell’aumento dei tassi. Anche in questo caso gli investitori più navigati sono più disposti a chiedere consiglio al proprio gestore (47% contro il 29% degli intermedi).

Altro espediente per affrontare le turbolenze del mercato è la diversificazione. Si dichiara pronto ad aumentarla il 40% degli italiani, e in questo caso la quota è in linea con il 42% globale. A livello di asset allocation, le prime scelte sono asset digitali (41%) e mercati privati (34%). In generale, Schroders ha individuato un interesse crescente anche per gli investimenti tematici, trainati da sostenibilità (56%), tecnologia (46%) e, appaiati, veicoli elettrici (45%).

A sorpresa, più di un quarto degli intervistati ha indicato titoli di Stato e liquidità come asset class meno interessante (28% e 27%, anche più del dato globale), citando la pressione dei tassi di interesse come motivazione di questa scelta. (riproduzione riservata)
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